I prezzi dell'olio extravergine di oliva campagna 2024-2025 sono in netto calo. Finita una fase espansiva per il prodotto nazionale legata al consumo delle giacenze dell'olio vecchio, l'arrivo sul mercato delle informazioni sull'ingente prevista produzione spagnola, in aumento del 51% rispetto alla passata campagna, si osserva un brusco calo dei valori dell'Evo d'importazione comunitario sulla piazza di Milano, fino alla mancata quotazione di tutti gli oli di oliva intervenuta ieri sulla piazza meneghina e indice di un forte cambiamento in atto.

 

Questa situazione sta già condizionando negativamente il prezzo del prodotto nazionale, che invece - come noto - è atteso alla peggior produzione quantitativa di sempre con appena 224mila tonnellate, il 32% in meno dello scorso anno. E anche i prezzi dell'olio Evo all'origine sondati da Ismea sembrano rispettare lo stesso percorso, con valori in netto calo, soprattutto sulle piazze pugliesi e calabresi, mentre si registrano dati in controtendenza in Sicilia.

 

mie-colture-olivo.jpeg

 

Borsa Merci Bari, olio Evo in netto calo

Alla Borsa Merci di Bari ieri, 19 novembre 2024, l'olio extravergine di oliva con acidità massima dello 0,4% titolata in acido oleico è stato fissato a 7,80 euro al chilogrammo sui minimi ed a 8,40 sui massimi, in calo di 1,20 euro sui minimi e 0,90 euro sui massimi sulla seduta del 5 novembre scorso, quando aveva già perso 0,30 euro al chilo sui minimi e 0,20 euro sui massimi rispetto al 29 ottobre scorso, mentre nella seduta del 12 novembre non era stato quotato.

 

In pratica, i valori dell'Evo a Bari dal 29 ottobre al 19 novembre 2024 perdono 1,50 euro al chilo sui minimi e 1,10 euro sui massimi. Ribassi che risultano ancora più pesanti se solo si tiene conto che il prodotto nazionale di qualità era tornato a salire fino a 9,10-9,40 euro al chilo tra il 3 settembre e l'8 di ottobre 2024.

 

Sempre il 19 novembre la Commissione Olio ha quotato l'extravergine biologico a 8,80 euro al chilogrammo sui minimi e 9,00 euro sui massimi, in calo di 0,70 euro al chilo sui minimi e 0,80 euro sui massimi sulle quotazioni del 5 novembre scorso, quando invece era risultato stabile sulla ancor precedente seduta del 29 ottobre 2024. Anche per questo olio nella seduta del 12 novembre scorso non è stato rilevato il prezzo.

 

In questo caso il ribasso di 0,70-0,80 euro dell'olio Evo bio è tale anche tra le sedute del 19 novembre e del 29 ottobre 2024. In sintesi, l'Evo biologico sulla piazza di Bari, che fino al 14 maggio scorso quotava 10,20 euro al chilogrammo, ha perso da allora in media 1,30 euro al chilo.

 

Gli oli Dop Terra di Bari e Igp Puglia il 19 novembre 2024 sono stati fissati entrambi al prezzo unico di 8,70 euro al chilogrammo, in calo di 0,80 euro sulla seduta del 5 novembre scorso, quando invece erano rimasti invariati sul 29 ottobre a 9,50 euro al chilogrammo. Questi oli perdono euro 1,00 sulla quotazione dell'11 giugno 2024, che si era attestata a 9,70 euro al chilogrammo.

Leggi anche Olio: mercati, campagna olearia e una fiera in arrivo

Borsa Merci Milano, oli di oliva ieri non quotati

Alla Borsa Merci di Milano ieri, 19 novembre 2024, l'olio di oliva extravergine italiano non è stato quotato, come del resto tutti gli oli di oliva pure presenti nel listino. L'ultima quotazione valida sulla piazza meneghina pertanto risale al 12 novembre scorso, quando con valori di 8,60 euro al chilogrammo sui minimi e 8,90 euro sui massimi risultava in calo di 0,30 euro al chilo rispetto alla forchetta di 8,90-9,20 del 5 novembre scorso, quando aveva perso altri 0,20 euro sulla seduta del 29 ottobre 2024. Gli ultimi valori noti, quelli del 12 dicembre, risultano in perdita di 0,50 euro rispetto alle quotazioni mantenutesi tra l'8 ed il 29 ottobre 2024 ancora tra 9,10-9,40 euro al chilogrammo.

