A pochi mesi dal riconoscimento Unesco a Langhe-Roero e Monferrato, la tutela del paesaggio vitivinicolo è diventata la priorità numero uno. Cosa comporta l’iscrizione alla World heritage list? Come conservare il titolo e salvaguardare il sito? Quale gestione delle coltivazioni? La Federazione interregionale degli Ordini dei dottori agronomi e forestali del Piemonte e Valle d'Aosta per rispondere a queste domande organizza giovedì 4 dicembre alle 14,30 presso i Tenimenti Fontanafredda di Serralunga d’Alba (Cn) un seminario dal titolo “La gestione del territorio agroforestale nell’area Unesco di Langhe-Roero e Monferrato” per affrontare le ricadute sul territorio del riconoscimento Unesco insieme a popolazione e specialisti del settore.

Il sito ha un’estensione di oltre dieci mila ettari e tocca 29 comuni nelle tre province di Cuneo, Asti e Alessandria. I paesaggi vitivinicoli del Sud Piemonte sono il frutto del lavoro dei contadini di Langhe, Roero e Monferrato che da generazioni lavorano i versanti delle colline per produrre vini di successo mondiale e una bellezza paesaggistica unica al mondo. "È il cinquantesimo sito iscritto dall’Italia nell’elenco Unesco – commenta Marco Bonavia, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Cuneo –, ma è il primo di cui si riconosce espressamente la dimensione culturale del territorio rurale. Un’affermazione di importanza storica perché certifica il valore delle tradizioni agricole che hanno plasmato quel paesaggio e che ne sono diventate una componente fondamentale e caratterizzante".
Mentre i francesi della Borgogna e della Champagne aspettano ancora il loro turno, in Italia la tutela del paesaggio vitivinicolo d’eccellenza è diventata un motivo di vanto. "Per mantenere il titolo bisogna salvaguardare il sito, quindi conservare le viti e proteggerle dalle malattie – spiega Marco Devecchi, presidente dell’Ordine astigiano – Uno fra tutti, la Flavescenza dorata, un fitoplasma che attacca la vite (in particolare la Barbera) provocandone la morte. Questo è solo uno dei motivi per cui i vigneti di Langhe, Roero e Monferrato vanno monitorati: la nostra categoria è, e sarà, a fianco dei viticoltori in tutte le fasi di coltivazione per la tutela delle colline piemontesi e del loro inestimabile valore economico e culturale".

Apriranno i lavori gli interventi di Alberto Valmaggia, assessore regionale all'Ambiente, urbanistica, programmazione territoriale e paesaggistica, sviluppo della montagna, foreste, parchi, protezione civile, Gualtiero Freiburger, assessorato all'Agricoltura, Roberto Cerrato, presidente del Centro Studi sul Paesaggio Culturale delle Langhe, e Andrea Sisti, presidente del Consiglio dell'Ordine nazionale dei dottori agronomi e dottori forestali. Seguiranno le relazioni di Marco Devecchi, presidente dell’Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della Provincia di Asti, e dei dottori agronomi Alberto Mallarino, Edoardo Monticelli e Claudia Costa. Al termine degli interventi è prevista una tavola rotonda che chiamerà professionisti del paesaggio, rappresentanti della Regione Piemonte, sindacati agricoli e delegati del Corpo forestale a confrontarsi sul tema. Modera i lavori Carlo Cerrato.

Informazioni e iscrizioni: 011/4373429 odaf.piemonte-valledaosta@conaf.it