Gestire la variabilità in campo per ottenere raccolti abbondanti razionalizzando l'uso di input produttivi. È questo l'obiettivo dell'agricoltura di precisione e FieldView è oggi uno degli strumenti più potenti a disposizione degli agricoltori.

Sviluppato in California e disponibile dal 2015 negli Usa, la piattaforma è stata acquisita da Monsanto, oggi di proprietà di Bayer, e aiuta ogni anno migliaia di agricoltori a gestire in maniera consapevole oltre 35 milioni di ettari in tutto il mondo.

Presto FiledView sarà disponibile anche in Italia e per far conoscere il prodotto agli operatori Bayer ha organizzato un evento presso l'azienda agricola Cazzola di Salizzole (Vr) di Paolo e Damiano Cazzola. Ben 5mila ettari, una parte dei quali gestiti in contoterzi, con vacche da latte e tre impianti di biogas.

Una realtà importante che ha potuto testare con mano le potenzialità di FieldView. Uno strumento che è stato accolto favorevolmente per la facilità d'uso e l'efficacia nell'assistere l'operatore nella gestione del campo.

"L’agricoltura digitale sta diventando una realtà anche in Italia. La piattaforma FieldView ci permette di fornire agli agricoltori soluzioni personalizzate, che consentano loro di ottenere migliori raccolti ottimizzando input e risorse, quali acqua e suolo", ha raccontato Marc Aupetitgendre, amministratore delegato Bayer Crop Science Italia.
 

Sensori e mappe per una agricoltura di precisione

Ma come funziona FieldView? La variabilità produttiva di un campo di mais (come di frumento o di pomodoro) è dettata in maniera principale dalla differente composizione del suolo. Registrando la produzione del campo, metro dopo metro, è possibile conoscere indirettamente quali sono le aree in cui il terreno è maggiormente fertile e quelle in cui lo è meno.

Per farlo vengono usate delle raccoglitrici dotate di sensori di carico che valutano peso e qualità della granella che viene raccolta. Grazie a CFV Drive, un piccolo device da montare nella cabina della trincia, i dati vengono inviati direttamente alla piattaforma FieldView (è anche possibile usare una semplice chiavetta Usb e scaricare i dati al termine del lavoro).
 
Climate FieldView Drive puù essere montato direttamente in cabina
Climate FieldView Drive puù essere montato direttamente in cabina
(Fonte foto: Ivano Valmori - AgroNotizie)

Una volta che si è generata una mappa di produzione, in cui il campo è suddiviso in aree con produttività omogenea, si possono gestire tutti gli input produttivi in maniera variabile. Si possono dunque generare mappe di semina in cui la densità varia a seconda della capacità del suolo di 'sostenere' le piante. E grazie alla banca dati interna alla piattaforma è anche possibile individuare l'ibrido di mais più performante per il proprio areale.

Ma si possono generare anche mappe per la concimazione, che in linea di massima sarà più abbondante dove il terreno è 'povero' e meno consistente dove il terreno è ricco di sostanza organica.

Il risultato? Alla fine dell'anno si avrà una maggiore uniformità di produzione e un risparmio sugli input. Perché alle piante sarà fornito ciò di cui hanno bisogno quando ne hanno bisogno, né più né meno.
 

Benvenuti satelliti

Per la coltura del mais uno dei fattori cruciali è l'apporto idrico alla coltura. Se la pianta entra in stress le produzioni ne risentono sotto il profilo quantitativo e della sanità della granella. Per questo FieldView sfrutta le immagini scattate dai satelliti della costellazione Sentinel per generare delle mappe di evapotraspirazione e di vigore del campo.

Le prime indicano il consumo di acqua della vegetazione in modo che sia possibile per l'agricoltore programmare i turni irrigui scongiurando il rischio che la coltura resti 'a secco'. Intervenire con una irrigazione quando la pianta è già entrata in stress è infatti poco utile, perché il mais ha già subito dei danni.

Attraverso le mappe di vigore l'agricoltore potrà invece vedere, in maniera chiara attraverso l'uso di colori differenti, quali sono le zone a maggiore vigoria e quelle che invece sono in sofferenza. Certo, sarà sempre necessario un sopralluogo in campo, perché una vigoria stentata potrebbe essere dovuta a varie cause (stress idrico, parassiti, malattie fungine, etc.), ma poter andare a colpo sicuro nell'area sofferente è un bel vantaggio.
 

"Oggi gli agricoltori hanno bisogno di tecnologie che funzionino e siano prontamente disponibili per essere implementate in azienda", ha sottolineato Roberto Confalonieri, professore all'Università degli studi di Milano e fondatore di Cassandra tech. L'agricoltura digitale permette di "fare la cosa giusta, al momento giusto, nel posto giusto e nel modo giusto".

Concetto ribadito anche da Fabio Roverso, climate business lead in Italia per The climate corporation (la società che ha sviluppato Climate FieldView). "In Italia - ha affermato - abbiamo oltre mille agricoltori che hanno usato la nostra piattaforma nel 2019 e le valutazioni sono state estremamente positive. FieldView è uno strumento estremamente intuitivo e facile da usare. Con mappe dei campi e rapporti in tempo reale, gli agricoltori si sentono in grado di risolvere i problemi in modo più efficiente e di implementare più test su diverse varietà, densità di semi, fertilizzanti e agrofarmaci oltre ad analizzare facilmente e rapidamente i risultati".