Non succedeva da tempo. Il numero di bovini da carne allevati nella Ue a 27 è aumentato. Per oltre 20 anni le analisi di mercato hanno segnalato, anno dopo anno, una diminuzione del patrimonio bovino. Poi, nel confronto fra 2007 e 2006, ecco arrivare un aumento, modesto (+ 0,3%) ma significativo, specie se si tiene conto dell'andamento storico del settore. A metterlo in evidenza è un recente documento messo a punto da Eurostat, nel quale si fa anche il punto sull'evoluzione delle macellazioni e della produzione di carne bovina.

Interessante fra i dati proposti, l'apparente contraddizione fra il calo del numero di capi macellati e l'aumento dei quantitativi di carne prodotta. A fronte di un aumento della produzione di carne dello 0,6% si ha un calo delle macellazioni pari all'1,6%, un dato spiegato con l'aumento del peso medio degli animali macellati.

L'analisi di Eurostat si spinge anche alle previsioni sulla produzione 2008 e su quella 2009. Per quest'anno ci si attende un aumento delle quantità prodotte, una tendenza che non avrà seguito nel 2009, che già nei primi sei mesi farà registrare una contrazione, seppure modesta. Per quanto riguarda gli scambi commerciali, in uscita e in entrata nella Ue, il Brasile continuerà ad essere il principale fornitore di animali vivi, mentre i flussi di export avranno quale principale destinazione la Russia.

L'aumento delle produzioni di carni bovine comunitarie non avrà conseguenze negative sui prezzi che continueranno a mantenersi su livelli sostenuti.

 

La situazione di latte e formaggi

Uno scenario analogo si va delineando anche per il latte e per i formaggi, come evidenzia un'analisi messa a punto dall'ufficio studi di Cremonafiere, in attesa della fiera internazionale del bovino da latte che si terrà dal 23 al 26 ottobre. Si conferma per il settore lattiero caseario mondiale la tendenza all'aumento della domanda, che cresce al ritmo del 3% annuo. Merito in gran parte degli aumentati consumi che si registrano nei Paesi ad economia emergente grazie al miglioramento del tenore di vita delle popolazioni locali.

In particolare per i formaggi le analisi di mercato evidenziano che il consumo mondiale è passato da 15,7 a 19 milioni di tonnellate nel periodo 1999-2007. Ancor più elevato l'incremento registrato dal latte, il cui consumo nello stesso periodo è passato da 2,82 a 4,1 milioni di tonnellate per anno. Come intuibile i maggiori aumenti sono stati registrati nei paesi dell'Est, Cina in particolare, dove nell'arco di soli 5 anni il consumo di formaggi è aumentato del 66%.

 

Avicoltura in ripresa

Tempo di bilanci anche per il settore avicolo, che dopo la difficile esperienza dell'allarme “influenza aviare” che poi si scoprirà esagerato se non inutile, ha potuto chiudere il 2007 con risultati positivi. La produzione e il consumo di carni di pollame nello scorso anno sono infatti aumentate rispettivamente del 7,1% e de 5,7%.

I dati del settore avicolo sono stati recentemente resi noti dall'Una, l'Unione Nazionale dell'avicoltura, che rappresenta la più importante organizzazione dei produttori del settore. “Il fatturato del settore – ha dichiarato il presidente di Una, Aldo Muraro, ha raggiunto i 5.300 milioni di euro, una cifra che tenendo conto dell'inflazione continua a pesare sulla spesa degli italiani quanto nell'anno 2000, nonostante gli aumenti che nel frattempo si sono avuti nei costi di produzione”

Notizie positive anche da fronte delle uova, che nel 2007 ha visto consumare 13 miliardi e 24 milioni di pezzi, con un aumento del 2,3% rispetto all'anno precedente. Una domanda in gran parte soddisfatta dalla produzione nazionale che nel 2007 è stata di 12 miliardi e 836 milioni di uova.