Risalgono agli anni '90 i primi studi sull'efficacia del Trichogramma brassicae per il controllo della piralide del mais (Ostrinia nubilalis). A quei tempi il parassitoide del dannoso lepidottero veniva distribuito in campo a mano, oppure attraverso l'utilizzo di elicotteri e perfino di deltaplani. Metodi inefficienti e costosi che hanno di fatto bloccato la diffusione di questo strumento di bio-controllo per lungo periodo. Oggi con l'avvento dei droni, velivoli a pilotaggio remoto dal costo contenuto, l'utilizzo del Trichogramma brassicae è tornato ad essere una reale possibilità di difesa da parte degli agricoltori.

Per illustrare le potenzialità di questo approccio (drone + T. brassicae), il progetto Trainagro (TRAsferimento delle conoscenze e dell'INnovazione nell'uso sostenibile dei pesticidi in AGRicOltura) ha organizzato un evento presso la Cascina Valentino, a Pizzighettone (Cremona) a cui ha partecipato il Consorzio agrario dell'Emilia. Proprio il Consorzio infatti, ormai da tre anni, offre come servizio il lancio di Trichosafe (nome commerciale delle capsule di T. brassicae prodotte dalla tedesca Biocare) attraverso l'utilizzo di droni.
 

Il ciclo di parassitizzazione di Trichogramma brassicae

Prima di analizzare quali sono i vantaggi/svantaggi legati al lancio del parassitoide tramite drone, è bene vedere come avviene la parassitizzazione di Ostrinia nubilalis da parte di Trichogramma brassicae.

La piralide del mais compie nel Nord Italia due-tre cicli all'anno. Il primo ciclo ha inizio quando avviene lo sfarfallamento dei lepidotteri svernanti dagli stocchi di mais, intorno a fine maggio a seconda degli andamenti stagionali. Dopo lo sfarfallamento avviene l'accoppiamento e l'ovideposizione. Le larve che fuoriescono si cibano della parte verde della pianta di mais arrecando danni limitati e non impattanti sulla produttività futura del campo.

Le larve della seconda generazione nascono invece a formazione della spiga avvenuta. Ed è di questa che la piralide si nutre arrecando anni alla produzione sia in termini di quantità di granella raccolta, sia in termini di sanità della stessa, visto che le gallerie delle larve aprono la strada all'insediamento di funghi tossigeni.

La terza generazione si presenta invece sul finire dell'estate-inizio dell'autunno e reca danni limitati e solamente nel caso di mais tardivi oppure in secondo raccolto.
 

Trichogramma brassicae è un imenottero parassitoide delle uova di Ostrinia nubilalis autoctono dei nostri areali che inocula il proprio uovo all'interno di quello di piralide. Dopo l'accoppiamento la femmina cerca infatti le uova di O. nubilalis, deposte nella pagina inferiore delle foglie di mais, e le parassitizza (60-100 alla volta). Le larve di Trichogramma si sviluppano così a scapito di quelle di piralide, determinando un abbattimento della popolazione.

Lanciare dunque le uova del parassitoide in concomitanza dell'ovideposizione della piralide permette di parassitizzare ed abbattere efficacemente la popolazione di piralide. "Sono stati fatti numerosi studi sull'efficacia di Trichogramma brassicae nel controllo della piralide e la conclusione è che se fatti in maniera corretta, i lanci offrono un risultato paragonabile a quello assicurato dal trattamento chimico tradizionale", spiega ad AgroNotizie Stefano Maini, professore ordinario di Entomologia agraria all'Università di Bologna. "L'importante è monitorare l'andamento della popolazione di piralide e intervenire nel momento giusto".
 

Efficacia, una questione di tempestività

Dovendo sincronizzare i cicli biologici di due organismi viventi (T. brassicae e O. nubilalis) è di vitale importanza che il lancio del parassitoide avvenga nel momento corretto. Un ritardo di pochi giorni può infatti compromettere la buona riuscita dell'applicazione.
 

