All'inizio del nuovo anno il tema della crisi e del futuro dell'agricoltura continua, inevitabilmente, a tenere banco. Tra le molte preoccupazioni delle imprese agricole - che, lo ricordiamo, sono 1 milione e 700 mila - una in particolare riguarda la tutela del reddito agricolo. 

Ministro Zaia, i dati Eurostat parlano per l'Italia di un calo del 25,3%. Quali strategie può adottare l'imprenditore per assicurare redditività ed efficienza alla propria azienda?
"Nel 2009, la crisi economica ha investito tutti i settori dell’economia nazionale, non solo l’agricoltura. Ne hanno risentito l’industria manifatturiera, l’edilizia e il commercio, ad esempio, perché si è trattato di una crisi internazionale e strutturale. Per affrontarla il Governo ha adottato misure straordinarie di sostegno e politiche fiscali espansive, i cui effetti si vedranno soprattutto a partire dal 2010. In particolare, per l’agricoltura, le misure messe in campo dal Governo hanno cercato di assicurare, in un anno così complesso, le risorse per il rilancio e la ripresa degli investimenti. Si prevede una ripresa dell’export agroalimentare, già in ripresa a fine 2009. Basti pensare che, dopo il brusco calo del 2008, l’export di vini italiani ha ripreso a crescere, in termini quantitativi, a un ritmo del 10% annuo. Nei primi nove mesi del 2009, invertendo la tendenza negativa del 2008, sono ripartite anche le esportazioni di formaggi e latticini, aumentate in un anno dell’1%.
Sul fronte interno, caratterizzato da una generale debolezza dei consumi, il settore alimentare sarà tra i primi a ripartire, dopo la frenata del 2009, sfoderando quelle sue doti anticicliche che ridaranno il giusto slancio a tutte le filiere agroalimentari.
Ai nostri agricoltori, soprattutto a quelli più giovani, che hanno in mano il futuro delle nostre aziende, il compito e la responsabilità di partecipare al rilancio, con spirito d’impresa e fiducia".

Per quanto riguarda la Finanziaria approvata, in molti hanno parlato di provvedimento "magro e insufficiente" che lascia aperte questioni quali la fiscalizzazione per il 2010, le agevolazioni per la proprietà contadina e le risorse per latte e bietole. Come saranno affrontate?
"Grazie al nostro impegno e alla determinazione degli uffici ministeriali, con la legge finanziaria è stata adottata gran parte delle misure necessarie ad assicurare il rilancio del settore agricolo e agroalimentare, con uno stanziamento complessivo, per il triennio 2010-2012 e per le finalità specifiche del settore, di circa 1 miliardo e 115 milioni di euro. Al Fondo di solidarietà nazionale, per garantire la continuità degli interventi di gestione dei rischi in agricoltura, sono state destinate le risorse necessarie per il triennio 2010-2012 e per gli scoperti degli anni precedenti.
Per il rilancio specifico del settore agricolo, è stata stanziata una dotazione di 100 milioni di euro, che saranno assegnati dal Cipe, sulla base delle indicazioni che verranno concordate tra il ministro delle Politiche agricole e le Regioni.
E’ stato autorizzato, per il 2010, l’accesso al Fondo di garanzia costituito presso il Mediocredito centrale, per un importo di 20 milioni di euro, per rafforzare le attività del Fondo di garanzia nazionale e dei Confidi agricoli e favorire l’accesso al credito alle aziende agricole.
Con la finanziaria 2010 hanno trovato attuazione il sostegno a favore dei prodotti tipici a stagionatura prolungata, particolarmente colpiti dalla crisi, per un totale di 10 milioni di euro, e i contributi per progetti di ricerca, che includono anche le metodologie innovative per il made in Italy agroalimentare. E’ stata disposta la proroga delle agevolazioni contributive nelle zone agricole svantaggiate, autorizzando per il 2010 la spesa di 120,2 milioni di euro, e sono state introdotte la rinegoziazione dei mutui accesi entro il 31 dicembre 2008, attraverso l’intervento dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, e la proroga al 2010 del Programma triennale della pesca e dell’acquacoltura.

