Qual è il ruolo degli agrofarmaci nel sostenere la produzione agricola nazionale? Quanto investono le aziende in ricerca e sviluppo? Quale ruolo ha il digitale nel settore primario e come le aziende agricole stanno evolvendo? Di tutto questo si è parlato a Roma, presso Palazzo Madama, sede del Senato, durante un evento dello scorso 26 marzo dedicato al lancio del nuovo report dell'Osservatorio Agrofarma.

 

"L'Osservatorio Agrofarma è uno strumento che ha come scopo quello di offrire ai decisori politici, agli operatori del settore e a tutti i cittadini curiosi dati certi sul settore degli agrofarmaci e più in generale dell'agricoltura italiana", ha spiegato Paolo Tassani, presidente di Agrofarma, l'associazione all'interno di Federchimica che riunisce la quasi totalità delle aziende produttrici di mezzi tecnici per la difesa delle colture.

 

La realizzazione del report, arrivato alla sua seconda edizione, è affidata ad Areté, The AgriFood Company, società indipendente di ricerca, analisi e consulenza economica interamente specializzata sui settori agricoltura e food. Enrica Gentile, ceo di Areté, ha illustrato i numeri salienti del report, che dipingono un settore altamente dinamico e innovativo, che investe ogni anno il 3% dei ricavi in ricerca e sviluppo, e che ha come obiettivo quello di fornire agli agricoltori strumenti che permettano di avere produzioni soddisfacenti dal punto di vista economico e sostenibili da quello ambientale.

 

A fare gli onori di casa, il senatore Luca De Carlo, presidente della Commissione Agricoltura del Senato, che si è scagliato contro una certa visione distorta della realtà, che dipinge gli agricoltori non come custodi della terra e della natura, ma come inquinatori. Come ricordato dal senatore, che si è battuto per rendere le Tea, Tecnologie di Evoluzione Assistita, utilizzabili anche sul territorio italiano ai fini della ricerca, gli agrofarmaci rimangono uno strumento fondamentale per assicurare una produzione abbondante di cibo, capace di sfamare una popolazione mondiale in aumento.

 

I dati dell'Osservatorio Agrofarma

Ma che cosa dicono i dati dell'Osservatorio Agrofarma?

 

Ecco il report in dieci punti chiave:

  • Le aziende associate ad Agrofarma investono oltre 30 milioni l'anno in ricerca e sviluppo (pari al 3% dei ricavi), il doppio rispetto alla media del settore industriale. L'innovazione risulta quindi prioritaria per il comparto.
  • Se nel 2021 le vendite di agrofarmaci avevano raggiunto quota 1,082 miliardi, nel 2022 erano salite a 1,173 miliardi. Se si raffronta il 2022 con il 2018 la crescita è del 35,8%. L'Italia tuttavia dipende storicamente dalle importazioni di questi prodotti: nel 2023 la bilancia commerciale era in negativo per 86 milioni.
  • Dal 2017 ad oggi il numero di imprese è diminuito dell'8,6%, a causa soprattutto di un consolidamento di mercato. Cresce invece il numero di impiegati, +15%.
  • Cresce anche il fatturato complessivo, arrivato a 1,173 miliardi (erano 990 milioni nel 2017, al netto dell'inflazione).
  • L'incidenza dell'agricoltura biologica sulla Superficie Agricola Utilizzata (Sau) totale italiana era pari al 20% nel 2022, con 2,3 milioni di ettari totali. Contro una media europea del 9%. I pascoli, i cereali, le foraggere e l'olivicoltura da soli coprono quasi il 75% del totale. Le regioni con la maggiore superficie in bio sono: Sicilia, Puglia e Toscana, con quest'ultima che è cresciuta del 76% dal 2017 al 2022.
  • Gli agrofarmaci dedicati al settore biologico rappresentano il 20% del totale, ma tra quelli che verranno lanciati nei prossimi tre anni la quota sale al 30%, segno che il settore biologico è sempre più importante.
  • Il mercato dell'agricoltura 4.0 è in continua crescita e nel 2023 ha cubato 2,5 miliardi di euro (+19% anno su anno). Nonostante questo, solo il 9% della Sau nazionale è gestita in maniera smart, con una crescita di un solo punto percentuale in un anno.
  • Le soluzioni più diffuse sono i sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (25%), i macchinari connessi (23%), i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni ed infrastrutture (15%), software gestionali aziendali (11%), i sistemi di mappatura delle coltivazioni (8%), e altri (per il restante 18%). A questo articolo sono riportati tutti i dati dell'ultima ricerca dell'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise, Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia, riferiti all'agricoltura 4.0.
  • Negli ultimi quindici anni il numero delle imprese biotech in Italia è quasi raddoppiato, con un fatturato complessivo nel 2022 pari a circa 13,6 miliardi di euro (e 1,8 miliardi in investimenti). Se il settore della salute assorbe la maggiore fetta di fatturato (74%) e imprese (49%), l'agricoltura si posiziona in terza posizione, con il 7% delle aziende e il 10% del fatturato.
  • Nel settore agricoltura e zootecnia prevalgono le microimprese biotech, pari al 64,1%, mentre le grandi sono solo il 6,4%. Tuttavia le big corp cubano da sole il 78,4% dei ricavi.

 

Riassumendo, i numeri dell'Osservatorio Agrofarma dipingono un settore dinamico e in salute, che tuttavia deve fare i conti con una generale avversione dell'opinione pubblica nei confronti degli agrofarmaci. Ma come ricordato dal presidente Paolo Tassani, lo scopo dell'Osservatorio è proprio quello di fornire dati reali, oggettivi, che descrivono la realtà dei fatti. Spetterà poi ai consumatori valutare i prodotti che trovano al supermercato e ai policy maker di Bruxelles farsi un'idea del ruolo che gli agrofarmaci giocano per assicurare ai cittadini un cibo buono, salutare e a prezzi accessibili.