Un progetto triennale per contribuire allo sviluppo e alla competitività dell'orticoltura delle aree meridionali. Questo l'obiettivo del Prom, il Progetto di ricerca avviato nel 2006 - e che terminerà il 31 agosto prossimo - che ha impegnato 37 Unità operative tra Università (Catania, Napoli, Potenza, Torino, Verona), Centri ed Unità di ricerca del Cra (Ort, Orl, Ora, Cin, Pav, Iaa, Cer, Ssc), Istituti del Cnr (Bari, Milano, Napoli), Aziende sperimentali dei Ss Agricoli regionali (Sicilia, Basilicata, Calabria, Campania).

Nel progetto sono state prese in considerazione 15 orticole: asparago, cappero, cavolfiore, cavolo broccolo, cipolla, fagiolo, melanzana, melone d’inverno, peperone, pomodoro da mensa, pomodoro da industria, leguminose minori (cece, cicerchia, fava, lenticchia), che insieme rappresentano il 60% dell’intera superficie e produzione orticola delle sei regioni meridionali. A queste si sono aggiunte tre tipi di ricerche trasversali: una per valorizzare i prodotti sia freschi che trasformati, la seconda per diagnosticare pericolose virosi emergenti in aree meridionali e conoscerne diffusione, danni e possibile controllo e la terza per mettere a punto mezzi di lotta per il contenimento di patogeni tellurici in sistemi orticoli intensivi. Complessivamente sono state affrontate ricerche relative a 174 “azioni”, ciascuna intesa come una serie di attività in grado di fornire un risultato tangibile e quantificabile (Tab 2).
Per ogni specie le attività di ricerca sono state coordinate dal responsabile della Unità operativa maggiormente impegnata; quindi: A. Falavigna - asparago; F. Branca - cappero; F. Branca - cavolfiore e cavolo broccolo; M. Schiavi - cipolla; B. Parisi - fagiolo mangiattutto per coltura in serra; B. Campion - fagiolo da granella; G.L. Rotino - melanzana; G. Nervo - peperone; N. Acciarri - pomodoro da mensa; I. Giordano - pomodoro da industria; M. Zaccardelli - leguminose minori; L. Tomassoli - virus; G. Polizzi - patogeni tellurici.
Sintesi delle attività svolte e risultati ottenuti
Il miglioramento genetico, finalizzato essenzialmente alla resistenza genetica contro malattie e stress termici, ha riguardato: asparago, cavolfiore a corimbo colorato, cipolla, fagiolo mangiatutto rampicante per coltura in serra, fagiolo per coltura di pieno campo, melone d’inverno, melanzana, peperone e pomodoro da mensa. I materiali genetici presi in considerazione sono stati principalmente varietà locali di pregio e linee selettive ottenute in precedenti progetti. Il metodo applicato è stato quello convenzionale basato sull’incrocio (intra o interspecifico) e la selezione di piante o progenie con le caratteristiche desiderate. Per asparago, cipolla, melanzana, melone d’inverno e peperone sono state anche adottate tecniche di coltura in vitro (antere od ovuli) per ridurre i tempi che portano alla sintesi di linee pure; inoltre per melanzana, melone d’inverno, peperone e pomodoro da mensa sono state studiate tecniche genetico-molecolari per individuare marcatori associati a caratteri di interesse agronomico, da adottare per la selezione assistita.
Le migliori linee ottenute sono state valutate negli ambienti meridionali tipici di coltivazione e quelle più meritevoli rilasciate a ditte sementiere per lo sviluppo di nuove varietà. Le varietà tradizionali di: cavolfiore a corimbo viola, cipolla, fagiolo da pieno campo, leguminose minori, melanzana, melone d’inverno, peperone e pomodoro, sono state riprodotte in purezza e caratterizzate su base produttiva, qualitativa, ed eventualmente genetico molecolare. Tale materiale è stato o sarà rilasciato in via prioritaria ai relativi consorzi di tutela, ed in alternativa, a ditte sementiere.
Considerato che quasi tutte le varietà delle specie orticole coltivate in Italia sono costituite all’estero e che il rinnovo varietale è rapidissimo, sono state condotte prove di confronto varietale, allo scopo di predisporre aggiornate liste di orientamento varietale.