Per quanto riguarda misure come la proroga delle agevolazioni per la proprietà contadina, le agevolazioni sull’accisa per il gasolio destinato al riscaldamento delle serre o il finanziamento del fondo bieticolo-saccarifero, misure che non hanno trovato spazio e copertura nella legge finanziaria, il ministero si è già attivato per proporne l’introduzione in provvedimenti di natura fiscale successivi.
Inoltre è bene ricordare che la finanziaria non esaurisce gli interventi messi in atto dal ministero in questi mesi. Fra quelli già in corso d’opera: l’attivazione di un bando a sostegno di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili agricole per 20 milioni di euro; la definizione dei piani di settore per una dote finanziaria superiore ai 40 milioni; l’attuazione della seconda annualità di sostegno al settore vitivinicolo per 300 milioni di euro o l’assegnazione delle risorse ottenute in sede europea a sostegno degli allevatori per fronteggiare la crisi del mercato del latte per 23 milioni di euro; la realizzazione del programma “Frutta nelle scuole”, per altri 26 milioni di euro o l’attivazione del programma 2010 di acquisti di prodotti agroalimentari da distribuire agli indigenti per quasi 120 milioni di euro.

Tutto questo, senza dimenticare i più importanti strumenti strutturali rappresentati dai Programmi di sviluppo rurale affidati alle Regioni, con una dotazione di 18 miliardi di euro su sette anni o il Piano irriguo nazionale, i cui interventi potranno essere finanziati a partire dal 2010 e che sosterranno opere per circa 900 milioni di euro. Infine, nel 2010 attiveremo la prima annualità del cosiddetto articolo 68 del regolamento sull’Health check della Pac, per un sostegno di oltre 315 milioni di euro alle diverse produzioni secondo lo schema deciso con le Regioni con l’accordo dello scorso luglio".

In Francia il ministero dell'Agricoltura ha dato l'ok all'uso di un neonicotinoide. Agrofarma e Ais chiedono un tavolo di confronto su pratiche agronomiche per la concia delle sementi nel rispetto del patrimonio apistico e ambientale. L'Italia ha ribadito un secco no all'utilizzo delle sostanze al bando. Quali saranno, alla luce dei risultati del progetto Apenet, gli sviluppi futuri?
"Il Progetto Apenet, finanziato dal ministero e coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, è una risposta concreta ai problemi emersi nel corso del 2008, quando si sono verificate massicce morie di api e forti spopolamenti degli alveari.
Abbiamo avuto la dimostrazione che con la sospensione dell’uso dei neonicotinoidi, le morie si sono ridotte da decine e decine a due. Ha avuto quindi efficacia il decreto che vieta l'utilizzo dei neonicotinoidi che io stesso mi sono preoccupato di estendere in modo da assicurare sia la vita delle api sia il prosieguo delle ricerche.
Certamente le cause del fenomeno sono molteplici e, proprio per questo, gli interventi dovrebbero essere diversificati, ma i primi risultati della ricerca Apenet (disponibile sul sito www.reterurale.it) hanno evidenziato che la riduzione della dispersione delle polveri durante la semina è il fenomeno sul quale concentrare la nostra attenzione per ridurre al massimo l’impatto ambientale derivante da questa pratica agronomica e dall’uso di sementi conciate con neonicotinoidi.
A questo proposito, abbiamo lavorato su due fronti: adeguamento delle seminatrici e miglioramento delle tecniche di concia delle sementi.
Per quanto riguarda il primo aspetto, il progetto Apenet ha dimostrato che le modifiche apportate alle seminatrici pneumatiche utilizzate per il mais, pur migliorando la situazione, non eliminano il problema. Del tutto diverse sono invece le aspettative sulle tecniche di concia. Le sementi utilizzate per le prove sperimentali effettuate nel contesto Apenet, conciate con tecniche innovative rispetto al passato, hanno dato infatti risultati molto incoraggianti, anche se ancora insufficienti rispetto allo standard ambientale che è necessario raggiungere per salvaguardare la salute delle api.
D’accordo con gli operatori del settore, in particolare Agrofarma e Ais, si stanno sperimentando nuove metodologie di concia, e di successiva confettatura del seme con materiali inerti, che dovrebbero finalmente eliminare del tutto il fenomeno della dispersione del principio attivo nelle polveri durante la semina, a vantaggio dell’ambiente, dell’uomo, delle api e del reddito degli agricoltori, ai quali è necessario offrire soluzioni concrete, per garantire la difesa delle colture agrarie da attacchi parassitari che potrebbero comprometterne il raccolto".

