Clima rigido sulla Penisola: l'effetto della neve al suolo
Il peggioramento nevoso che ha interessato - con abbondanti nevicate sino in pianura - le regioni settentrionali, ha potuto godere d’importanti contributi artici: il persistente vortice ciclonico scandinavo prima e la saccatura canadese poi.
Le restanti aree, per lo più sgombre da nubi, devono fare i conti con minime ampiamente sotto lo zero: tra le tante spiccano sicuramente i -10°C a Cuneo, i -7°C di Malpensa, i -6°C di Piacenza, Bolzano e Torino, i -5°C di Novara, i -4°C di Milano, Bergamo e Verona.
Meteo invernale
Le temperature - nella prima parte mensile che sta per concludersi - sono risultate spesso sensibilmente inferiori alla media trentennale. Considerando un trend orientato al ribasso anche per il medio termine, sarà assai probabile che la chiusura mensile mostrerà una ferma anomalia termica negativa.
Difatti la configurazione barica, osservata nelle proiezioni modellistiche, è tale per cui masse d'aria fredde continueranno a confluire senza troppi ostacoli nel cuore del Mediterraneo.
Analisi
Esaminando la disposizione delle figure bariche principali vengono identificate due elementi principali: la permanenza dell’alta pressione di blocco sull’Atlantico e le infiltrazioni gelide dall'Artico russo fino ai confini italiani. Il contributo umido oceanico perderà gradualmente consistenza, grazie all’elevazione del muro anticiclonico azzorriano sui settori occidentali europei.
La tenuta della barriera alto pressoria non sarà però totale: ci sarà una certa intromissione ciclonica dai quadranti europei di ponente, che se confermata potrebbe aprire un corridoio instabile sulla penisola Iberica.
Tendenza
A questo punto nascono ipotesi differenti: il modello Ecmwf (modello di previsione europeo) propende maggiormente su una più intensa ingerenza "russa", mentre il modello Gfs (di previsione americano) sostiene in maggior misura un'azione più umida a caratterialmente atlantica. Nelle ultime ore però vi è stata una significativa virata da parte del modello statunitense, che ha iniziato a propendere per scenari più invernali sin dai primi giorni della nuova settimana.
In ogni caso vengono evidenziate sostanziali differenze di previsione tra i due modelli: Gfs propone scenari maggiormente freddi ed umidi, grazie al contributo di alcuni nuclei ciclonici in entrata dall’Atlantico, con neve a bassissima quota. Ecmwf propende invece per l'isolamento dell’Azzorriano sulla Scandinavia; la rottura del blocco causerebbe un’interferenza fredda solo indiretta, e quindi più lieve.
Evoluzione
Il quadro meteorologico resterà sostanzialmente variabile sino al weekend, con instabilità a tratti sulle regioni adriatiche e meridionali, ove sono attese piogge sparse e nevicate a quote relativamente basse. La chiusura settimanale porterà con sé un temporaneo peggioramento operato di una veloce perturbazione atlantica, in successiva espansione verso oriente.
I primi giorni della nuova settimana vedranno un generale miglioramento, ma nel contempo un calo delle temperature per via di correnti gelide da levante. Non si esclude l'arrivo di un vortice ciclonico dai Balcani. Tale configurazione porterà un netto peggioramento sui litorali adriatici e nelle regioni meridionali, con precipitazioni nevose fino in pianura.