Se l'indicazione che arriva dalla strategia Farm to Fork è quella di raggiungere il 25% delle superfici coltivate con metodo biologico nel 2030, l'Italia precorre i tempi e punta a raggiungere quella percentuale nel 2027.
È quanto è scritto nel Piano Strategico Nazionale della Pac (Psp), il documento che declina a livello italiano la nuova programmazione Pac. L'Italia è fra i primi delle classe, in Ue, per quanto riguarda lo sviluppo del biologico.
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Un aiuto a raggiungere questo obiettivo potrebbe arrivare dai biodistretti, così come dalle certificazioni di gruppo biologiche. A tal proposito il podcast di seguito contiene la testimonianza di Alessandro Triantafyllidis, presidente del Biodistretto Val di Vara.
Ascolta l'intervento di Alberto Sturla, ricercatore del Crea Politiche e Bioeconomia, Alessandro Triantafyllidis, presidente del Biodistretto Val di Vara, e Agostino Santomauro, Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia.
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Secondo dati Eurostat l'Italia è fra i primi quattro Paesi (assieme a Francia, Spagna e Germania) come contributo alla superficie europea biologica (dati 2020). Per quanto riguarda invece l'incidenza di superficie a biologico in Italia rispetto alla Superficie Agricola Utilizzata (Sau), secondo quanto reso noto da Ismea, nel 2021 era del 17,4%. Gli ettari a biologico hanno superato i 2 milioni, con oltre 86mila operatori. Il biologico ha visto un ritmo di crescita sostenuto negli ultimi anni anche grazie al sostegno della Politica Agricola Comune.
Un quadro degli aiuti della Politica Agricola Comune per chi mantiene il biologico o per chi si converte è trattato nel podcast sottostante, dove il primo interrogativo posto è: Come stimolare gli agricoltori a convertirsi in nome della sostenibilità ambientale?
Ascolta l'intervento di Laura Viganò, ricercatrice del Crea Politiche e Bioeconomia, Fabio Chessa, agronomo, responsabile Cia - Agricoltori Italiani Settore Biologico, e Agostino Santomauro, Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia.
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Con l'avvio della nuova programmazione, nell'ambito dello Sviluppo Rurale, al biologico vengono destinati 2,13 miliardi di euro (risorse 2023-2027). L'attenzione al settore però è diversa da regione a regione.
L'infografica realizzata nell'ambito del progetto ParteciPAC22, cofinanziato attraverso il programma IMCAP dall'Unione Europea, mostra proprio quale percentuale dei fondi assegnati a ciascuna regione sia dedicata all'intervento SRA29.
Infografica: Fondi Psr e regioni italiane
Dalla percentuale sono escluse le risorse che risultano come trascinamento dalla programmazione 2014-2020. L'intervento SRA29 fa parte dei pagamenti per "Impegni ambientali, climatici e altri impegni in materia di gestione". Con la Pac 2023-2027 infatti lo Sviluppo Rurale prevede otto tipi di intervento e ogni regione, attraverso un complemento di programmazione, attua la propria strategia. In generale il biologico attrae il 16,4% delle risorse complessive.
Attraverso l'infografica scopriamo che le regioni che già vedono una maggiore incidenza di superficie a biologico sono anche quelle che continuano a puntare sul biologico, dedicando in proporzione maggiori finanziamenti. Sicilia, Calabria, Toscana e Puglia superano abbondantemente il 20% di impegno di risorse. L'Emilia Romagna, che nel 2021 vedeva un'incidenza del 17% di superfici biologiche rispetto alla Sau, con la nuova programmazione aumenta l'impegno passando dal 12% circa della Pac 2014-2020 al 20,5% della Pac 2023-2027.
Da un'analisi di Ismea, a testimonianza del contributo fondamentale alla crescita del biologico in Italia dei fondi Pac, emergono dati che dimostrano che il bio cresce lì dove supportato dall'uscita di nuovi bandi regionali (Misura 11, programmazione Pac 2014-2020).
In Unione Europa come sta il bio?
Una seconda infografica fotografa la situazione europea, Paese per Paese, per quanto riguarda il peso delle superfici biologiche rispetto alla superficie agricola (dati 2020, gli ultimi disponibili tramite Eurostat).
Infografica: Le superfici a biologico nei vari Stati Ue
Come si vede, alcune Nazioni sono già molto vicine al target 25% di Sau: Estonia e Svezia superano il 20% mentre l'Austria supera già il 25%.
Da un'analisi che riguarda l'orientamento produttivo, però, emerge come Paesi come Irlanda, Slovenia, Repubblica Ceca, Slovacchia ma anche Austria e Ungheria vedono la prevalenza assoluta di prati permanenti a biologico. Finlandia, Danimarca e Svezia concentrano il biologico su quelli che vengono chiamati terreni arabili (cereali, orticole, colture industriali, ortaggi a radice). L'Italia, secondo le ultime analisi relative al 2021, vede il 45% della superficie biologica coltivata a seminativi, il 26% a prati e pascoli, il 23% a colture permanenti. Il restante si divide fra terreni a riposo e ortaggi.
Biologico, ecco una realtà
Tra le numerose aziende agricole che credono nel biologico c'è Il Lombrico Felice, una realtà umbra che si estende per 54 ettari. Guidata da Luca Stalteri, oggi si dedica principalmente all'orticoltura seguendo, appunto, il metodo biologico. Per saperne di più guarda il video di seguito.
Guarda la videointervista a Luca Stalteri dell'Azienda agricola Il Lombrico Felice.
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Questo articolo è stato modificato in data 27 giugno 2023. Nello specifico è stato aggiunto l'ultimo paragrafo con il video.
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