Lo scopo è quello di realizzare iniziative comuni finalizzate a promuovere lo sviluppo e il ruolo del biometano verso la società civile, le università, le organizzazioni e le istituzioni pubbliche e private in genere. Industria, trasporti, settore agricolo, utilities e associazioni ambientaliste si uniscono quindi grazie alla piattaforma affinché l’Italia diventi produttore di un biocarburante avanzato 100% made in Italy, dando un impulso concreto allo sviluppo del settore che potrebbe essere innovativo per la bioeconomia nei prossimi anni.
Con un adeguato sistema legislativo a supporto, infatti, l’Italia sarebbe nelle condizioni di raggiungere una produzione di 10 miliardi di m3 di biometano al 2030, di cui almeno 8 da matrici agricole (pari a circa il 12-13% dell’attuale fabbisogno annuo di gas naturale), non solo senza ridurre il potenziale dell’agricoltura italiana nei mercati alimentari, ma accrescendo la competitività e sostenibilità delle aziende agricole. La capacità di coprire il fabbisogno italiano annuo passerebbe così dall’attuale 12-13% al 25%. I nuovi investimenti creerebbero, inoltre, 15mila nuovi green jobs. Già oggi l’Italia è il secondo produttore di biogas europeo dopo la Germania e il quarto produttore mondiale dopo Cina, Germania e Stati Uniti.
Premiato Montello
Durante la presentazione del Protocollo d’intesa, la Piattaforma tecnologica nazionale sul (Bio)metano ha premiato Montello Spa di Bergamo che con il suo impianto, consorziato Cic, è il primo esempio in Italia nella produzione di biometano esclusivamente dal trattamento dei rifiuti organici della raccolta differenziata urbana e nell’immissione di biometano nella rete nazionale gas.Gestione dei rifiuti, agricoltura e trasporti: i vantaggi del biometano
Prodotto sia da sottoprodotti di origine agricola e colture d’integrazione, sia dalla frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, la produzione e l’utilizzo del biometano avviene evitando di liberare il carbonio sequestrato nei giacimenti di combustibili fossili. Per questo, il biometano rappresenta un contributo agli obiettivi di contenimento dell’aumento della temperatura fissati dall’Accordo di Parigi per il contrasto ai cambiamenti climatici.
La valorizzazione del biometano - sottolinea la Piattaforma - acquisirebbe un ruolo strategico in accordo con i principi dell’economia circolare nella gestione dei rifiuti urbani, in agricoltura e nel sistema trasporti.
Il Cic stima ad esempio che entro il 2020 si arriverà ad una raccolta di rifiuti organici intorno a 8 Mton/anno, di cui 6 Mton/anno costituiti da Forsu. Se tutta la frazione umida dei rifiuti urbani fosse riciclata negli impianti dedicati, oltre ai 2 Mton/anno di fertilizzante organico si potrebbe generare un quantitativo di biometano pari a circa 300.000.000 kg/anno, più che sufficienti ad alimentare le flotte di mezzi destinati alla raccolta di tutti i rifiuti urbani prodotti.
In ambito agricolo, ricorda il Cib, sono attivi oltre 1300 impianti con una potenza installata di 1200 MW. Dal 2009 il settore della digestione anaerobica in agricoltura ha sviluppato investimenti per oltre 4 miliardi di euro creando 12mila posti di lavoro, che potrebbero raddoppiare entro il 2020.
Sul fronte dei trasporti, un veicolo a biometano, ad esempio, ha le stesse emissioni di un veicolo elettrico alimentato interamente a energia prodotta da fonte eolica, ovvero 5 gC02eq/Km, il 97% in meno di un analogo veicolo alimentato a benzina. Inoltre, per i motori alimentati a metano e biometano sono praticamente assenti le emissioni di particolato (-90/95% rispetto al gasolio) e gli ossidi di azoto sono ridotti del 50%.
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