Negli ultimi decenni le misure ambientali promosse dal quadro normativo europeo hanno portato a definire in modo nuovo le potenzialità del settore agricolo. Oggi ne è nuovamente riconosciuto il carattere multifunzionale che, come in passato, si basa sul rispetto di delicati equilibri dell’ambiente naturale nel quale si inserisce.

Questo carattere poliedrico, attualizzato erogando servizi adatti alla società, sostiene al contempo la funzione produttiva del comparto e la arricchisce di nuovi aspetti, la qualità e la sicurezza alimentare. Così la produzione di alimenti e di servizi pubblici assumono oggi lo stesso peso. Anzi, la protezione della biodiversità e delle risorse naturali all’interno dell’azienda è la premessa indispensabile per mantenere alta la competitività dell’impresa agricola.

La gestione pertinente dell’assetto del paesaggio rurale e in modo particolare dei 'field margins' può contribuire significativamente a queste funzioni-obiettivo.
Nello specifico, la realizzazione dei 'field margins' o di altre aree verdi naturali a ridosso dei campi coltivati, può comportare importanti vantaggi ambientali con un impatto minimo o nullo sul reddito aziendale, se collocati in aree strategiche per la protezione dei corsi d’acqua e della biodiversità.
A livello normativo esistono proposte di legge che prevedono la presenza dei field margins lungo gli appezzamenti agricoli, tuttavia, è ancora necessario promuoverne l’utilità; inoltre, i politici e le amministrazioni dovrebbero riconoscerne il valore ambientale, ad esempio includendoli nei Piani d’azione nazionali per l’applicazione della Direttiva CE/128/09 sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che prevede misure specifiche a tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile dalle contaminazioni da agrofarmaci.

Infine, le misure agro-ambientali dei Psr (Programmi di sviluppo rurale), nonché appropriati supporti finanziari quali quelli forniti dai Programmi ambientali LIFE +, dovrebbero incoraggiare il raggiungimento volontario delle misure imposte.

I field margins, le bordure, le fasce tampone (buffer zones), gli argini e le scoline caratterizzano la fisionomia del paesaggio agrario e sono strumenti chiave per un Ipm - Integrated pest management, in linea con la nuova Pac che prevede dal 2012 la presenza di fasce tampone in prossimità dei corsi d’acqua per prevenire fenomeni di ruscellamento, o il trasporto di azoto (nitrates run-off), coerentemente alla Direttiva nitrati.
Infine, nel recepire la Direttiva CE/128/09, alcuni Stati membri stanno già definendo i requisiti minimi di riferimento per la corretta realizzazione dei field margins in relazione alle specifiche esigenze locali.

A questo punto è possibile porre alcuni quesiti: quali sono i benefici economici ed ambientali prospettati? In che modo contribuiscono a mantenere un sistema aziendale produttivo e al contempo competitivo? E soprattutto cosa s’intende per 'field margins'? Per rispondere si considerino prima alcuni aspetti storici.

La fisionomia dei paesaggi agrari è definita dalle attività delle comunità. Essa varia con la geografia, i sistemi colturali e l’intensità delle attività. Nella maggior parte dei sistemi agricoli europei, il paesaggio si compone di aree coltivate e di aree verdi naturali delimitate in modo tipico da field margins.

Alcuni studi hanno evidenziato che i field margins possono avvantaggiare la resa produttiva

Queste zone costituiscono gli spazi più esterni del campo coltivato, secondo la terminologia anglosassone comprendono: 'field boundarys', ossia le scoline, la vegetazione erbacea ed arbustiva adiacente incluse le bordure o le siepi; 'boundery strips', ovvero l’area racchiusa tra field bounderys e il campo coltivato, incluse le fasce tampone, i sentieri, i tappeti erbosi, comprese le aree lasciate a maggese oppure trattate con erbicidi, e la vegetazione spontanea; infine 'crop margins' o 'headland' ovvero le capezzagne.

In passato tutti questi ambienti delimitavano le proprietà terriere, dividevano i campi coltivati, trattenevano e riparavano il bestiame all’interno delle aree di pascolo, e garantivano l’accesso ai corsi d’acqua per l’abbeveraggio, in questi ultimi casi però rendevano gli argini vulnerabili all’erosione e alla contaminazione.

Negli ultimi cinquant’anni l’avvento della meccanizzazione e la formazione di aziende di grandi dimensioni ottenute inglobando e spartendo le proprietà terriere, hanno ridefinito la fisionomia dei paesaggi rurali. Questi cambiamenti hanno mutato i confini aziendali, la posizione e la composizione dei field margins e di altri spazi verdi ricchi in biodiversità. L’affermarsi della multifunzionalità del settore, inclusa la possibilità di fruire dei campi per la caccia o per passeggiare, per interessi ricreativi o culturali, ha ulteriormente contribuito a questo fenomeno.

In merito ai primi due quesiti iniziali si può rilevare che gli ecologi ritengono i field margins essenziali nel collegare ambienti isolati di un medesimo habitat. Ciò permette a colonie animali confinate in aree ristrette di un habitat di sopravvivere, di migliorare lo stato demografico e la variabilità genetica, evitando in alcuni casi il declino.
Alcuni studi hanno evidenziato che i field margins possono avvantaggiare la resa produttiva, poiché offrono riparo per molti predatori utili come i ragni, che si nutrono di insetti molesti responsabili più o meno direttamente di alcune perdite produttive.
Inoltre, l’elevato numero di invertebrati fornisce cibo per gli uccelli e i mammiferi del campo.
I field margins sono anche importanti rifugi per gli artropodi in modo specifico per i lombrichi, il che influenza la microfauna e la struttura del suolo.

Riassumendo, i benefici ambientali ed agricoli attesi dalla presenza di field margins consistono:
a. in una minore erosione del suolo, nel contenimento del ruscellamento (run off) e della deriva (drift) e nel favorire il drenaggio grazie alla presenza delle fasce vegetate;
b. nella protezione dell’acqua dalla contaminazione da agrofarmaci;
c. nell’incrementare la biodiversità, nel combattere il flusso di malerbe inserendo piante utili allo scopo;
d. in una più ampia disponibilità di habitat e cibo per uccelli, insetti pronubi ed utili predatori di specie moleste per le colture;
e. infine, nella riduzione delle emissioni ad effetto serra grazie alla scarsa azione di disturbo dell’uomo.

La rinnovata enfasi alla protezione dell’ambiente, combinata al desiderio di comprendere i sistemi produttivi dai quali proviene il cibo, può muovere i coltivatori a riconoscersi ancora nel ruolo di custodi della terra, una risorsa da gestire per il benessere collettivo.

Tratto dal testo 'Multifunctional landascapes', OPERA and ELO Formal Document

A cura di Erica Màttera, corrispondente italiano per Opera
European Observatory on Pesticide and Risk Analysis
Research Centre of Università Cattolica del Sacro Cuore

 

OPERA - European Observatory on Pesticide Risk Analysis

Opera  - European Observatory on Pesticide Risk Analysis - sostenibilità in agricoltura

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