Il problema dell'antibiotico resistenza sta allarmando sempre più le autorità sanitarie di tutto il mondo, a causa dell'aumento di specie batteriche divenute insensibili a una o più sostanze attive. Avere batteri resistenti agli antibiotici equivale infatti a non averli, gli antibiotici.  


La ricerca di nuove sostanze non ha marciato infatti alla stessa velocità con cui le resistenze si sono evolute e a oggi si stima che solo in Europa muoiano ogni anno 33 milioni di persone a causa della mancata risposta dell'organismo alla somministrazione dei più comuni antibiotici. Nel solo 2019, secondo una ricerca pubblicata su Lancet, si stima che siano stati 4,95 milioni i decessi globali causati da infezioni, di cui 1,27 milioni dovuti all'insensibilità agli antibiotici. In pratica, un quarto dei morti per infezioni al mondo sono dovuti all'antibiotico resistenza. 


Gli antibiotici a uso zootecnico

Fra i grandi accusati dell'antibiotico resistenza, ovviamente, gli allevamenti. Non che in passato la zootecnia non ne abbia abusato, impiegandoli talvolta anche come promotori della crescita, pratica ormai abbandonata dal 70% circa dei 108 Paesi dichiaranti. L'Unione Europea ne ha sancito l'abolizione già dal lontano 2006.


Oggi le cose sono infatti molto diverse rispetto a solo pochi decenni fa: grazie alle migliorate pratiche zootecniche e alla crescita delle vaccinazioni, la necessità di impiegare antibiotici è progressivamente calata nel tempo, al contrario dei trend tendenzialmente stabili degli antibiotici a uso umano. 


A conferma di tale tendenze, già tratteggiate in passato su AgroNotizie, è recentemente giunto anche il rapporto dell'Organizzazione Mondiale per la Salute Animale, in acronimo Woah, il quale mostra un calo complessivo del 27%, tra il 2016 e il 2018, nei 72 Paesi monitorati. 


In sostanza, nei soli tre anni considerati gli antibiotici hanno perso oltre un quarto dei loro impieghi. Un dato cui non viene purtroppo data la doverosa enfasi dai mezzi di comunicazione generalista, più attratti dal problema, l'antibiotico resistenza, che dalle soluzioni che già da tempo il comparto zootecnico sta proponendo. 

 


(*) L'Organizzazione, con sede a Parigi, venne fondata nel 1924 in risposta alla peste bovina, diffusasi a livello globale, devastando il bestiame e con esso gran parte dei mezzi di sussistenza di ampie porzioni degli abitanti del Pianeta. Nata con il nome di Office International des Epizooties (OIE), nel 2003ha adottato la denominazione attuale, occupandosi della diffusione di informazioni sulle malattie animali e sulla salute animale in generale. Oggi conta su 182 Paesi membri, mantenendo relazioni permanenti con oltre 70 organizzazioni internazionali e regionali. La Woah e i suoi membri coordinano la risposta globale alle emergenze sanitarie degli animali,nonché  la prevenzione delle malattie zoonotiche, la promozione del benessere animale e un migliore accesso all'assistenza sanitaria degli animali.