L’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise “G. Caporale” organizza il 20 e 21 aprile la “Giornata di studio sulla Brucellosi” nella sala convegni del Centro internazionale per la formazione e l’informazione veterinaria “F. Gramenzi” di Colleatterrato Alto (Te).
 
L’incontro rappresenta un momento di confronto e condivisione delle varie esperienze tra gli operatori del settore del Servizio sanitario nazionale. Lo scopo primario è fornire un aggiornamento tecnico-scientifico sulla situazione epidemiologica della Brucellosi in Italia e sulle principali attività di ricerca in corso. In particolare l’attenzione sarà focalizzata sulla diagnosi diretta della malattia eseguita dalla rete degli Istituti zooprofilattici sperimentali e sulla presentazione dei risultati dei circuiti interlaboratorio organizzati nel 2015.
 
Una parte dell’attività formativa, prevista per mercoledì 20 aprile, si svolgerà in lingua inglese con l’intervento di rappresentanti di Laboratori esteri coinvolti nella diagnosi e sperimentazione della Brucellosi: Maria Inácia Vacas de Carvalho Corrêa de Sá del national Institute for agrarian and veterinarian research e Gamal Wareth della Benha University presenteranno la situazione epidemiologica nei loro rispettivi Paesi, Portogallo ed Egitto.
 
La “Giornata di studio sulla Brucellosi” è un appuntamento annuale a Teramo, visto che L’Izsam è una delle massime autorità internazionali sulla Brucellosi nel duplice ruolo di Laboratorio di referenza dell’Oie dal 1993 e Centro di referenza nazionale dal 1999. L’evento è accreditato Ecm per le figure professionali del medico veterinario, del biologo, del chimico, del farmacista e del tecnico sanitario di laboratorio biomedico.

Che cos'è la Brucellosi?
La Brucellosi è una malattia batterica che colpisce bovini, bufali, pecore, capre, suini, cani e animali selvatici. È una zoonosi, pertanto è trasmissibile all’uomo. I responsabili delle infezioni sono sei specie di batteri appartenenti al genere Brucella: le diverse specie hanno ciascuna un ospite d’elezione, che ne rappresenta il serbatoio di provenienza, e sono classificate in diversi sierotipi.

Negli animali l’infezione è spesso seguita da aborto e infertilità e nel tempo tende a cronicizzare. Gli animali infetti eliminano la brucella tramite l’aborto o il feto, i liquidi e gli invogli vaginali, ma anche attraverso il colostro e il latte.
La diffusione interumana della Brucellosi è molto rara. L’uomo può contrarre la malattia direttamente attraverso il contatto con materiale biologico o animali infetti, alimentandosi con prodotti di origine animale o manipolando attrezzi contaminati. È anche una malattia professionale: i laboratoristi si possono infettare per via aerogena in laboratorio manipolando le Brucelle o materiale proveniente da animali infetti; i veterinari in allevamento o nei mattatoi, mediante il contatto con animali o materiali infetti e per inoculazione accidentale di vaccino.

La via di trasmissione più comune è quella alimentare, se viene utilizzato latte da animali infetti non controllati dal punto di vista igienico-sanitario. Il consumo di latte crudo, di suoi derivati (crema, panna, yogurt, burro e gelato) e di formaggio fresco (non fermentato e non stagionato) è la più frequente sorgente di infezione. Il consumo di carne, anche se proveniente da animali infetti, non rappresenta una via di trasmissione importante. Da molti anni esiste in Italia un piano per l’eradicazione della malattia negli animali e, in molte Regioni, tale obiettivo è stato raggiunto. Nelle Regioni in cui la Brucellosi ancora persiste in alcuni allevamenti, il ministero della Salute ha messo in atto un piano di eradicazione che prevede il controllo di tutta la popolazione bovina, bufalina e ovi-caprina due volte l’anno per evitare il rischio di trasmissione della malattia all’uomo ed eliminarla dall’intero territorio nazionale.
L’infezione nell’uomo è generalmente caratterizzata da un periodo di incubazione variabile, cui segue l’insorgenza dei sintomi come febbre intermittente, malessere generalizzato, brividi, emicrania, dolori muscolari e articolari, debolezza e sudorazione. Per evitare la cronicizzazione, che spesso consegue all’infezione se non prontamente diagnosticata, è necessario seguire una specifica terapia antibiotica.