Un po' di storia
Il trattato sull'Unione Europea firmato a Lisbona il 13 Dicembre 2007 dai 27 stati membri ed entrato in vigore lo scorso 1° dicembre 2009, dopo la ratifica di tutti i paesi (per la cronaca il primo è stata l'Ungheria, l'ultimo è stato la Repubblica Ceca, l'Italia quattordicesima), conferma tra le priorità comunitarie la libera circolazione delle merci tra tutti i paesi dell'Unione e sancisce come qualunque barriera frapposta dai singoli stati membri possa essere sanzionata con il meccanismo della procedura d'infrazione, come quella comminata all'Italia nel 2002 per aver frapposto ostacoli alla libera circolazione dei farmaci e soprattutto quella del 2005 (2005/4063) riguardante proprio gli agrofarmaci. In un settore come quello agrochimico, dove come per i farmaci la commercializzazione degli agrofarmaci è soggetta a preventiva autorizzazione da parte delle autorità competenti – in Italia il Ministero della Salute – è più facile che gli stessi meccanismi di valutazione della sicurezza tossicologica e ambientale dei prodotti possano in alcuni casi costituire involontariamente degli ostacoli alla libera circolazione delle merci ed essere possibile causa di infrazione. Non a caso la normativa italiana in materia di importazioni parallele è stata modificata per ben due volte: il decreto originario del dicembre 1998 è stato cambiato prima nel 2006 per rispondere alla citata procedura d'infrazione 2005/4063 e poi nel 2007 per velocizzare ulteriormente le procedure, riducendone la durata dagli iniziali 90 giorni a 45.
Perchè le importazioni parallele
Ma perchè dovrebbe convenire effettuare un'importazione parallela da un altro paese membro? E soprattutto cos'è un'importazione parallela? Un'importazione parallela è l'importazione di un prodotto fitosanitario da un paese (che chiameremo A) a un altro (che chiameremo B) a condizione che l'agrofarmaco sia autorizzato in entrambi gli stati. In queste condizioni l'importatore, dopo aver ottenuto l'autorizzazione dalle autorità competenti, che effettuano alcune verifiche quali ad esempio l'equivalenza della composizione dei due prodotti, può acquistare il prodotto nel paese A, rietichettarlo secondo le condizioni di autorizzazione vigenti del paese B e commercializzarlo. Ma dove sta il guadagno? Le importazioni parallele si avvantaggiano di alcune situazioni di natura economica:
a) la standardizzazione dei prodotti per ridurre i costi consentendo economie di scala;
b) l'adozione di politiche di prezzi differenziate nei vari paesi EU per tenere conto del differente potere d'acquisto ma soprattutto per adeguarsi alla concorrenza.
Un'impresa potrà infatti riuscire a spuntare un prezzo maggiore in un paese dove ha scarsa concorrenza ma dove questa è presente dovrà per forza ridurlo per stare sul mercato. Siccome le differenze di prezzo possono raggiungere livelli notevolissimi, anche del 300%, è abbastanza facile intuire come spesso le importazioni parallele possano costituire un'ottima opportunità per importatori e utilizzatori.
Tutto bene quindi, anzi no.
Il Ministero della Salute ha recentemente pubblicato sul proprio portale il decreto 16 febbraio 2010 in cui viene revocata l'autorizzazione all'importazione parallela di ben 33 prodotti per presunte gravissime irregolarità. Il provvedimento indica infatti che lo stabilimento che il titolare della domanda ha indicato quale sito di riconfezionamento per i 33 prodotti, Menora Gmbh, Metahofgasse 30, A-8020 Graz (Austria), dopo un controllo effettuato dalle autorità austriache su richiesta del ministero italiano, sarebbe risultato inesistente. Lasciando alle parti tutti gli approfondimenti e i chiarimenti del caso, ci permettiamo solamente di ribadire l'importanza delle importazioni parallele quale strumento per incrementare l'offerta di nuovi mezzi tecnici per le aziende agricole, a patto che tutto ciò venga condotto secondo le regole e soprattutto nel rispetto della normativa vigente. Anche il regolamento 1107/2009 sull'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari, di imminente ma graduale attuazione, conferma lo strumento delle importazioni parallele quale sistema per agevolare l'incremento dell'offerta dei prodotti fitosanitari per le aziende agricole.
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Fonte: Agronotizie