La compilazione del registro dei trattamenti fitosanitari è un obbligo di legge per tutti i produttori agroalimentari che non si limitano all'autoconsumo del frutto delle proprie fatiche ma che intendono vendere a terzi. Molto più spesso "croce" (per il tempo richiesto e per le tante attenzioni necessarie nella compilazione) che "delizia" (per chi ne sfrutta le potenzialità per raccogliere dati, monitorare andamenti e studiare strategie sempre più efficaci), il registro dei trattamenti ancora oggi è, purtroppo, spesso sottovalutato, ancor più di frequente trascurato e gestito in modo molto "artigianale" con il risultato di lasciare le aziende agricole esposte al rischio di sanzioni rilevanti.
Eppure, se compilato con attenzione, nei tempi corretti e utilizzando gli strumenti adeguati, il registro dei trattamenti da obbligo può trasformarsi in opportunità per l'azienda agricola, oltre a tutelare il produttore in caso di controlli e verifiche da parte delle autorità preposte. Da qui l'idea di stilare, insieme a QdC® - Quaderno di Campagna®, la piattaforma di Image Line® al cui network appartiene anche AgroNotizie®, dedicata principalmente alla gestione dei registri aziendali, una breve lista di buone ragioni per non trascurare questa attività e qualche consiglio per trarre il massimo vantaggio dall'ottemperanza di un obbligo di legge. Perché un registro dei trattamenti ben compilato può essere uno strumento potente in mano del produttore.
Innanzitutto, è bene ribadirlo, la compilazione del registro dei trattamenti è un obbligo di legge che va ottemperato. La sua corretta tenuta, pena sanzioni non trascurabili, può essere verificata nel triennio successivo dagli assessorati alla Sanità delle regioni e delle province autonome, dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute (Ccts) attraverso i Nas e dall'Ispettorato Centrale per la Tutela della Qualità e Repressioni Frodi dei Prodotti Agroalimentari (Icqrf) attraverso gli uffici periferici per le ispezioni e i laboratori dell'Ispettorato per i Controlli Analitici.
Se poi l'azienda opera in regime di difesa integrata volontaria, agricoltura biologica o può contare su certificazioni come Sqnpi o Global Gap, la tenuta del registro dei trattamenti è parte della condizionalità per l'erogazione di contributi (e quindi soggetta a controllo anche da altri enti, dalle regioni agli enti di certificazione). Infine, la corretta compilazione del registro è essenziale qualora si volesse conferire il prodotto a cooperative, Op, alla grande distribuzione, ai frantoi, alle cantine e agli stoccatori di cereali.
Di fronte a questo obbligo, spesso vissuto come una seccatura dai produttori, la tentazione è quella di adottare soluzioni "fai da te" (quaderni con appunti, fogli Excel, sono alcuni degli esempi più comuni): scelte che comportano un alto rischio di errore o di smarrimento dei dati a fronte di un risparmio economico trascurabile (e, probabilmente, un impegno in termini di tempo molto maggiore). La normativa, infatti, impone anche una verifica delle etichette dei prodotti utilizzati (che cambiano nel tempo, tenendo conto anche di revoche e deroghe) e il rispetto di indicazioni precise in caso di produzioni in regime di difesa integrata obbligatoria, dei disciplinari di produzione, delle deroghe temporali o territoriali (in caso di difesa integrata volontaria). A questo, naturalmente, si aggiunge il controllo sulle autorizzazioni all'uso in caso si operi in regime di agricoltura biologica.
C'è, infine, da tenere a mente la componente temporale: la normativa relativa al registro dei trattamenti afferma che "sul registro devono essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i preparati fitosanitari utilizzati in azienda entro il periodo della raccolta e comunque al più tardi entro 30 giorni dall'esecuzione del trattamento stesso".
Perché sottolinearlo? Perché purtroppo è ancora molto diffusa la tendenza a compilare il registro a fine annata compiendo, al tempo stesso, una violazione della normativa e una scelta strategica inefficace: a distanza di diversi mesi dai trattamenti si sarà davvero in grado di richiamare alla memoria esattamente tutto quello che è stato fatto e quando? E se il post it su cui si erano appuntate date e riferimenti risultasse irrimediabilmente smarrito? E, peggio ancora, se ci si rendesse conto solo troppo tardi di aver usato un prodotto che non rientra più fra quelli autorizzati da uno specifico disciplinare? Molto meglio sarebbe, quindi, compilare il registro passo dopo passo e terminarlo, come richiesto dalla norma, entro la raccolta.
Ciò che emerge, dunque, è uno scenario in cui affidarsi alla propria memoria e alla propria conoscenza (per quanto ampia e sicuramente enciclopedica) può essere molto rischioso: saremo sufficientemente aggiornati? Avremo tutte le ultime informazioni? Saremo certi di inserire tutti i dati correttamente? Usare la propria esperienza è fondamentale, soprattutto in fase di pianificazione, ma non è detto che basti. Ecco perché può essere utile affidarsi a una piattaforma come QdC® - Quaderno di Campagna® che nasce esattamente per questo scopo: la piattaforma di Image Line® può contare su uno staff che aggiorna in tempo reale le banche dati degli agrofarmaci e tutte le informazioni relative alla normativa, ai disciplinari, alle eventuali deroghe ed effettua autonomamente oltre 50 controlli sulle informazioni inserite:
- 23 controlli sul rispetto delle prescrizioni di etichetta di circa 2mila agrofarmaci, quotidianamente aggiornate con le ultime estensioni, revoche e deroghe, in formato Clp, con le relative Sds e storicizzate (per ogni trattamento registrato viene verificato il rispetto delle etichette in vigore in quel preciso momento);
- 26 controlli sul rispetto dei 21 disciplinari regionali, delle centinaia di deroghe territoriali o temporali rilasciate annualmente;
- 2 controlli aggiuntivi sui preparati utilizzabili in agricoltura biologica;
- 4 controlli sulle fertilizzazioni.
Fin qui abbiamo affrontato il modo migliore per rispondere a quanto richiede la legge. Ma quand'è che l'obbligo diventa opportunità? La risposta è semplice: quando si comincia a mettere le "mani in pasta" nei dati che, necessariamente, saranno raccolti nel registro dei trattamenti. Aggiornando il registro su QdC® - Quaderno di Campagna®, infatti, è possibile aggiungere anche le macchine utilizzate, gli operai coinvolti, il costo dei prodotti e tante altre informazioni utili. In questo modo, la piattaforma può calcolare in modo chiaro i costi espliciti di ogni lotto permettendo di capire il costo di produzione per chilo e di analizzare, in tempo reale, se il lavoro quotidiano è redditizio o, al contrario, in perdita. Nel tempo, poi, sarà possibile confrontare lo storico degli andamenti e valutare anche tendenze e strategie di lungo periodo.
© AgroNotizie - riproduzione riservata
Fonte: AgroNotizie