Nei giorni scorsi è stata finalmente pubblicata la guida all'etichettatura e del suo allegato, con quasi otto mesi di ritardo rispetto a quanto stabilito nel regolamento stesso. Relativamente alla guida, la Commissione ha già chiaramente scritto che si tratta di un documento d'orientamento e che non ha (per fortuna) valore legale, lette alcune strane interpretazioni degli esperti. Ad inizio febbraio sono state diffuse le bozze dei regolamenti delegati per l'inclusione delle nuove Categorie di materiali costituenti (Cmc 12, 13, 14) ed è stato pubblicato il documento con le Faq che a nostro avviso non rispondono ad alcune delle questioni più importanti sotto il profilo applicativo.
Per titolare l'articolo abbiamo preso spunto dal titolo di un libro, restando in tema letterario, citiamo da "Il Gattopardo": “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”, per meglio spiegare la situazione in cui ci troviamo.
Non sappiamo se nel prossimo incontro si affronterà l'idea di un eventuale slittamento dell'entrata in vigore ma notiamo che non è solo l'Italia ad essere in ritardo.
Sul sito della Ue vediamo, ad esempio, che diciannove paesi su ventisette hanno nominato l'autorità di notifica, cosa che si sarebbe dovuta fare entro aprile 2020. Con terrore segnaliamo che non esiste ancora un solo ente di certificazione e non ci risulta che quelli accreditati per altre norme stiano facendo a gomitate per esserlo anche per il Reg. (Ue) 2019/1009.
D'altronde in Italia, oltre a non esserci ancora l'autorità di notifica, manca ovviamente anche l'ente di accreditamento (Accredia?) che dovrebbe fornire le linee guida per le società che aspirano a diventare organismi di certificazione.
Restiamo in Italia per segnalare che il tavolo di lavoro sui fertilizzanti non si riunisce da oltre un anno e che il gruppo di lavoro creato nell'ultimo incontro con lo scopo di pianificare l'implementazione del Dlgs 75/2010 con il nuovo regolamento sui prodotti fertilizzanti, non si è mai nemmeno ufficialmente costituito. Riteniamo che, per essere pronti entro luglio 2022, avrebbero già dovuto iniziare i lavori di revisione del sistema di registrazione (Sian) di fabbricanti e fertilizzanti che, al contrario, sarà ancora più difficile da gestire dopo l'introduzione dell'obbligo d'accesso tramite identità digitale.
Un cenno, infine, al ritardo dei lavori del Cen per la standardizzazione delle norme, ad esempio il comitato tecnico che lavora sui biostimolanti, a sua volta diviso in 5 gruppi, ha alcune decine di norme armonizzate da mettere a punto, più della metà ancora non sono state avviate e non è stato pubblicato ancora nemmeno uno standard: già si parla di deroghe fino a gennaio 2025.
Alla luce di tali dinamiche, col clima di totale incertezza che aleggia a livello tanto Ue quanto locale e viste le molte cosa ancora da fare, oltre ad augurarci che, come già accaduto con più di un Regolamento Ue, si riesca a far slittare di un anno l'applicazione del 2019/1009, chiediamo agli operatori del settore di avere ancora pazienza. Con molta probabilità, solo dopo la riunione autunnale del gruppo esperti della Commissione si potranno avere indicazioni più precise in merito alle tante zone grigie che ancora avvolgono la materia a livello comunitario mentre non vediamo la luce in fondo al tunnel per quanto concerne le implementazioni a livello nazionale.