Nell’ambito dell’annuale assemblea di Assofertilizzanti, l’associazione di Federchimica che raggruppa le principali aziende del settore della fertilizzazione svoltasi lo scorso 27 maggio, è stato realizzato un incontro pubblico sul tema “Scenari per l'industria dei fertilizzanti tra vincoli comunitari e globalizzazione dei mercati”
L’appuntamento è stato moderato da Giorgio Dell'Orefice di Agrisole.

La relazione di Valeriano Balloni del Dipartimento di Economia dell’Università Politecnica delle Marche ha evidenziato il “ritardo dell'economia italiana” dovuta sia a pigrizia, sia a fattori ambientali. Di fatto l’Italia, assieme a Francia e Germania sono le ultime, in fatto di crescita economica e del PIL, negli ultimi 15 anni nell'Europa a 25. I fattori fondamentali per lo sviluppo che saranno cruciali per la ripresa saranno, così come avvenutoi già in America, le nuove tecnologie e l’impegno consapevole nella tutela dell’ambiente.
“La crescita innovativa va alimentata a 360 gradi” ha affermato Balloni, passando dall’attuale "piccolo bello ma non in grado di affrontare le sfide del mercato" al "piccolo e in rete per sfidare l’economia".

Secondo Luigi Vannini, Direttore del Dipartimento di Economia e Ingegneria Agraria all’Università di Bologna, l’agricoltura è in grande difficoltà e "in disagio"; di fatto nei prossimi 10 anni nulla rimarrà come in passato. Ma quale sarà il futuro?
Il cambiamento sarà legato all’evoluzione del “mercato globale” che favorisce la massima competizione e concorrenza, specialmente da parte di paesi emergenti sotto il profilo economico molto agguerriti. A questo va aggiunto che la domanda interna è in flessione negli ultimi anni.
“Crisi o ritardo?” Secondo Vannini oggi siamo in ritardo ma questo ritardo è prossimo a diventare crisi se il sistema non reagisce. Aree di opportunità da conquistare in quanto il livello di inefficienza delle filiere agroalimentari è molto evidente e i campi di miglioramento ed opportunità sono decisamente ampi. Si deve lavorare sulla dimensione delle imprese, sull'innovazione tecnologica, sull’organizzazione degli acquisti, sul ricambio generazionale nella gestione delle imprese, e, di fatto, sul sistema paese.
Ricerca e sviluppo come chiave di volta con 4 parole chiave: aggregazione, concentrazione, specializzazione, innovazione.
E in questo contesto di settore per il mondo dei mezzi tecnici, fertilizzanti in particolare, il futuro non si delinea costellato di stratdinari successi.
“Di fatto... non c'è alternativa all'innovazione”.

Anche Marco Caliceti, membro del Comitato di presidenza dell'ANGA e componente comitato bioenergie di Confagricoltura è sulla stessa lunghezza d’onda: innovare e spostare il focus anche su colture energetiche.
Secondo Caliceti la coltivazione al fine della produzione di bioenergia deve essere vissuto come come valvola di sfogo per le aree in cui non è possibile operare sulla qualità e sulla differenziazione. Se oggi le DOP italiane rappresentano, numericamente, il 22% delle DOP europee, di fatto, in quantità di prodotto commercializzato, rapresentano meno del 10% della produzione nazionale.
In molte zone si dovrà lavorare per produrre “energia ad ettaro”, investendo non solo in terreni marginali, ma anche in terreni di qualità prima impiegati per la produzione di colture non più remunerative.

Pietro Ceserani, presidente di Compag – Confcommercio, ha invece fatto la fotografia del settore distributivo: oggi in Italia operano circa 5.000 aziende nella commercializzazione di mezzi tecnici per gli agricoltori e di questi oltre 3.000 non arrivano a 25.000 € di fatturato. Gli operatori professionali sono quindi meno di 2.000 e, complessivamente cessano la loro attività circa 300 commercianti all'anno.
La flessione negli ultimi anni è stata sia in quantità di merce venduta, sia in valore della stessa. Una nota polemica è emersa sulla scarsa professionalità di molte aziende (sia agricole che commerciali) per cui mancano le analisi del terreno per fertilizzare correttamente ed adeguatamente mentre è stato auspicato un maggiore coinvolgimenbto dei produttori nella formazione dei commercianti.

L’incontro è stato chiuso da Narciso Salvo di Pietraganzili, presidente di assofertilizzanti che ha evidenziato come il settore dei fertilizzanti sia doppiamente penalizzato dall’attuale globalizzazione: da una parte la globalizzazione sui fertilizzanti riduce i margini operativi per le aziende associate, dall’altro la globalizzazione della produzione agricola toglie risorse alle aziende clientgi.
Assofertilizzanti, che raggruppa circa 50 aziende e rappresenta il 95% della produzione di fertilizzanti in Italia, sta operando per favorire la crescita (strutturale e di competenze) sia delle industrie associate ma anche nei rivenditori e nella stessa azienda agricola, consapevole che l’innovazione tecnologica è l’unica proposta per affrontare il futuro.

Per informazioni: Assofertilizzanti http://www.assofertilizzanti.it/

Sotto: Il tavolo dei relatori: da sinistra Pietro Ceserani, Valeriano Balloni, Giorgio Dell’Orefice, Luigi Vannini e Marco Caliceti.
Assofertilizzanti convegno 27 maggio 2006