Per quanto riguarda le produzioni integrate, il 2014 sarà l'anno della svolta con l'entrata in vigore della Direttiva sull'uso sostenibile dei pesticidi. Verranno meno le produzioni 'convenzionali' a favore di quelle a basso impatto ambientale. Come saranno valorizzati i prodotti da agricoltura integrata?
"La pubblicazione della Direttiva sull’uso sostenibile dei fitofarmaci arriva proprio a ridosso dell’avvio del sistema di qualità nazionale sulla produzione integrata, la cui istituzione è prevista da un articolo del cosiddetto disegno di legge 'Zaia', in corso d’esame da parte del Parlamento. In attesa che la proposta diventi legge, grazie al paziente e lungo lavoro coordinato dal ministero, sono state finalmente unificate, riconducendole a linee guida nazionali, le diverse modalità produttive sulla produzione integrata, garantendo il superamento della frammentazione del passato, quando una serie di soggetti, a vario titolo, hanno avuto interesse a regolamentare la materia. Esistevano infatti un’infinità di disciplinari di produzione integrata. Ciascuna Regione ne aveva adottato uno per regolamentare l’erogazione dei sussidi previsti dalle misure agro ambientali introdotte a partire dal 1992 con il regolamento 2078, poi confermati nei Piani di sviluppo rurale 2000-2006. Le varie organizzazioni di produttori ortofrutticoli, a loro volta, hanno impartito specifiche disposizioni in materia ai rispettivi soci, disposizioni non sempre allineate con i disciplinari regionali, per intercettare i finanziamenti comunitari destinati al settore ortofrutticolo.
La Grande distribuzione organizzata, da parte sua, ha sempre imposto ai fornitori il rispetto di propri disciplinari di produzione integrata, anche questi il più delle volte non coincidenti con le regole produttive impartite dalle Regioni e dalle organizzazioni dei produttori.
In una stessa area, convivevano modalità produttive diverse e riconducibili alla produzione integrata, in funzione della Regione o del soggetto che aveva imposto tali regole, con l’impossibilità di valorizzare, sia dal punto di vista dell’immagine che da quello commerciale, il grande sforzo finanziario profuso nell’ultimo decennio grazie anche al cofinanziamento dell’Unione europea.
Il sistema di qualità nazionale sulla produzione integrata, studiato anche per adempiere alle nuove disposizioni comunitarie in materia, assicurerà quindi il rispetto della recente normativa sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e faciliterà il riconoscimento della produzione agricola ottenuta secondo quanto previsto dalle disposizioni delle linee guida nazionali sulla produzione integrata".

Nei Piani di sviluppo rurale approvati, il finanziamento della banda larga è una delle misure previste. Quanto Internet può favorire lo sviluppo di una moderna agricoltura?
"Il progetto 'Banda larga nelle aree rurali', predisposto dal ministero, è la risposta concreta alla domanda di coloro che risiedono nelle aree rurali e che non possono usufruire di connessioni internet ad alta velocità, come chi abita le aree urbane.
Con questo obiettivo, è stato predisposto un pacchetto di interventi destinato alle aree rurali più marginali, cioè quelle con una densità di popolazione inferiore ai 150 abitanti per chilometro quadrato, nelle quali nessun operatore troverebbe conveniente investire. Per questo pacchetto sono state utilizzate le risorse finanziarie straordinarie messe a disposizione dall’Unione europea attraverso il cosiddetto Piano di ripresa economica, corrispondenti a circa 93 milioni di euro, cui si aggiungono circa 61 milioni di euro di cofinanziamento nazionale.
Il progetto 'Banda larga nelle aree rurali' contribuirà all’abbattimento del divario digitale nelle aree più marginali del nostro Paese, dove le condizioni geo-morfologiche particolarmente difficili, l’eccessiva dispersione della popolazione ed i costi di infrastrutturazione troppo elevati, costituiscono un oggettivo ostacolo alla diffusione, in maniera uniforme, della banda larga e delle più moderne tecnologie di telecomunicazione.
Internet veloce è infatti diventato uno strumento imprescindibile per la crescita, la diversificazione e lo sviluppo delle economie delle aree rurali, e per la riduzione dell’isolamento fisico e geografico delle popolazioni residenti in queste zone.
L’agricoltura, al pari di altri settori, non può fare a meno di questi servizi, ormai indispensabili per raggiungere il mercato, per farsi conoscere, per fornire servizi di qualsiasi natura all’altezza delle aspettative dei consumatori (si pensi all’agriturismo o alla vendita diretta in azienda dei prodotti agricoli).
L’intero progetto, condiviso con tutte le Regioni, è stato strutturato in sinergia e complementarietà con il più vasto Piano nazionale di abbattimento del digital divide, noto anche come 'Piano Romani', predisposto dal
ministero dello Sviluppo economico, a cui ovviamente fa riferimento e si integra".