In Sardegna l'epidemia di blue tongue impazza: all'8 novembre 2024 si contano 53.993 capi ovini morti e ben 3.908 focolai, anche se i dati rilasciati dall'Osservatorio Epidemiologico Regionale presso l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna non specificano quanti focolai siano ancora attivi e quanti quelli eventualmente chiusi. 


L'esecutivo regionale tenta di correre ai ripari, dopo aver stanziato 13,5 milioni di euro per gli indennizzi, sin da subito giudicati insufficienti da Coldiretti Sardegna. Infatti, su proposta dell'assessore dell'Agricoltura e riforma agropastorale della Regione Autonoma della Sardegna, Gian Franco Satta, in accordo con l'assessore dell'Igiene e della Sanità e dell'Assistenza Sociale, Armando Bartolazzi, e con l'assessora della Difesa dell'Ambiente, Rosanna Laconi, la Giunta regionale della Sardegna, per far fronte alla crisi epidemica della blue tongue, ha approvato l'istituzione di un tavolo tecnico congiunto.

 

Il tavolo tecnico congiunto

Ne fanno parte le direzioni generali dell'Assessorato dell'Agricoltura e della Riforma Agropastorale, dell'Assessorato dell'Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale, dell'Assessorato della Difesa dell'Ambiente, delle agenzie Laore, Argea e Agris e dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna. Lo ha comunicato Regione Sardegna al termine della Giunta del 6 novembre 2024.

Il tavolo tecnico su blue tongue avrà il compito di monitorare l'evoluzione della malattia e coordinare gli interventi necessari per definire le misure di prevenzione e profilassi, individuare il fabbisogno finanziario e stabilire i parametri di aiuto da riconoscere alle aziende zootecniche colpite.

 

Il tavolo tecnico congiunto si potrà avvalere della collaborazione dei Dipartimenti di Medicina veterinaria e di Agraria dell'Università di Sassari. La Giunta, inoltre, ha dato mandato all'assessore dell'Agricoltura e della Riforma Agropastorale, Gian Franco Satta, di approvare con proprio provvedimento, sulla base delle risultanze del tavolo tecnico, i parametri di aiuto alle aziende.

 

Un'ecatombe senza fine

I numeri al momento certificano il disastro: all'8 novembre 2024 ben 238.042 animali non produrranno reddito per le aziende di allevamento sarde, considerando i 184.049 capi che saranno improduttivi di latte e agnelli perché malati ai quali si aggiungono i 53.993 animali morti. In pratica, al netto delle rimonte che ci saranno, il mancato reddito andrà calcolato in ragione del 17% delle greggi sarde, dato che gli ovini presenti al momento dell'inizio dell'epidemia si aggiravano intorno a 1,4 milioni di capi.

 

Coldiretti, danni per 85 milioni di euro

"Cifre impressionanti che portano ad altre ripercussioni negative per il sistema economico" avverte Coldiretti Sardegna, che calcola il minor fatturato delle imprese del settore dovuto a blue tongue in ben 85 milioni di euro.

 

"Cifre che portano oramai alla necessità del comparto di dover ottenere indennizzi per almeno 35 milioni di euro, necessari a coprire parte di queste gravi perdite. La situazione drammatica è acuita dalla mancanza ancora di una misura e strumenti all'orizzonte per arginare e ristorare il sistema" sottolinea Coldiretti Sardegna, che vede ormai una situazione fuori controllo e non ancora arginata.

 

A subire un contraccolpo della crisi legata alla lingua blu, infatti, sono anche: il mercato del lavoro (calo delle entrate per le aziende e minor numero di capi corrisponde a una minor offerta occupazionale); calo dei consumi; minor gettito fiscale per le casse regionali; minore offerta per il consumatore e per i mercati di formaggi e carni agnello; calo generalizzato del benessere locale.

 

Per Coldiretti Sardegna le proporzioni attuali del problema sono strettamente connesse "all'assenza di azioni efficaci di gestione del problema" tanto che l'emergenza sanitaria e finanziaria appare tutt'altro che risolta, nonostante i ripetuti allarmi lanciati dagli allevatori di Coldiretti Sardegna.

 

"I provvedimenti adottati fin qui dalla Regione non solo non sono sufficienti a contenere il dramma in atto, ma all'orizzonte non si intravvede ancora una misura efficace - è scritto in una nota dell'organizzazione agricola del 6 novembre scorso -  Il piano di contenimento dell'epidemia, mai decollato realmente, ha lasciato molte zone dell'isola senza interventi tempestivi e adeguati con le conseguenze sempre più gravi che si vedono ancora oggi".

 

Coldiretti Sardegna sottolinea "l'inadeguatezza delle risorse stanziate" - pari a 13,5 milioni di euro - e rilancia la necessità di un "piano emergenziale per ristorare gli allevatori colpiti promesso e mai attuato. Con il numero di capi morti in vertiginosa crescita, si rende indispensabile l'unità di crisi promessa ed è urgente un intervento finanziario massiccio, oltre alla creazione della task force regionale operativa e di un'unità di crisi, misure promesse ma non ancora concretizzate".

 

La lingua blu ha iniziato a diffondersi capillarmente già da giugno, raggiungendo i livelli preoccupanti di oggi. All'inizio di settembre si contavano già circa mille focolai, un numero che è aumentato in modo esponenziale nelle settimane successive fino a raggiungere i 3mila a fine mese. Particolarmente colpiti sono stati il Sulcis, il Campidano, oristanese, il nuorese, la Gallura e il sassarese. La crisi attuale richiede un approccio strutturale per evitare il ripetersi di emergenze simili, con l'attivazione di una task force dedicata e un piano finanziario adeguato.