Riportiamo in questo articolo i contenuti del seminario dal titolo omonimo, organizzato da Utilitalia, Federazione delle aziende operanti nei servizi pubblici dell'acqua, dell'ambiente, dell'energia elettrica e del gas, nell'ambito della fiera Ecomondo, con la partecipazione di rappresentanti dei settori idrico, agricolo, del mondo universitario e della politica per discutere in merito ai benefici dell'utilizzo dei fanghi come ammendanti o fertilizzanti.
Riassumiamo brevemente le principali criticità evidenziate dai relatori.

In generale, esiste una grande ignoranza riguardo ai benefici per la società e l'ambiente derivati dall'utilizzo di questo ammendante biologico.
I vari relatori hanno messo in evidenza la necessità di informare correttamente tutti i portatori d'interesse, a partire dallo Stato italiano, poiché ha recepito le direttive europee in modo inutilmente più restrittivo emanando leggi poco chiare, quindi interpretate in modo non omogeneo da parte delle varie amministrazioni pubbliche locali.

Gli operatori delle utilities dell'acqua hanno segnalato la necessità di realizzare campagne informative per l'utente finale, che spreca enormi quantità d'acqua, generando di conseguenza una maggiore quantità di fanghi da gestire.
Stessi utenti che talvolta formano parte dei comitati che, senza alcuna ragione scientifica o legale, si oppongono sistematicamente alla costruzione o potenziamento dei depuratori e all'utilizzo dei fanghi nelle campagne. Purtroppo, la scoperta di alcuni smaltimenti illeciti dei fanghi di depurazione ha compromesso il settore, penalizzando coloro i quali li gestiscono in modo corretto.

Con questo articolo, dunque, speriamo di evidenziare scientificamente i vantaggi derivati dall'impiego dei fanghi in agricoltura.
 
  • Sicurezza. I fanghi dei depuratori fognari sono sottoposti a innumerevoli controlli durante il loro processo di trattamento e maturazione, tutti tracciabili. Pertanto, spargendoli nelle campagne, l'agricoltore sa esattamente quanto azoto, fosforo e altri nutrienti organici sta apportando al terreno.
    E' ormai assodato che dopo il trattamento e maturazione, i fanghi sono privi di agenti patogeni.
  • Legalità. La normativa vigente consente l'utilizzo dei fanghi in agricoltura, nei limiti agronomici previsti. Da un punto di vista pratico, l'agricoltore non avrebbe alcun vantaggio a superare tali limiti, anzi rischierebbe di perdere produttività se spargesse i fanghi in una quantità più elevata dell'occorrente, per cui le argomentazioni dei comitati ambientalisti, che accusano gli agricoltori di "ecomafia", sono del tutto infondate.
    I benefici e aspetti legali della disciplina dell'utilizzo agronomico dei fanghi sono ben spiegati dal vice questore aggiunto forestale Giuseppe Giove, in un articolo da scaricare dalla web del Corpo forestale italiano.
  • Risparmio sui costi. Rispetto ai trattamenti con concimi chimici, il risparmio complessivo per l'agricoltore risulta di 145 euro/ettaro sulla concimazione con azoto e 185 euro/ettaro sulla concimazione con fosforo.
  • Riduzione dello stress idrico. L'aumento del tenore di materia organica del terreno comporta una maggiore capacità di ritenzione idrica dello stesso, con conseguenti risparmi sui costi di irrigazione e riduzione dell'erosione dei suoli.
  • Benefici ambientali. La perdita di materia organica dei suoli italiani ha portato all'incremento del dissesto idrogeologico, con esondazioni e frane più frequenti proprio perché i terreni non riescono a trattenere l'acqua piovana e questa scola più velocemente.
     
Concludendo, i relatori hanno evidenziato la necessità di una revisione del D.Lgs. 27/1/1992, n. 99. Tale decreto recepisce la Direttiva 86/278/Cee, poi modificata dalla Direttiva 91/692/Cee, concernente la protezione dell'ambiente ed in particolare della componente biotopica.

Tutti i relatori hanno convenuto sul considerare il menzionato D.Lgs. cervellotico. La ragione è che, nonostante i suoli del Mediterraneo abbiano forte bisogno di materia organica, nei due ultimi decenni i vari governi hanno supinamente accettato dal Centro Nord europeo delle restrizioni all'utilizzo dei fanghi, che hanno una certa logica in tali paesi (suoli ricchi di materia organica e clima umido tutto l'anno) ma non hanno alcuna ragion d'essere in Italia (suoli poveri di materia organica e clima prevalentemente secco o con stagioni secche).
Inoltre, senza alcun fondamento scientifico, i legislatori italiani hanno recepito tali normative in modo ancora più restrittivo.

La Redazione ringrazia Utilitalia e i relatori del convegno:
Paolo Giacomelli, direttore area ambiente Utilitalia; Roberto Mazzini, Gdl Acque reflue Utilitalia; professore Enrico Bonari, Scuola universitaria Sant'Anna di Pisa; senatore Stefano Vaccari, 13a Commissione Ambiente del Senato; Pier Carlo Anglese, Confservizi Lombardia; Nicola Gherardi, Confagricoltura Emilia Romagna; Andrea Aliscioni, MM Spa; Marco Acri, Smat Spa; Pier Paolo Piccari, Herambiente Spa; Massimo Aiello, Acea ambiente; Massimiliano Baldini, Aqp Spa; professore Claudio Ciavatta, dipartimento Scienze agrarie Università di Bologna; dottoressa Michela Allevi, Efar Italia.

Nel seguente video riportiamo integralmente le varie presentazioni per i lettori e lettrici che vorranno approfondire l'argomento.
 
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