Dopo i tentennamenti iniziali, la circolazione atlantica prenderà il sopravvento e caratterizzerà gli scenari meteorologici delle prossime settimane. Il rischio alluvione sarà principalmente indotto da un persistente blocco anticiclonico orientale, che impone significativi ostacoli alle classiche evoluzioni dei vortici depressionari.
Come anticipato il rischio alluvione è alto
Occorre prestare la massima attenzione. Su alcune zone del Nordovest - Liguria e Piemonte - le piogge risulteranno intense e persistenti. E cresce la preoccupazione per le aree alluvionate, ove le operazioni di ripristino del territorio non sono ancora terminate.
La causa principale del pericolo
L’assetto barico che si sta creando sull’Europa è uno dei peggiori. Una depressione atlantica si sta infiltrando nel bacino del Mediterraneo, resterà bloccata per alcuni giorni sui mari occidentali da un persistente blocco anticiclonico posizionato sulla parte orientale del Continente. Il richiamo di correnti caldo umide, in seno alla circolazione ciclonica che insisterà per più giorni sulle stesse zone, esporrà le regioni a precipitazioni di forte intensità.
L'aria molto umida proveniente dal Mediterraneo che scorre innanzi al sistema frontale, andrà ad impattare per più giorni contro la barriera montuosa italiana, innescando nubi temporalesche auto rigeneranti associate ad abbondanti fenomeni. L'ondata di piogge non sarà caratterizzata tanto dall'intensità dei fenomeni, ma dalla loro durata: 3-4 giorni di copiose e costanti precipitazioni rappresenteranno un pericolo su molte zone. I principali centri meteorologici attendono accumuli superiori ai 100-150mm ma non si escludono picchi di 200-300mm. Molti corsi d'acqua e i laghi saranno soggetti a possibili esondazioni.
La situazione migliorerà nel momento in cui il muro alto pressorio aprirà un varco d’uscita verso oriente. Questo accadrà quando l'azione erosiva sarà tale da permettere al vortice ciclonico di spostarsi verso est. Indicativamente nei primi giorni della prossima settimana.
Evoluzione, scatta una nuova allerta
Le aree più a rischio di dissesto idrogeologico, come la Liguria, la pedemontana piemontese e la Lombardia occidentale (in particolare la zona Laghi), saranno le più colpite dal maltempo. Già questa sera sono attesi i primi fenomeni e con il passare delle ore, la perturbazione aggraverà la sua azione; l’apice alluvionale è atteso tra sabato e domenica. Cuneese, Biellese, Vercellese, Ossola, Verbano, Varesotto, Comasco, Lecchese, Orobie e Prealpi bresciane saranno le zone ove pioverà di più. Alla lista occorre aggiungere - in un secondo tempo - anche Lunigiana, Garfagnana, Spezzino e Savonese.
L'autunno ora fa sul serio
Dopo quasi due mesi di latitanza, siamo entrati bruscamente nel cuore della stagione. Ad accentuare il rischio di fenomeni violenti è la memoria delle nostre terre di un'estate prolungata, quando ciò si verifica, vi può essere il rilascio di enormi quantità d’energia accumulata. Il passaggio da periodi molto caldi ad affondi perturbati molto incisivi può non essere indolore.
Il tanto atteso cambio stagionale
Importanti segnali mostrano un primo vero mutamento; le perturbazioni riescono infatti ad entrare facilmente sul Mediterraneo. Sono il preludio di un mese – novembre - molto più dinamico e caratterizzato da spunti piovosi maggiori rispetto a quelli precedenti.
Tendenza fino al 15 novembre
Dopo la fase soleggiata che ha caratterizzato il ponte di Ognissanti, arriverà un periodo decisamente umido e piovoso. Il corridoio perturbato in abbassamento verso Sud, ci invierà una serie di perturbazioni tra il 3 ed l'8 novembre con obiettivo Centro Nord. A rafforzare l’azione perturbata saranno le forti correnti sciroccali che, pescando aria molto umida dal mare, innescheranno fenomeni localmente violenti, in particolare laddove i venti impattano con barriere montuose.
Come proseguirà il mese
E' probabile che dalla metà del mese possa chiudersi il varco delle onde perturbate atlantiche con un vasto campo di alta pressione che andrà a distendersi sull’oceano, dall'Atlantico alla Scandinavia. Sul Mediterraneo rimarrà però una circolazione depressionaria, alimentata da venti freschi orientali. Proprio questa sarà in grado di costruire nella terza decade, la prima incursione fredda. Chiaramente occorrono conferme ed è indispensabile prendere il tutto con le dovute cautele.
In conclusione
Novembre è l’ultimo mese dell’autunno meteorologico. Dopo un lungo periodo di caldo e siccità straordinaria, trova in noi la speranza il rientro nei canoni stagionali. Al momento è difficile vederne le possibilità.