Sulla clonazione animale il Parlamento europeo torna alla carica dopo la “bocciatura” ricevuta dal Consiglio dei ministri della Salute. A fine marzo, come riportato anche da Agronotizie, il Commissario alla Salute, John Dalli, aveva comunicato il via libera alla carne ed ai prodotti alimentari ottenuti dalla progenie di animali clonati. Una decisione di segno opposto rispetto alla volontà del Parlamento Ue, disponibile ad accettare prodotti di animali clonati solo a condizione che ne venga indicata la presenza in etichetta. Il mancato accordo è stato giudicato “deplorevole” da parte del vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, che ha approfittato della sessione plenaria del Parlamento, riunito a Strasburgo il 12 maggio, per chiedere alla Commissione di formulare una nuova proposta legislativa al riguardo. Ricordiamo che il mancato accordo sulle norme da applicare ai “nuovi alimenti” (novel food), categoria alla quale appartengono le carni clonate, era stato motivato dal Consiglio con l’esigenza di evitare distorsioni nei commerci internazionali. Una posizione contestata nel corso della sessione plenaria dall’eurodeputata Kartika Liotard, relatrice del dossier novel food, secondo la quale la posizione espressa dal Parlamento non è in contrasto con le regole dell’Omc (organizzazione mondiale dei commerci). Inoltre, ha sostenuto la relatrice, i vincoli all’utilizzo degli animali clonati e della loro progenie nell’alimentazione umana potrebbe trovare giustificazione anche nelle valutazioni etiche espresse in merito da parte dei consumatori. Non si è fatta attendere la risposta del Commissario alla Salute, John Dalli, che ha assicurato gli eurodeputati in merito alla presentazione della nuova proposta legislativa che avverrà senza ritardi ingiustificati.
Le preoccupazioni nei confronti delle produzioni animali provenienti da animali clonati non destano infatti preoccupazioni sotto il profilo sanitario ed anche l’Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare) , chiamata ad esprimersi sull’argomento, ha espresso pareri sostanzialmente positivi, ricordando comunque la necessità di continuare gli studi in proposito.
Salute e commerci
Tanta attenzione da parte di Bruxelles verso la clonazione (sino a ieri oggetto di discussione solo fra gli addetti ai lavori) prende forse le mosse dalle proposte di liberalizzazione degli scambi fra Ue e Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), che preoccupa non poco il settore delle carni. Ed è proprio nei paesi dell’America Latina, Brasile e Argentina soprattutto, che c’è grande interesse alla clonazione dei riproduttori di alto valore genetico per accelerare il miglioramento genetico delle mandrie. Nessuno, infatti, si sognerebbe di fare bistecche con un animale clonato, operazione costosa e accessibile economicamente solo per replicare riproduttori di ottimo valore genetico. Etichettare le carni derivate dalla progenie di questi animali clonati, come chiede il Parlamento europeo, potrebbe dunque ridurre gli effetti della liberalizzazione degli scambi, ma a quanto pare nessuno a Bruxelles si sbilancia nel dare alla crociata anti-clonazione una valenza commerciale, che dunque avrebbe solo motivazioni “etiche”. Sarà anche vero, ma ci teniamo il dubbio.
Freno alle ricerche
Nel frattempo l’attenzione rivolta all’argomento clonazione, seppure indirettamente, sembra aver interferito con le attività di ricerca di Cesare Galli, il ricercatore italiano che per primo è riuscito ad ottenere la clonazione di un bovino (il toro Galileo) e nel cui centro, all’avanguardia in questo settore, si stanno conducendo ricerche sugli xenotrapianti. Parola difficile che indica la possibilità di ottenere dagli animali organi idonei al trapianto sull’uomo. Risultati interessanti sono già stati ottenuti per la cura del diabete ed altri sono in corso sul rene. Ma avendo a che fare con animali Ogm e per di più clonati, il lavoro del centro, che ovviamente si svolge nel completo rispetto di leggi, protocolli e regolamenti, sembra trovare ogni giorno nuove difficoltà e persino atteggiamenti ostili. Ora è arrivato, dopo lunga attesa, il via libera al proseguimento delle ricerche da parte del Consiglio superiore della Sanità. Ma c'è da dubitare che la caccia alle streghe sia finita…