I bovini nella Ue

Mercato contrastato per i prezzi all'origine dei bovini nell'Unione.
Le analisi della Commissione europea indicano cali significativi per i vitelli delle razze da carne, mentre riprendono quota quelli dei vitelli delle razze da latte.
In tutti i casi il confronto con le quotazioni dei dodici mesi precedenti resta ampiamente positivo.
Prezzi in rialzo invece per il macellato, a conferma della buona tenuta della domanda di carni bovine, favorita anche dalla riapertura della ristorazione collettiva.

 

Aumenta la produzione

Osservando l'andamento della produzione di carne bovina si può trovare qualche spiegazione della debolezza registrata sui mercati all'origine.
Mentre nei primi tre mesi del 2021 la media europea indicava una flessione del 3,7%, lo stesso dato scende all'1,1% nel mese successivo, cioè nel periodo gennaio-aprile.
Netta l'inversione di tendenza in Italia, che mentre nel primo trimestre segnava ancora un calo produttivo dello 0,2% (l'anno precedente era -6,1%), mostra un aumento del 2,7% nel periodo gennaio-aprile.

Aumenti della produzione che avrebbero potuto generare cadute di prezzo anche più rilevanti, se non fosse mutata la bilancia commerciale del settore.
A livello europeo, infatti, si regista un calo delle importazioni che prosegue dal 2019.
Nel periodo gennaio maggio del 2021 le importazioni dai paesi terzi si sono fermate a poco oltre le 84mila tonnellate.
Nello stesso periodo del 2019 si era sopra le 114mila tonnellate e anche nel 2020 si era sfiorata quota 90mila tonnellate.
Per contro sono aumentate le esportazioni europee, che nel periodo gennaio maggio 2021 hanno sfiorato quota 296mila tonnellate, contro le 282mila tonnellate dello stesso periodo del 2020.
 
 

I bovini in Italia

Anche il mercato italiano sembra aver colto i segnali di una aumento della produzione, e i prezzi della scottona, tipologia di manza che incontra il favore della domanda, segna in luglio una flessione dello 0,9%, come si apprende dalla rilevazioni di Ismea.
Flessioni anche più sensibili (-1,7%) per le vacche, le cui carni non sono percepite fra quelle di migliore qualità.
Solo il comparto dei vitelloni sembra uscire indenne da questa congiuntura di prezzi al ribasso.
La tenuta dei prezzi dei vitelli, praticamente stabili, indica ancora una propensione a spingere sulla produzione che si spera non superi il delicato equilibrio con le capacità di assorbimento della domanda.
 

Prezzi medi all'origine delle carni bovine
(Fonte: Ismea)


Suini, il crollo europeo

Brusca caduta delle quotazioni medie europee per i suini.
Nella prima settimana di agosto i prezzi sono scesi sotto il livello dell'anno precedente, periodo dove già il settore segnava una profonda crisi.
Il prezzo medio registrato dalla Commissione europea si ferma a 152,4 euro per quintale (peso morto) con una flessione del 6,6% rispetto a luglio e con un meno 1,2% nei confronti dello stesso periodo del 2020.

Un'occhiata all'andamento delle macellazioni offre una spiegazione a questa flessione.
Osservando il grafico che segue si nota l'impennata registrata da molti paesi (fra questi l'Italia con un +7,7%), che ha portato la media europea a salire del 4%.
Una maggiore offerta che non ha trovato spazio sul mercato interno e che nemmeno il leggero aumento delle esportazioni (2,56 milioni di tonnellate, 41mila in più rispetto al 2020) è stato sufficiente a riequilibrare.
 


“Tiene” la suinicoltura italiana

In controtendenza, rispetto all'Europa, l'andamento del mercato italiano dei suini, che continua a registrare aumenti dei prezzi all'origine.
La media dei prezzi di luglio, calcolata da Ismea, indica per i suini da macello un prezzo di 1,38. euro al chilo, con un aumento del 2,9% rispetto al mese precedente e un balzo del 34,4% nei confronti del 2020.
Ma va ricordato che dodici mesi fa il settore era alle prese con una profonda crisi e con prezzi estremamente bassi.
Da segnalare la stabilità delle quotazioni dei suinetti da allevamento, segnale della consapevolezza degli allevatori nell'evitare di spingere sulla produzione più del necessario.
 

Prezzi medi all'origine dei suini
(Fonte: Ismea)


Debole l'avicoltura europea

Anche il settore avicolo europeo mostra segni di debolezza, con la media dei prezzi dei broiler che si ferma a 201,48 euro al quintale di peso morto nella prima settimana di agosto.
Il calo rispetto alla settimana precedente è dell'1,5% e sale al meno 1,7% rispetto a luglio, mentre resta positivo (+8,5%) il confronto con il 2020.

Una probabile conseguenza della flessione delle esportazioni, che nel periodo gennaio-maggio 2021 sono diminuite dell'11,4% (676mila tonnellate nel 2020 contro 599mila nel 2021).
Stabile o in leggero aumento la produzione, comunque allineata all'andamento dei consumi, come si nota nel grafico che segue.
 


Giù gli avicoli in Italia

Pesante anche il mercato avicolo italiano, dove si registrano cadute dei prezzi per tutte le filiere avicole, con l'unica eccezione dei tacchini.
Nonostante queste flessioni il dato tendenziale si mantiene positivo.
Il confronto con i prezzi dello stesso periodo del 2020 mostra come le quotazioni attuali siano nettamente superiori a quelle dei 12 mesi precedenti.
Unica eccezione riguarda le uova, che nel 2020 avevano però registrato una stagione di forte recupero.
Ma in quel caso avevano agito fattori imprevedibili, come l'emergenza sanitaria e il mutamento nelle abitudini di spesa.
 

Prezzi medi all'origine degli avicoli
(Fonte: Ismea)

Compito difficile quello delle previsioni di mercato.
Un aiuto può venire dall'esame delle tendenze in atto. Ma occorre conoscere i "numeri della carne" e in tempi di mercati globali lo sguardo deve allargarsi a livello internazionale.