Iniziamo dalla fine, dai quotidiani di questi ultimi giorni, tutti impegnati a strillare, chi più chi meno, l'ennesimo allarme alimentare, quello della diossina nelle uova e nei suini tedeschi. “Il Mattino” dell' 8 gennaio annuncia la chiusura di 5mila allevamenti di ovaiole come conseguenza di un atto che “Avvenire” definisce criminale (l'azienda responsabile della contaminazione non avrebbe denunciato per tempo il problema). “Libero” del giorno seguente si affretta a dire che le nostre uova sono sicure, mentre il “Corriere della Sera” preferisce descrivere i rischi che le diossine comportano, un'informazione ineccepibile dal punto di vista formale, ma certo non “tranquillizzante”. Il 10 gennaio, si legge ancora sul “Corriere della Sera”, arriva l'invito a non preoccuparsi ma anche a non abbassare la guardia. Insomma, tranquilli e spaventati. Suggerimenti più pratici dalle pagine del “Giornale” che insegna come interpretare le misteriose scritte che compaiono sulle uova, dalle quali è possibile risalire alla provenienza e a molte altre informazioni. “Il Sole 24 Ore” dell'11 gennaio dà informazione sui controlli in corso per evitare l'ingresso di prodotti contaminati, ma il problema dalle uova si sposta ai suini dopo la scoperta della presenza di diossine anche in alcuni allevamenti tedeschi. Ne scrive “Repubblica” del 12 gennaio e nello stesso giorno “La Stampa” ricorda ai sui lettori che molti prosciutti (non quelli Dop, però) sono prodotti con cosci di importazione. Merita una sottolineatura il titolo del “Secolo XIX” che il 12 gennaio annuncia che lo scandalo diossina ha portato all'abbattimento di 140 capi. Una goccia nel mare di suini allevati in Germania...

E prima della diossina c'era stato l'allarme per un decesso attribuito ai prioni di vacca pazza, che il 7 gennaio aveva occupato le pagine di molti giornali, fra i quali “Unità” e “Repubblica”. Come se non bastasse, ecco tornare anche l'influenza suina, quella costata milioni di euro per vaccini poi inutilizzati. Immemori dell'inutile allarmismo del passato, la notizia ha fatto breccia su alcuni giornali e fra questi il “Gazzettino” del 12 gennaio. Su quanto siano costati i falsi allarmi alimentari si interroga con un interessante articolo “Vanity Fair” in edicola il 13 gennaio.

 

Bilanci e previsioni

Prima che le emergenze alimentari prendessero il sopravvento, i quotidiani si erano a più riprese impegnati nel fare il punto sulla situazione dell'agricoltura nel passaggio da un anno all'altro. Così “Italia Oggi” in edicola la vigilia di Natale analizzava la politica francese nei suoi rapporti con l'estero. Per la “Padania” del 31 dicembre il 2010 è stato archiviato come un anno di svolta per l'agricoltura lombarda. E il 2 gennaio la “Nuova del Sud” ha tracciato un quadro delle sfide che per il 2011 attendono l'agricoltura. Non poteva mancare “Il Sole 24 Ore” che il 3 gennaio ha pubblicato un'attenta analisi dei problemi e delle opportunità che attendono in questo nuovo anno gli operatori del settore agricolo. Ancora dal “Sole 24 Ore” si apprende il 4 gennaio che i fondi dei Psr sono stati completamente utilizzati e dunque rientra il pericolo che parte dei sostegni comunitari potessero tornare nelle casse di Bruxelles. C'è anche spazio per commentare i dati sui consumi di prodotti agroalimentari durante le feste di fine anno (“Il Tempo”, 5 gennaio) e per analizzare i dati del nostro export, che vedono ai primi posti formaggi e spumante come si legge su “La Stampa” del 9 gennaio.

 

Materie prime in tensione

Il passaggio dal 2010 al 2011 non azzera le preoccupazioni per le tensioni sui mercati internazionali che continuano a premere sulle materie prime. Il 30 dicembre il “Corriere della Sera” affida a un'intervista al presidente di Confagricoltura, Federico Vecchioni, il compito di fare un bilancio sulla situazione dei mercati. Intanto il prezzo del grano vola alle stelle, scrive nello stesso giorno “Repubblica”. A complicare la situazione arrivano i disastrosi effetti del maltempo in Australia, descritti il 2 gennaio da “La Stampa”. Ed è allarme secondo la Fao per il prezzo dei prodotti alimentari come si può leggere su “Il Sole 24 Ore” del 6 gennaio. Di spettro della crisi alimentare si parla sulle colonne di “Europa” del 7 gennaio mentre “Il Sole 24 Ore” dell'8 gennaio avverte che le piogge di fine 2010 hanno compromesso in Italia le semine di grano e dovremo attenderci un maggiore ricorso alle importazioni. Di tensione sui prezzi delle materie prime si parla il 10 gennaio anche su “Herald Tribune” mentre “Il Sole 24 Ore” del 12 gennaio avverte che anche in Francia si preannuncia una minore disponibilità di grano.

 

Vino e bollicine

I giornali non si sono dimenticati del vino, specie quello con le bollicine, protagoniste delle feste di fine anno. Dal magazine di Repubblica, “Venerdì” in edicola il 24 dicembre si è appreso che nei superstore britannici il Cartizze ha fatto concorrenza al celebrato Champagne. A Milano, scrive “Finanza e Mercati” del 30 dicembre, lo spumante ha battuto lo Champagne. Intanto il 2011 si apre con nuove opportunità per i vini leggeri, questa la previsione che si legge su “Il Resto del Carlino” del 3 gennaio. “Italia Oggi” dell'8 gennaio avverte però che il nuovo anno sarà per il vino una stagione a due velocità. Curioso l'articolo pubblicato il 9 gennaio sul “Corriere della Sera” a proposito delle aste dei vini dove si va a caccia di beni rifugio. Tanto che arrivano anche i “falsari” di bottiglie, come si legge nello stesso giorno sul “Il Sole 24 Ore“.

 

Pastori al palo

Infine la zootecnia, dove la protesta dei pastori è finita sui giornali non tanto per la crisi del pecorino ancora da risolvere, ma per lo “strano” blocco subito dai manifestanti, che non sono nemmeno riusciti a raggiungere Roma. Se ne parla sul “Corriere della Sera” del 30 dicembre e nello stesso giorno anche su “Unità” e “Manifesto”. In sofferenza c'è non solo il prezzo del latte ovino, ma anche quello di vacca per il quale non si riesce ancora a raggiungere un accordo fra industrie e allevatori. Anche il recente incontro fra le parti, scrive “Il Cittadino di Lodi” del 12 gennaio, ha dato fumata nera. E sul mancato accordo interviene poi “La Gazzetta di Mantova” del 13 gennaio sottolineando le distanze che separano allevatori e industrie.