"Si tratta di un progetto biennale finanziato dal dipartimento Agricoltura con fondi del Servizio fitosanitario, inserito in un protocollo di ricerca tra dipartimento regionale Agricoltura e le Università di Palermo e Catania, che avrà l'obiettivo di sviluppare una serie di prove su una tipologia di larva che danneggia i frutti e su una cimice che provoca l'alterazione del gusto e lo svuotamento del pistacchio.
Prevista per il 28 giugno la prima visita congiunta in campo tra gli ispettori fitosanitari di Agrigento e i ricercatori delle due Università, per le prime indagini presso le aziende del settore" spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Antonello Cracolici.
Nei giorni scorsi, nell'Ufficio di gabinetto dell'assessorato Agricoltura, si è svolto un tavolo tecnico per definire il crono programma delle attività.
"Le attività del Servizio fitosanitario regionale puntano a tutelare il sistema agricolo dai rischi degli organismi patogeni che minacciano le produzioni" afferma il dirigente generale del dipartimento Agricoltura Gaetano Cimò. "Nelle prossime settimane partiranno le sperimentazioni sul campo anche per altri progetti: sulla cimice del nocciolo, sui parassiti che infestano i carrubi iblei e sulle virosi di recente scoperta che hanno preso di mira i pomodori nel ragusano".
Il progetto "Sviluppo di metodi per il controllo integrato dei fitofagi del pistacchio" ha l'obiettivo di sviluppare metodi per il controllo integrato dei fitofagi del pistacchio che possano essere applicati dalle aziende dedite alla produzione di pistacchio ricadenti nel territorio agrigentino.
In particolare saranno sviluppate tre attività:
- Approfondimento degli aspetti bio-etologici del complesso di cimici fitofaghe infeudate sul pistacchio.
- Identificazione e potenziamento del complesso degli antagonisti naturali, principalmente i parassitoidi oofagi, delle cimici del pistacchio.
- Messa a punto di metodi e strategie di prevenzione e contenimento delle principali specie fitofaghe del pistacchio.
Le specie fitofaghe su cui si concentrerà il progetto sono due specie di imenotteri spermocarpofagi, Megastigmus pistaciae ed Eurytoma plotnikovi, comunemente conosciuti come "vermi del pistacchio", e un complesso di specie fitomize, comunemente dette "cimici di campo".
Per quanto riguarda i "vermi" del pistacchio le femmine depongono le uova nei frutticini e successivamente le larve che con la loro azione trofica svuotano frutto e seme arrecando gravi danni alla produzione.
Il complesso di specie fitomize, comunemente dette "cimici di campo", nel territorio agrigentino da notizie bibliografiche è rappresentato soprattutto da quattro specie: Gonocerus insidiator, Spilostethus (=Lygaeus) pandurus, Piezodorus lituratus e Solenosthedium bilunatum.
Si tratta di specie di cui si hanno poche notizie relative a biologia ed etologia, appartenenti a quattro diverse famiglie di Rincoti Eterotteri, rispettivamente Coreidae, Lygaeidae, Pentatomidae e Scutelleridae. Tuttavia altri pentatomidi potrebbero essere presenti con livelli di popolazione variabili in funzione delle aree.
Gli adulti e le forme giovanili di queste cimici quando si nutrono a spese dei frutti nelle prime fasi di sviluppo con le loro punture di alimentazione determinano un aborto traumatico o "vuoto" che inibisce lo sviluppo dei cotiledoni e ne devitalizza il seme, mentre quando si nutrono sui frutti già sviluppati con il seme formato provocano un'alterazione nota come "cimiciato", che comporta un cambiamento del colore e del sapore del seme che diviene amarognolo.
In campo le popolazioni delle cimici possono essere limitate da alcuni antagonisti naturali, la cui attività necessita di potenziamento attraverso strategie che prevedono il prelievo in campo delle specie più idonee, l'allevamento in laboratorio, il loro rilascio controllato in campo e la valutazione dell'attività di controllo delle cimici.
In particolare, nel progetto si valuterà l'attività di controllo di alcune specie di parassitoidi oofagi dei generi Anastatus, Gryon, Ooencyrtus, Trissolcus che, sviluppandosi a spese delle uova delle specie fitofaghe, uccidono gli individui prima che questi possano compiere danno alla pianta.
Inoltre poiché l'introduzione degli antagonisti naturali beneficia di aumento della biodiversità, è prevista l'attuazione di strategie di habitat management che mirino al mantenimento e al potenziamento di infrastrutture ecologiche quali fonti nutritive alternative e di rifugio per i parassitoidi oofagi.