Il giacimento di fosfati più grande del mondo è in Europa, nel Sud della Norvegia.
La società anglonorvegese Norge Mining, dopo ulteriori ispezioni dei siti individuati già nel 2018, ha stimato un giacimento di almeno 70 miliardi di tonnellate di rocce fosfatiche.
Una quantità sufficiente a coprire l'attuale fabbisogno mondiale di fosforo e di fosfati per circa 50 anni e che di fatto costituisce da sola la metà di tutte le riserve di fosforo del mondo: fino ad oggi infatti i giacimenti minerari di fosforo conosciuti erano stimati in 71 miliardi di tonnallete dall'Us Geological Survay, l'Istitituo Geologico degli Stati Uniti d'America.
Il fosforo sta diventando un elemento sempre più strategico perché utilizzato per la produzione dei pannelli solari, delle batterie Lfp (litio ferro fosfato) per le auto elettriche e anche, in piccole quantità, per i processori elettronici per i computer.
Ma l'altro fondamentale uso di questo elemento è per la produzione dei fertilizzanti fosfatici.
Oggi, ben il 90% dei fosfati estratti dall'industria mineraria è destinata alla produzione di fertilizzanti.
Ma per l'aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, dovuto anche alla guerra in Ucraina, l'Unione Europea ha messo il fosforo e la fosforite - la roccia prevalentemente utilizza per l'estrazione dei fosfati - tra le materie prime del Critical Raw Materials Act, la proposta di regolamento per garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche.
E la domanda di fertilizzanti fosfati è in continua crescita, soprattutto nei paesi emergenti, con una prospettiva di mercato di 207 miliardi di dollari entro il 2026.
Fino ad oggi i maggiori giacimenti mondiali di fosfati erano in Marocco, con un potenziale estrattivo di 50 miliardi di tonnellate, seguiti da quelli cinesi con 3,2 miliardi di tonnellate di minerali.
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Ma a livello industriale e commerciale il primato mondiale si inverte.
Il principale produttore mondiale di fertilizzanti fosfatici è infatti la Cina, con 85 milioni di tonnellate di prodotte lo scorso anno, seguita dall'industria marocchina che ha prodotto 38 milioni di tonnellate di fertilizzanti.
Ora le riserve del giacimento norvegese possono cambiare completamente gli equilibri mondiali della produzione di fertilizzanti, mettendo la Norvegia in una posizione di leader mondiale, e non solo per i concimi fosfatici.
Il Paese scandinavo infatti è anche uno dei principali produttori di concimi azotati con il gruppo Yara, nato accanto all'industria petrolifera norvegese.
La produzione dei fertilizzanti azotati infatti non necessita di miniere, dal momento che ben il 78% dell'aria che respiriamo è costituita da azoto, ma necessita di un grande fabbisogno energetico per i processi di sintesi industriale, oggi fornito dai combustibili fossili.
La scoperta del giacimento norvegese sposta così in Europa uno dei poli strategici per la produzione globale dei fertilizzanti.
In Europa, ma non nell'Unione Europea, dal momento che né la Norvegia, né il Regno Unito (altro Paese a cui fa capo la Norge Mining) fanno parte dell'Unione.