 

Anche per l'olio extravergine di importazione comunitario le ultime quotazioni utili della Borsa Merci di Milano sono quelle del 12 novembre scorso, quando si erano attestata a 6,85 euro al chilogrammo sui minimi e 7,55 euro sui massimi, in calo di 0,30 euro al chilo sulla ancor precedente seduta del 5 novembre, quando con una valutazione di 7,15-7,85 euro al chilogrammo si era registrato un ulteriore calo di 0,30 sui valori registrati solo il 29 ottobre 2024. In questo caso i prezzi dell'olio Evo d'importazione comunitario registrati ieri a Milano sono scesi al di sotto delle quotazioni del 27 agosto scorso - pari a 7,55-8,35 euro al chilogrammo - di ben 0,70 euro al chilo sui minimi e 0,80 sui massimi.

 
Nel complesso, in Italia i prezzi all'ingrosso in borsa merci dell'Evo sono entrati in una fase ribassista, guidata dai cospicui cali subiti dagli oli di importazione comunitaria, a loro volta trascinati dalle aspettative sull'ingente produzione spagnola di quest'anno e sulla necessità dell'Italia di importare più prodotto a seguito della prevista forte contrazione della produzione nazionale.

 

Prezzi all'origine in netto calo a novembre

I prezzi all'origine nell'ultima settimana rilevata per l'olio extravergine di oliva - secondo una stima di Ismea - sono diminuiti del 4,5% sulla settimana precedente, portandosi ad un prezzo medio nazionale di 8,50 euro al chilogrammo nella seconda settimana di novembre, dopo che il prezzo nella prima settimana di novembre aveva già subìto un calo del 3,4% fino a 8,90 euro sulla quinta settimana di ottobre, quando aveva toccato, dopo un primo ribasso dell'1,4% i 9,21 euro al chilogrammo.

 

Come ben si evince dal grafico, dopo la fiammata al rialzo della quarta settimana di ottobre, legata all'entrata in quotazione dell'olio nuovo, a partire dalla quinta settimana del mese scorso la tendenza al ribasso si è chiaramente delineata. Da notare che il prezzo medio dell'olio Evo all'origine si tiene ora ben al di sotto della rilevazione di AgroNotizie®, relativa alla prima settimana di agosto e pari a 9,16 euro al chilogrammo.


 Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla seconda settimana di novembre 2024
Prezzi medi nazionali olio Evo fino alla seconda settimana di novembre 2024
(Fonte: Ismea)
 

Ismea, in un quadro generale improntato a ribassi, nei prezzi per piazza mette in luce come i cali siano molto concentrati e forti sulle piazze pugliesi e calabresi. Ecco alcuni esempi. Le quotazioni medie dell'olio Evo nelle province salentine di Lecce, Brindisi e Taranto passano dagli 8,60 euro al chilogrammo della quinta settimana di ottobre ai soli 7,00 euro della seconda settimana di novembre, perdendo così 1,60 di valore in due settimane (-18,6%). Perde quota anche Bari, che tra fine ottobre e metà novembre passa da 9,15 euro di prezzo medio per l'olio extravergine di oliva ad 8,75, perdendo 0,40 euro al chilo (-4,4%).

 

In Calabria a Gioia Tauro l'extravergine passa da 9,20 euro al chilo della quinta settimana di ottobre agli 8,40 euro della seconda di novembre, lasciando sul terreno 0,80 euro di valore (-8,7%), mentre a Cosenza cala da 9,05 euro ad 8,75, perdendo 0,30 euro al chilo (-3,3%).

 

In controtendenza le piazze siciliane, con una prevalenza di piazze stabili (Agrigento, Palermo e Trapani) o in lieve aumento (Ragusa, Messina e Siracusa).

 

Italia, la siccità condiziona la produzione 2024

La siccità e il caldo record nelle principali regioni produttrici come la Puglia e la Sicilia fanno crollare la produzione nazionale di olio d'oliva. Secondo le stime elaborate da Ismea in collaborazione con Unaprol e presentate il 27 settembre a Ortigia, nell'ambito di uno degli eventi collaterali del G7 Agricoltura, si prevede un quantitativo di circa 224mila tonnellate, il 32% in meno rispetto alla scorsa campagna.