Le prove sperimentali concernenti aspetti agronomici e fitopatologici, riguardanti pomodoro da mensa, melone d’inverno, pomodoro da industria, melanzana e leguminose minori, hanno permesso di migliorare sia la produzioni unitaria che la qualità del prodotto adottando tecniche a minimo impatto ambientale. Inoltre è stata collaudata una tecnica di coltivazione in vaso di pomodoro da mensa pienamente rispondente alle esigenze sempre più avvertite in relazione al risparmio dei fattori tecnici e salvaguardia dell’ambiente. Attraverso le analisi chimiche ed organolettiche è stato possibile caratterizzare soprattutto le varietà locali per aspetti nutritivi (es. fagiolo, leguminose minori), nutraceutico (asparago, cappero, cavolfiore, cavolo broccolo, fagiolo, melanzana, peperone, pomodoro da mensa) e qualitativo (es. melone d’inverno). Un’ulteriore valorizzazione del prodotto è avvenuta attraverso processi tecnologici di: trasformazione industriale (varietà commerciali e locali di pomodoro da industria), surgelazione (cavolfiore a corimbo viola,) e produzioni della cosiddetta V gamma (cavolfiore, melanzana, peperone).

Gli studi riguardanti diagnosi e diffusione di batteri (fagiolo) funghi (melone, asparago, melanzana, peperone, pomodoro) e virus patogeni (cucurbitacee, asparago, pomodoro) hanno consentito di mettere in atto sistemi di prevenzione ed eventualmente di controllo.
La presentazione delle attività svolte e dei risultati ottenuti è avvenuta semestralmente attraverso una relazione analitica predisposta da ciascuna Unità operativa. Il coordinatore del progetto ha sintetizzato attività e risultati mettendo in evidenza le collaborazioni sia interne che esterne al progetto. Nel secondo semestre 2008 l’attività svolta ed i risultati ottenuti sono stati riportati “on line” attraverso il progetto “Monitor” messo a punto dalla sede di Roma del Cra.

La diffusione dei risultati ottenuti è avvenuta attraverso:
• la pubblicazione di 149 lavori, di cui 46 sono riassunti di relazioni presentate a congressi nazionali ed internazionali (Tab. 4);
• la visita guidata alle prove sperimentali realizzate in pieno campo od in ambiente protetto;
• il rilascio di materiali di linee innovative a ditte sementiere per il loro utilizzo nei programmi di miglioramento genetico “commerciale);
• lo svolgimento di seminari tematici dedicati principalmente ai tecnici dei servizi regionali di sviluppo agricolo;
• la realizzazione di una monografia per ciascuna specie presa in considerazione nel progetto, comprendente aspetti colturali, situazione varietale, malattie e relative resistenze genetiche, sintesi dei principali risultati ottenuti nel progetto, malattie e modalità di controllo (verrà pubblicata su Dvd e ampiamente diffusa, anche attraverso i servizi regionali).

I benefici derivati da questo progetto sono stati molteplici: la crescita scientifica delle Unità operative del Sud e sviluppo di sinergie come conseguenza dell’approccio “interdisciplinare” e “verticale” delle ricerche condotte in ciascuna specie orticola; l'aumento di produzione unitaria e miglioramento della qualità del prodotto attraverso l’individuazione delle varietà migliori; la valorizzazione di varietà locali di pregio; il minore impatto ambientale derivato dall’impiego di varietà resistenti a malattie e dall’adozione della tecnica di produzione integrata; la possibilità di attrarre investimenti privati (ditte sementiere italiane e internazionali) in attività di miglioramento genetico e di produzione seme attraverso la cessione sub conditio dei materiali genetici ottenuti in questo progetto.