Dopo il bel tempo e le temperature miti di questi ultimi giorni, alle porte della nuova settimana l’inverno tornerà nuovamente protagonista portando aria molto fredda di stampo polare.


Il punto della situazione

L'alta pressione regna incontrastata su buona parte delle zone occidentali del Continente, limitando i fronti perturbati oceanici nel Nord Europa. Nonostante questo la nuvolosità non manca anche alle latitudini più basse: grazie alle inversioni termiche generate dall'anticiclone, infatti, vengono favorite spesse coltri di nubi molto basse, in qualche caso associate anche a nebbie persistenti.
L’Italia però, grazie alla propria conformazione, risente di una blanda circolazione settentrionale che veicola aria più fredda sulle regioni meridionali, ove si osserva una certa variabilità con precipitazioni isolate. Non si tratta in ogni caso di fenomeni significativi, con il grosso dell'aria gelida artica confinata sul comparto balcanico.


Analisi

Dopo il top del periodo anticiclonico il bel tempo avrà i giorni contati: già al termine della settimana si avrà un sensibile cambio circolatorio in espansione dai quadranti occidentali, quindi dall'Atlantico.
Il ritorno dell’inverno sull’Italia sarà graduale, riconducibile nelle prime fasi all'intensa attività ciclonica sull’areale canadese, la stessa responsabile del lungo periodo primaverile. Le infiltrazioni umide andranno a destabilizzare l’alta pressione in due lobi: uno resterà sulla Scandinavia, mentre l'altro verrà respinto in pieno Atlantico. Nella palude barica, almeno inizialmente, transiteranno deboli impulsi instabili responsabili di un sensibile peggioramento nelle regioni tirreniche.
La stratosfera subirà un eccezionale riscaldamento sul comparto siberiano che, propagandosi verso il Pacifico, innescherà una forte dislocazione del Vp (vortice polare) al di fuori del Polo geografico.
La successiva elevazione del campo anticiclonico azzorriano sull'Atlantico andrà ad incentivare ulteriormente la rottura dell'intera struttura ciclonica, ma resta da comprendere quanto e come l'intero impianto circolatorio sarà in grado di influenzare i piani inferiori della troposfera, la fascia dell'atmosfera che si trova a diretto contatto con la superficie terrestre.


Evoluzione

Il primo evidente sintomo della mutazione barica si manifesterà nell’arco di pochi giorni. Un nucleo gelido scenderà dai quadranti nord occidentali nel cuore dell’Europa, portando freddo e gelo. E' ancora da determinare il carattere del blocco atlantico, che deciderà l’ingresso dell'aria gelida nel Mediterraneo.
Questo blocco anticiclonico ricopre un ruolo fondamentale sul diretto andamento meteorologico sulla Penisola; al momento i centri di calcolo sembrano concordi nel vedere le ingerenze fredde sull’Italia solo in un secondo momento, con l'ingresso dell’aria gelida dalla Valle del Rodano. Una dinamica di questo tipo comperta tipicamente un maggior coinvolgimento delle regioni centro settentrionali.


Tendenza

Il periodo di eccezionale mitezza terminerà gradualmente alle porte del weekend, quando dai quadranti occidentali arriverà aria più umida ed instabile di natura atlantica. Gli effetti si avranno principalmente sulle regioni tirreniche, mentre le restanti aree saranno interessate per lo più da annuvolamenti sparsi e banchi di nebbia sulle pianure e nelle vallate appenniniche centro settentrionali.
Al giro di boa mensile si assisterà ad una graduale flessione termica, per effetto dell'aria fredda in entrata dalla valle del Rodano. Un peggioramento si espanderà gradualmente nelle regioni centro settentrionali, ove non mancheranno nevicate anche a quote basse.
Le regioni meridionali saranno raggiunte solo successivamente in concomitanza della formazione di un'area ciclonica sui bacini italiani.