Quanto è diffusa l'agricoltura 4.0 in Italia? Quanto vale il mercato delle soluzioni di smart farming e quali sono i driver e gli ostacoli all'adozione di strumenti e di tecnologie innovative? A fotografare lo stato dell'arte ci pensa ogni anno l'Osservatorio Smart AgriFood, School of Management del Politecnico di Milano e Laboratorio Rise, Research & Innovation for Smart Enterprises dell'Università degli Studi di Brescia, che con la sua Ricerca prova a tratteggiare il quadro della situazione in Italia.
L'edizione 2024 è stata presentata presso l'Università degli Studi di Brescia lo scorso 15 marzo, e sul palco si sono alternati Chiara Corbo e Andrea Bacchetti, direttori dell'Osservatorio, Maria Pavesi, ricercatrice senior, e Marco Perona, responsabile scientifico. Sul palco diverse realtà imprenditoriali, che, invitate dai partner dell'Osservatorio, hanno raccontato i loro business case di successo.
Ad esempio, Image Line® ha invitato il Consorzio Agrario Terrepadane. Giorgio Mazzoni, responsabile del Settore Macchine, ha spiegato come l'uso di soluzioni digitali abbia permesso di migliorare le performance del Consorzio. Nello specifico, l'impiego di QdC® - Quaderno di Campagna® consente di registrare e tracciare tutte le operazioni di campo, come semina, trattamenti fitosanitari, fertilizzazione e raccolta, facilitando la conformità alla normativa vigente grazie ad oltre novanta controlli automatici.
Un momento dell'intervento di Giorgio Mazzoni, responsabile del Settore Macchine del Consorzio Agrario Terrepadane
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
La Ricerca 2024 in nove takeaway
La Ricerca 2024 dell'Osservatorio Smart AgriFood analizza in profondità il grado di innovazione del settore primario.
È però possibile identificare nove punti chiave:
- Il mercato dell'agricoltura 4.0 è in crescita e nel 2023 ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro, con un +19% anno su anno. Una crescita, seppure meno dirompente che nel passato, che indica una certa maturità del settore. Non bisogna poi dimenticare che le ottime performance degli anni passati sono dovute anche agli incentivi pubblici.
Il mercato di agricoltura 4.0 nel 2023
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
- Tra le soluzioni oggi disponibili, a farla da padrone è il settore della meccanizzazione, che tra hardware e software cuba circa il 48% del mercato, anche se in flessione rispetto all'anno precedente. Salgono invece i software gestionali (+5%) e i Dss, Decision Support System (+2%).
- Se si guarda alle tecnologie abilitanti, in cima alla classifica troviamo Data&Analytics, presenti nel 75% delle soluzioni, seguiti da Iot al 59%, piattaforma software al 58%, device di ultima generazione al 43%, mobility e geolocalizzazione al 36%, veicoli e attrezzature connessi al 23%. I dati, come si nota, sono centrali nel paradigma 4.0.
- Il mercato ha creato un buon matching tra fabbisogno degli agricoltori e offerta, che si focalizza su tre aspetti: ottimizzare l'impiego degli input produttivi, efficientare l'uso della flotta dei mezzi agricoli e avere una gestione aziendale accorta.
- Nel 2023 è rimasto costante il numero di aziende che adotta soluzioni 4.0 (pari al 72% del campione), ma ad aumentare è il numero medio di soluzioni, pari a 3,4. Dalla Ricerca 2024 risulta che ad innovare sono soprattutto le aziende che gestiscono superfici elevate e hanno un fatturato consistente. Segno che, per adesso, gli early movers sono aziende strutturate, che hanno fondi e capitale umano da investire nell'innovazione.
- Le aziende agricole definite Star, quelle cioè che adottano tecnologie innovative, hanno le competenze per usarle e sono propense ad investire, sono l'8% del campione, mentre quelle che non hanno ancora intrapreso il cammino verso logiche 4.0 sono il 42%.
La maturità digitale delle aziende cresce con le dimensioni
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
- Novità del 2024 è il focus sul carbon farming. Ai risultati della Ricerca su questo fronte abbiamo dedicato un articolo ad hoc. In estrema sintesi, l'Europa è in prima linea, con il 47% delle startup (e il 31% dei fondi), seguita dal Nord America, con il 31% delle startup, ma il 52% dei fondi. Tuttavia, si tratta di un settore agli albori, dove manca un quadro normativo europeo definito e anche gli agricoltori sono scarsamente consapevoli delle opportunità che può rappresentare (solo il 9% adotta pratiche di carbon farming). Alessandra Pesce, direttrice del Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia del Crea, ha fatto il punto della situazione in Italia, sia sul fronte agricolo che forestale.
La mancanza di conoscenza è la prima barriera all'implementazione delle pratiche di carbon farming
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
- Parlando di tracciabilità agroalimentare, i driver che spingono le aziende ad adottare soluzioni 4.0 sono: garantire l'origine, la qualità e i metodi produttivi (55%), misurare e migliorare la sostenibilità (35%), avere più visibilità sulla supply chain (30%), rendere più efficienti i processi di certificazione (20%) e garantire la food safety (19%). La maggior parte delle soluzioni è abilitata da applicativi e piattaforme (57%, -4% anno su anno), anche se i device Iot sono in crescita, al 23% con un +5%.
La maggior parte delle soluzioni è abilitata da applicativi e piattaforme, ma aumentano le soluzioni basate sull'Iot
(Fonte foto: Tommaso Cinquemani - AgroNotizie®)
- Ferma invece la blockchain, adottata dal 17% delle soluzioni sul mercato. Sembra che si stia andando verso una fase di consolidamento della proposta commerciale, con una contrazione dei progetti solo annunciati (43% rispetto al 50% del 2022) e un aumento di quelli operativi (34% rispetto al 25%). Stabili i progetti pilota, intorno al 25%. L'Italia, vista la sua reputazione nel settore agroalimentare, è in primo piano nello sviluppo di queste soluzioni, volte anche a garantire l'autenticità dei prodotti.
Dallo sviluppo tecnologico all'adozione di soluzioni 4.0
Concludendo, dall'edizione 2024 della Ricerca dell'Osservatorio Smart AgriFood è emersa una certa maturità tecnologica, ma scarsi livelli di adozione, visto che solo il 9% della Superficie Agricola Utilizzata (Sau) nazionale è gestita in un'ottica 4.0 (era l'8% nel 2022).
Come fare allora ad incentivare l'adozione di tecnologie innovative, che sono in grado di aumentare la produttività del settore agricolo e di ridurne l'impronta ambientale? Gli incentivi pubblici, da soli, non sono sufficienti a cambiare il settore. Si pensi agli sgravi fiscali del credito d'imposta sull'agricoltura 4.0, che hanno rinnovato il parco macchine, ma non hanno spinto gli agricoltori a modificare il modo di lavorare. In altre parole, le aziende hanno comprato trattori 4.0, ma li usano in maniera 1.0.
Come ricordato da diversi relatori e come sottolineato da Filippo Maria Renga (Osservatori Digital Innovation) in chiusura, serve puntare su una rivoluzione culturale nelle campagne. È necessario spiegare agli agricoltori perché l'innovazione può essere utile e come gli strumenti che oggi sono a disposizione devono essere usati. In fondo servirebbe tornare alle cattedre ambulanti, ma in versione 4.0.
QdC® - Quaderno di Campagna® è un marchio registrato da Image Line® Srl Unipersonale