John Deere ha un obiettivo in mente: permettere agli agricoltori di lavorare in modo più produttivo e sostenibile. In quest'ottica, durante il Sustainability Day 2022, ha presentato trattrici, mietitrebbie e attrezzature con tecnologie innovative che assicurano migliori performance e, al contempo, minore impatto ambientale.
Le nuove proposte del Cervo sfruttano le potenzialità offerte dall'elettrificazione, dalle alimentazioni alternative, dalla sensoristica e dal digitale per ridurre il consumo di risorse e soddisfare le richieste del Green Deal europeo.
Trattori JD verso l'elettrificazione
La ricetta di John Deere per la riduzione dell'inquinamento da CO2 è lo sviluppo di macchinari con ridotte emissioni, in particolare di mezzi elettrificati nelle famiglie prodotto di bassa potenza. Entro il 2026 arriveranno un trattore elettrico sotto i 100 cavalli, completamente autonomo e alimentato a batteria, ma anche trattorini per la cura del verde e veicoli utilitari compatti full-electric.
Intanto è già realtà il nuovo trattore ibrido 8R 410 eAutoPowr che - visto in azione con una botte per liquami Joskin - possiede la prima trasmissione a variazione continua con ripartizione elettromeccanica della potenza. La componente elettrica, a bassa usura e di lunga durata, alimenta il trattore e fornisce fino a 100 kW di potenza elettrica alle attrezzature più evolute, come ad esempio la seminatrice ValoTerra di Monosem.
Trasmissione a variazione continua con power split elettromeccanico del JD 8R 410 eAutoPowr
(Fonte foto: John Deere)
Modello Multifuel, non c'è solo il gasolio!
Sopra i 100 cavalli, consapevole che l'azionamento elettrico a batteria necessita di miglioramenti per poter alimentare i trattori più potenti, JD investe nei combustibili alternativi e svela il concept di trattore MultiFuel.
Sviluppato insieme al Centro tecnologico di Straubing e all'Università di Kaiserslautern nell'ambito del progetto Must5-Trak, il nuovo arrivato sembra un classico 6155 R ma sotto il cofano, nasconde un motore che funziona sia con gasolio sia con biodiesel, olio di colza, altri oli vegetali non esterificati e miscele. Grazie ai dati rilevati da sensori e a un sistema di intelligenza artificiale, l'electronic control unit del propulsore riconosce il tipo di carburante e gestisce le impostazioni garantendo un funzionamento ottimale e il rispetto dello Stage V.
L'uso di biocarburanti permette l'abbattimento delle emissioni di CO2 e, dalla loro produzione, si ottengono sostanze proteiche di alta qualità utilizzabili come mangimi per gli animali. In conclusione, l'impiego del trattore MultiFuel in aziende in grado di produrre internamente i combustibili, diminuirebbe la dipendenza dalle forniture di gasolio e mangimi, oltre che l'impatto ambientale.
HarvestLab 3000: prezioso per raccolta e fertilizzazione
Lavorare in modo più sostenibile significa anche raccogliere, in fase di raccolta, dati che aiutano a pianificare le operazioni successive. A partire dalla primavera 2023, le mietitrebbie JD Serie S e T potranno montare il sensore ad infrarosso vicino NIR HarvestLab 3000, già presente sulle trince semoventi e sul sistema Manure Sensing. Installato sull'elevatore della granella, il dispositivo misura in continuo e in tempo reale vari parametri qualitativi di grano, orzo e colza.
Misura dei parametri qualitativi del raccolto con il sensore JD HarvestLab 3000
(Fonte foto: John Deere)
Grazie al ricevitore StarFire e al modulo telematico JDLink, i dati rilevati da HarvestLab 3000 (tasso di umidità, amido, contenuto di proteine e oli) sono georeferenziati e possono essere inviati automaticamente al John Deere Operations Center per la successiva analisi.
Sulla base delle informazioni sito-specifiche, l'agricoltore può separare i lotti di prodotto di differente qualità per la successiva commercializzazione, ma anche individuare le aree del campo che hanno convertito meglio i nutrienti in resa, proteine e olio. Così, è poi possibile adottare una strategia di concimazione più efficace che tenga conto delle differenze nell'appezzamento e delle specifiche esigenze della coltura successiva, massimizzando resa e qualità.
I fertilizzanti sono troppo cari: John Deere ottimizza l'uso dei liquami
HarvestLab 3000 è utilizzabile anche in laboratorio per l'analisi dei liquami che stanno vivendo una rinascita a causa dell'aumento dei prezzi dei fertilizzanti minerali. Il sensore NIR misura l'effettiva quantità di azoto, fosforo, potassio contenuta nel liquame e fornisce dati utili che - combinati con la mappa di prescrizione - permettono al trattore e alla botte di variare in automatico l'applicazione del prodotto in funzione delle caratteristiche del sito riducendo gli sprechi.
Un metodo di concimazione efficiente e a basse emissioni è l'interramento dei liquami tra le file del mais a profondità di 10-12 centimetri appena prima della semina. In questo caso, si può usare il sistema JD AutoPath per la gestione automatica delle linee guida sugli attrezzi che registra la posizione delle file durante la fertilizzazione e la memorizza nell'Operations Center. I dati Gps prodotti sono poi usati dalle seminatrici per deporre i semi in corrispondenza delle strisce concimate.
Protezione delle colture, più precisa con la tecnologia
Non finisce qui. AutoPath permette anche la memorizzazione delle file di semina e quindi si rivela utile per guidare con maggior precisione una sarchiatrice incaricata di rimuovere le erbe infestanti. JD considera il diserbo meccanico una valida alternativa alla protezione chimica delle colture in determinate condizioni.
Nello stesso tempo, la casa del Cervo mira a ottimizzare i trattamenti fitosanitari offrendo irroratrici con sistema di guida controllato da GPS AutoTrac, controllo delle sezioni della barra SectionControl e sistema di gestione del singolo ugello ExactApply.
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Fonte: John Deere Italia