“Degustazioni remote” e “vini a doppia maturazione ragionata”: nel futuro prossimo dell'enologia potrebbero diventare frasi quotidiane.

Oggi sono ancora relegate ad alcune ricerche di avanguardia svolte nell'ambito del progetto Winenet, realizzato nell’ambito del Programma per la cooperazione transfrontaliera Italia-Slovenia 2007-2013, che ha interessato i territori delle Regioni italiane Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna e le regioni slovene Goriška e Obalno-Kraška. L'attività d'indagine è stata coordinata dal Cirve, Centro interdipartimentale per la ricerca in viticoltura ed enologia dell'Università di Padova, che a Conegliano è uno dei fulcri della ricerca e della sperimentazione avanzata di settore.

Il progetto, presentato nello stand della Regione del Veneto a Vinitaly (Padiglione 4 – spazi D4 E4), è nato come ricerca applicata con l'obiettivo di migliorare la filiera confrontando modelli viticoli, tecnologie ed esperienze per individuare e diffondere quelle che vengono chiamate le best practice. In questo lavoro sono stati coinvolti gruppi di ricerca viticola ed enologica a livello universitario, gruppi che si occupavano di sperimentazione e trasferimento di tecnologia fino ai produttori e alle cooperative vitivinicole.

I risultati, presentati dal professor Vasco Boato del Cirve, hanno riguardato appunto i primi vini creati con “doppia maturazione ragionata”: una soluzione utile a migliorare le caratteristiche organolettiche dell'uva grazie a una particolare forma di vendemmia differita, che consiste nell'effettuare un taglio nel trancio per creare due diverse “popolazioni” di grappoli, che raggiungono una maturazione diversificata. I primi vini ottenuti con questo sistema, un Refosco e un Verduzzo, sono stati degustati al termine della presentazione. Si tratta di esiti di uno studio che potrà portare persino a sviluppare tipologie di vino completamente nuove, capaci di adattarsi a mercati e gusti diversificati, mantenendo salde radici nel territorio e nella sua tradizione storica.

Per condividere i risultati, i gruppi di ricercatori coinvolti in Winenet sono stati dotati di una infrastruttura informatica in grado di far loro condividere i risultati al punto da organizzare anche “degustazioni remote” dei vini, con parametri unici e condivisi pur tra spazi ed esperienze molto diverse.

Gli esiti del progetto sono disponibili nel sito del progetto Winenet.