Il diserbo del mais in Italia è stato storicamente affidato ai trattamenti di pre emergenza. "Se si può seminare si può anche diserbare" è il mantra che ha guidato l'operato di moltissimi agricoltori per decenni. Tuttavia le restrizioni a livello normativo e le bizze del meteo stanno rendendo sempre più interessanti anche i trattamenti in post emergenza, sia precoci che tardivi.
Occasione per fare il punto della situazione è stato il Campo Demo Diserbo Mais 2022, un evento organizzato da Agricola 2000 (insieme al Disafa dell'Università degli Studi Torino e al Carb, Cooperative Agricole Riunite Bresciane) che rappresenta il punto di incontro tra aziende, tecnici e agricoltori per mettere a confronto strategie differenti di gestione della flora spontanea.
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La sorghetta, vero grattacapo del maiscoltore
Il Campo Demo Diserbo Mais 2022 è stato organizzato su un appezzamento nel comune di Milzano, in provincia di Brescia, caratterizzato da un terreno piuttosto sciolto. Le semine sono avvenute il 24 marzo scorso, mentre la coltura è stata oggetto di trattamenti diserbanti il 28 marzo scorso (per il pre emergenza), il 20 aprile scorso (per il post emergenza) e lo scorso 10 maggio (per il post emergenza tardivo).
Le precipitazioni, in generale scarse, sono avvenute a fine marzo, con un timing perfetto per attivare il diserbo di pre emergenza, e poi successivamente tra il 20 aprile e il 4 maggio scorsi, per un totale di circa 35 millimetri.
Nella parcella non trattata si conta bene l'infestazione di Chenopodium album
(Fonte foto: AgroNotizie)
Le principali specie infestanti sono: per quanto riguarda le dicotiledoni, il Chenopodium album, la Portulaca oleracea, l'Amaranthus retroflexus, la Galinsoga parviflora, il Solanum nigrum e l'Abutilon theophrasti. Mentre per quanto riguarda le graminacee troviamo la sorghetta da rizoma (Sorghum halepense), nonché Digitaria sanguinalis e del giavone (Echinochloa crus-galli).
L'unica specie davvero di difficile gestione è la sorghetta, una pianta rizomante che si presenta in maniera disomogenea all'interno del campo e che può arrecare seri danni alla produttività entrando in competizione diretta con il mais.
"La sorghetta è difficilmente controllabile con i prodotti ad azione residuale, tipici dei trattamenti di pre emergenza, e richiede dunque un intervento successivo, in post emergenza, per essere eliminata", spiega Francesco Vidotto, professore di Agronomia e Colture Erbacee presso il Disafa dell'Università degli Studi di Torino.
La sorghetta da rizoma è una delle infestanti chiave in maiscoltura
(Fonte foto: AgroNotizie)
I tecnici di Agricola 2000 hanno testato differenti strategie di gestione della flora spontanea. Inoltre, presso il Campo Demo Vetrina sono state provate le strategie messe a punto direttamente dalle ditte produttrici.
"Tutte le strategie hanno garantito un buon controllo delle infestanti, anche se nei trattamenti di pre emergenza è scappata qualche malerba che tuttavia non rappresenta una vera minaccia alla produttività del campo", sottolinea Davide Fantini, tecnico di Agricola 2000.
Diserbo pre e post emergenza a confronto
Come ricordato, storicamente i maiscoltori italiani si sono affidati al diserbo di pre emergenza, effettuato immediatamente dopo la semina del mais. Questo per una ragione di carattere operativo importante: se si può seminare ci sono anche le condizioni per entrare a diserbare.
Tuttavia il diserbo di pre emergenza necessita di piogge per attivarsi, condizione sempre più imprevedibile visti gli effetti dei cambiamenti climatici. Inoltre le molecole usate nel pre emergenza, avendo carattere residuale, pongono la questione dell'impatto sull'ambiente.
Un esemplare di amaranto
(Fonte foto: AgroNotizie)
"Un caso interessante è quello rappresentato dalla terbutilazina, una sostanza attiva dicotiledonicida che a causa della sua persistenza è oggetto di importanti restrizioni", specifica Vidotto.
D'altro canto il diserbo di post emergenza, pur controllando efficacemente tutte le infestanti, anche quelle più difficili come la sorghetta, ha il problema di avere una finestra di applicazione molto più stretta, dovendo l'operatore intervenire in specifici momenti di sviluppo della coltura. Questa limitazione può creare problemi nel caso in cui le piogge primaverili impediscano una tempestiva entrata in campo.
Si fa strada il diserbo in post emergenza precoce
Come sottolineato da Mirko Zanardini, direttore del Carb, una soluzione innovativa che sta guadagnando una certa fetta di mercato è il diserbo in post emergenza precoce con prodotti tipicamente utilizzati nel pre emergenza (sempre nei limiti d'uso riportati in etichetta).
Una tecnica che permette di avere una finestra applicativa molto più ampia e anche un controllo ottimale di tutte le specie infestanti, anche di quelle che hanno una crescita maggiormente scalare. Si tratta di una soluzione che inoltre permette di posizionare il diserbo in concomitanza delle piogge, che in questo modo consente una pronta attivazione ed una eliminazione efficace della flora spontanea.
La gestione delle resistenze agli Als inibitori
Nel pianificare la strategia di diserbo del mais e la selezione dei prodotti più idonei occorre tenere in considerazione anche il tema delle resistenze. Sono infatti ormai presenti in Italia delle popolazioni che hanno sviluppato delle resistenze a specifici meccanismi d'azione.
In particolare, ad avere problemi di efficacia sono tutte le sostanze attive che ricadono nella famiglia degli Als inibitori, quelle sostanze cioè che inibiscono l'enzima acetolattato sintetasi. Secondo i dati del Gire, Gruppo Italiano Resistenza agli Erbicidi, le specie coinvolte sono: Amaranthus retroflexus, Amaranthus tuberculatus, Echinochloa crus-galli, Echinochloa spp., Papaver rhoeas e Sorghum halepense.
Una vista dall'alto delle parcelle di Campo Demo Diserbo Mais 2022 (Milzano, Brescia)
(Fonte foto: AgroNotizie)
Per questo motivo, oltre ad osservare le buone pratiche di gestione agronomica del campo, come ad esempio le rotazioni colturali, è necessario monitorare attentamente i propri appezzamenti per individuare eventuali popolazioni resistenti e scegliere di conseguenza il trattamento erbicida più indicato.
In ogni caso sarebbe sempre bene utilizzare i prodotti che contengono al loro interno sostanze attive con meccanismi d'azione differenti. In questo modo risulta molto più difficile la selezione di malerbe in grado di sopravvivere ad un normale trattamento erbicida.