I patogeni responsabili dei danni alla coltura sono peraltro molteplici. Oltre a Fusicoccum amygdali, agente eziologico del cancro del pesco, sui cancri da esso prodotti possono insediarsi a fine inverno altri microrganismi, come per esempio funghi del genere Cytospora, aggravando ulteriormente il danno. Sbarrare la strada a Fusicoccum significa quindi preservare le colture anche da altre minacce fitopatologiche.
L’autunno 2017 ha peraltro mostrato molte delle condizioni favorevoli alla malattia, mostrando temperature miti e alternanza di periodi asciutti a pioggia, nebbia e rugiada. Ciò permette al patogeno di comparire sui rami colpiti ove si sono differenziati i suoi picnidi, visibili come corpuscoli di colore nerastro. Da essi origineranno poi i conidi, ovvero gli organi di diffusione del patogeno attraverso le microferite prodotte alla caduta delle foglie o dal distacco dei frutti. Qui i conidi possono germinare, sviluppando il micelio in che invaderà i tessuti della pianta ospite.
I primi sintomi delle infezioni si manifestano già a fine estate, ma l’incidenza della patologia aumenta progressivamente sino a fine inverno. Le lesioni si ampliano solitamente in corrispondenza delle gemme, estendendosi poi a tutta la circonferenza del ramo provocandone il disseccamento. Anche sulle foglie si possono ravvisare i sintomi della malattia, dato che sulla loro parte distale si sviluppano particolari aree clorotiche che in seguito necrotizzeranno.
Contenere l’avanzata del patogeno in autunno è quindi la chiave tecnica consigliabile al fine di minimizzarne l’inoculo nella stagione successiva. Oltre alle consigliabili pratiche agronomiche, come per esempio l’asportazione e la distruzione delle porzioni sintomatiche della chioma, proteggendo al contempo con appositi mastici le ferite più profonde, risultano fondamentali anche trattamenti fitosanitari con prodotti specifici a caduta foglie, ripetibili eventualmente anche tra le fasi di bottone rosa e scamiciatura.
La soluzione contro i cancri rameali delle colture pomacee e drupacee, in special modo del pesco, porta il nome di Cercobin® WG, fungicida di Certis Europe a base di tiofanate metile, ad azione sistemica, formulato in granuli idrodispersibili al 70% di sostanza attiva. La sua azione curativa permette inoltre di bloccare il micelio anche alcuni giorni dopo l’inizio dell'infezione.
Modalità di impiego
Cercobin® WG si applica su pesco in due fasi ben distinte della stagione, ovvero nel periodo di caduta foglie e poi, a fine inverno, fra le fasi di rottura gemme e di gemme rigonfie. Nei due diversi momenti di applicazione il prodotto svolge ovviamente differenti azioni. In autunno abbassa l'inoculo presente nel frutteto eliminando i patogeni giunti comunque a fine stagione. In primavera sbarra la strada alle prime infezioni dell’anno in corso. La dose di impiego in entrambi i periodi è di 1 kg/ha.Simile il posizionamento su melo e pero, ove Cercobin® WG si applica alla medesima dose di 1 kg/ha a caduta foglie e poi, l'anno successivo, fra rottura gemme e bottone fiorale.
Su tutte e tre le colture il prodotto può essere applicato per un un massimo di due volte per stagione.
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Fonte: Certis Europe