 

Pur essendo ancora le prime stime, passibili quindi di aggiornamento e affinamento man mano che saranno disponibili informazioni sulle frangiture e quindi sulle rese, se confermate, farebbero retrocedere l'Italia dal secondo al quinto posto nel ranking mondiale dei principali Paesi produttori.


A pesare sulla campagna sarà soprattutto il dato pugliese dove si stima un raccolto praticamente dimezzato rispetto allo scorso anno. Nella regione, che da sola rappresenta circa un terzo degli uliveti nazionali, la fioritura e l'allegagione si sono mostrate abbastanza ridotte quest'anno, con le piante andate in stress idrico a causa delle poche piogge estive e delle alte temperature. Situazione analoga in Calabria e Sicilia dove si stimano perdite che al momento, comunque, sembrano più contenute rispetto a quelle della Puglia.

 

Al crollo della produzione al Sud si contrappone l'aumento record fatto registrare nelle regioni del Nord, con un +75%, e del Centro (+70%) rispetto a un 2023 molto deficitario. Buone notizie arrivano anche sul fronte della qualità che si annuncia ottima, grazie all'impegno delle circa 400mila aziende agricole nazionali nel garantire un prodotto dagli standard elevatissimi, regalando all'Italia la leadership in Europa per il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 Dop e 4 Igp).

 

Giacenze in Italia di Evo al 31 ottobre 2024: -26,9%

In Italia le giacenze di Evo a fine ottobre 2024 si portano a 70.300 tonnellate, diminuendo sul dato di fine settembre di 2.770 tonnellate (-3,8%), ma - secondo Frantoio Italia, report numero 10/2024, il dato di ottobre 2024 è inferiore del 26,9% rispetto a quello di ottobre 2023, pari a 96.225 tonnellate: in un anno in pratica scompaiono ben 25.925 tonnellate di prodotto Evo in giacenza, una diminuzione legata ora alla fine del prodotto di campagna 2023-2024 e all'ingresso ancora marginale dell'olio novello nei magazzini.

 

L'olio Evo di produzione italiana rimasto alla fine del mese di ottobre 2024 è pari a 45.216 tonnellate, in aumento dello 0,4% sulle 45.030 tonnellate dello stesso mese del 2023. Ma Frantoio Italia avverte: "Nell'ambito dell'Evo sono da segnalare i dati della quantità di prodotto di origine europea ed extraeuropea che, confrontati con i valori al 31 ottobre 2023, risultano inferiori del 45,8% e del 73,5%, rispettivamente". Questo perché il crollo della produzione spagnola e del resto del bacino del Mediterraneo nello scorso anno aveva fatto crollare anche le importazioni, portando il mercato a razionalizzare le scorte, spingendo così al rialzo i prezzi, che ancora oggi si mantengono elevati, nonostante l'annunciata ripresa produttiva di tutti i Paesi del mediterraneo.

 

Spagna, previsioni ufficiali prudenti: +51%

La Spagna non ha novità rispetto a due settimane fa e conferma stime prudenti sulla campagna olivicolo olearia appena iniziata il 1° settembre 2024: archiviata dal Governo di Madrid una 2023-2024 da 853mila tonnellate di olio da pressione, che aveva fatto segnare comunque un progresso sulla campagna 2022-2023, nella quale si erano prodotte appena 664mila tonnellate, ora la stima ufficiale del Ministero dell'Agricoltura della Corona di Spagna è attestata a 1.289.882 tonnellate, al di sotto di tutte le stime ottimistiche circolate durante l'estate, quando si era parlato di 1,4 e 1,7 milioni di tonnellate di olio da pressione. Ove tale prudente previsione dovesse trovare conferma, si tratterebbe comunque di una ripresa produttiva pari a 436.882 tonnellate sulla trascorsa campagna 2023-2024 (+51,2%).

 

Il dato climatico relativo a questa previsione - orientata alla ripresa produttiva - è rappresentato dagli eventi atmosferici che tra aprile e maggio 2024 hanno portato molta acqua sulle principali aree coltivate ad oliveto della penisola iberica.

 

AgroNotizie® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale