A fine novembre la Ue ha approvato numerosi programmi di lotta ad alcune malattie animali fra le più temibili sia per i danni arrecati agli allevamenti, sia per le possibili conseguenze sull'uomo (zoonosi). I programmi sono stati presentati dai singoli Stati membri in funzione della loro specifica realtà sanitaria e numerosi sono ovviamente anche gli interventi proposti dall'Italia. Si inizia con alcune malattie “classiche”, come brucellosi e tubercolosi bovina per le quali sono già stati ottenuti ottimi risultati nel controllo, ma nei confronti delle quali è necessario continuare la sorveglianza. L'importo messo a disposizione è pari a 0,5 euro per ogni animale sottoposto a campionamento. In più la Ue interviene per il 50% nelle spese sostenute per gli indennizzi agli allevatori ai quali siano stati abbattuti gli animali. Complessivamente la cifra messa a disposizione è di 14,5 milioni euro (3,5 milioni per la brucellosi dei bovini, altrettanti per quella degli ovicaprini e 7,5 milioni per la tubercolosi).

 

Bluetongue

Per la lotta alla bluetongue, per la quale è necessario dare il via alle campagne di vaccinazione, la Ue interviene per il 50% sulle spese sostenute per la campagna di prevenzione. Anche in questo caso per ogni animale sottoposto a campionamento per accertare o meno la presenza della malattia la Ue interviene con 0,5 euro.

I contributi Ue per le malattie animali
malattia contributo massimo (euro)
Brucellosi bovina 3.500.000
Brucellosi ovi-caprina 3.500.000
Tubercolosi bovina 7.500.000
Febbre catarrale 300.000
Salmonellosi (aviare) 1.000.000
Peste suina (classica e africana) 160.000
Malattia vescicolare dei suini 730.000
Influenza aviare 800.000
Bse 7.000.000

E' però fissato un limite assai ristretto, appena 300mila euro. Segno che da parte della Ue si presuppone che la febbre catarrale non possa determinare forti danni. Speriamo abbiano ragione.

 

Salmonellosi

Più complessa la manovra prevista per i programmi di controllo delle salmonellosi in campo avicolo, complessità conseguente anche ai problemi che questa zoonosi può determinare nell'uomo. Come per le altre malattie l'intervento per le spese di campionamento degli animali si ferma a 0,5 euro per animale. A questo si aggiunge il contributo pari al 50% per le spese sostenute per gli esami batteriologici, per i test sull'efficacia dei presidi sanitari utilizzati e per l'acquisto di vaccini. Essendo una patologia che prevede l'abbattimento degli animali colpiti, è previsto l'indennizzo (sempre al 50%) ai proprietari degli animali sacrificati. E' bene ricordare che il programma contro la salmonellosi riguarda solo le specie Gallus gallus (polli da carne e ovaiole) e Meleagris gallopavo (i tacchini). Il contributo finanziario dell'unione è fissato a un milione di euro.

 

Influenza aviare

Sempre per il settore avicolo l'Italia ha ottenuto l'approvazione del programma di controllo dell'influenza aviare, che può usufruire degli aiuti per il campionamento che resta di 0,5 euro per il pollame, ma sale a 5 euro nel caso di volatili selvatici, che come noto possono rappresentare un serbatoio dell'infezione. Il contributo della Ue destinato all'Italia è di 800mila euro.

 

Peste suina

Non poteva mancare il comparto suino, per il quale i programmi di controllo delle malattie si fermano alla peste suina (classica e africana) e alla malattia vescicolare. Negli standard i contributi per i campionamenti (0,5 euro), ma si ferma a soli 160mila euro il limite fissato per la peste suina e a 730mila quello per la malattia vescicolare. Speriamo siano sufficienti.

 

Vacca pazza

Sempre alta la guardia nei confronti delle encefalopatie trasmissibili, la tristemente famosa Bse o vacca pazza. In questo caso il limite degli importi a carico della Ue sale a 7 milioni di euro e Bruxelles si fa anche carico del 100% delle spese sostenute dei test per la diagnosi. E' fermo invece al 50% (come per le altre malattie) il concorso della Ue per i rimborsi agli allevatori i cui animali sono abbattuti. Ma per fortuna la Bse sembra ormai solo un brutto ricordo.