"E' necessario installare al limitare dei campi una trappola a feromoni per la cattura della piralide", spiega ad AgroNotizie Marco Zambelli, consulente tecnico del Consorzio agrario dell'Emilia. "Quando si intercettano, intorno a metà giugno, esemplari maschi ed almeno una femmina è arrivato il momento di lanciare il prodotto perché significa che in campo stanno avvenendo gli accoppiamenti e nel giro di pochi giorni ci saranno le prime ovideposizioni".
 
Zambelli mostra la trappola per il monitoraggio della piralide costruita da Riff98
Zambelli mostra la trappola per il monitoraggio della piralide costruita da Riff98


In soccorso arriva il drone

Se in passato i lanci avvenivano a mano o con velivoli, oggi le cose sono cambiate. Aermatica 3D ha messo a punto un drone in grado di trasportare in aria e rilasciare con precisione le capsule contenenti T. brassicae. Si tratta di sfere di cellulosa e paraffina, completamente biodegradabili, che contengono le uova dell'imenottero parassitoide. Ogni sfera contiene uova a sei stadi differenti di maturazione che quindi genereranno sei differenti generazioni in grado di allungare la finestra temporale utile, in cui cioè le femmine potranno parassitizzare le uova di piralide.
 
Le capsule di Trichosafe, commercializzate in Italia da De Sangosse
Le capsule di Trichosafe, commercializzate in Italia da De Sangosse

Le sfere vengono caricate in un contenitore trasportato dal drone e sganciate nel numero di 125 ad ettaro, secondo un piano di volo ben definito. E' infatti essenziale che già durante la primavera l'agricoltore che voglia utilizzare questo metodo di bio-controllo contatti chi effettuerà i lanci affinché venga prenotato il prodotto e venga fatto un sopralluogo del campo per tracciare il piano di volo e chiedere eventuali autorizzazioni nel caso in cui il campo si trovi in aree particolari (vicino ad aeroporti, autostrade, linee dell'alta tensione, ….).

Se si utilizza Trichosafe in ogni ettaro saranno così presenti circa 400mila individui di Trichogramma brassicae, il 60% dei quali femmine, in grado di parassitizzare efficacemente la popolazione di piralide. Biocare assicura una riduzione media dell'80-85%. Il costo dell'intervento è variabile, ma dalle informazioni fornite durante l'incontro si aggira intorno ai cento euro ad ettaro.
 
 

I vantaggi dell'uso del drone

L'utilizzo del drone per il lancio massivo di T. brassicae (prodotto che non ha tempi di carenza) ha diversi aspetti positivi. Prima di tutto il fatto di poter operare in campo anche subito dopo un acquazzone, quando il trampolo invece non può entrare.

Altro capitolo è la perdita di piante di mais dovute allo schiacciamento provocato dalle ruote del trampolo che anche il miglior operatore non può completamente evitare. In questo caso il drone non arreca danno alle piante anche se questo elemento di forza viene meno nel momento in cui l'agricoltore è costretto ad entrare per altre tipologie di trattamenti, ad esempio contro la diabrotica del mais. Stesso ragionamento per quanto riguarda il compattamento del terreno o i danni a manichette eventualmente distese da quegli agricoltori che non irrigano a scorrimento o con il rotolone.

Gli aspetti negativi di questa strategia di lotta alla piralide del mais sono principalmente di natura 'logistica'. Le capsule contenenti T. brassicae devono essere conservate sempre al freddo per evitare la schiusa delle uova in un momento non corretto. In secondo luogo il lancio deve avvenire in maniera tempestiva, quando le femmine di O. nubilalis iniziano a sfarfallare e deve tenere conto di eventuali mutamenti ambientali. Ad esempio un abbassamento delle temperature dopo una cattura di femmine richiede uno slittamento dell'intervento di qualche giorno per tenere conto della ridotta mobilità delle femmine dovuta al freddo.

Trainagro, che ha organizzato l'evento dimostrativo, è un progetto co-finanziato dalla Regione Lombardia nell'ambito del Feasr - Programma di sviluppo rurale 2014-2020, che mira a sostenere il trasferimento di conoscenze e l'innovazione nel settore agricolo in Lombardia. Trainagro promuove attività informative e dimostrative sul tema dell'uso sostenibile e responsabile dei prodotti fitosanitari.