Ai diversi incontri hanno partecipato come relatori importanti esponenti del settore, italiani e stranieri, provenienti sia dal mondo universitario che da enti pubblici e privati. Ciascun evento è stato suddiviso in due sezioni: la prima sulla gestione della flora infestante e la seconda sulla protezione del seme dagli attacchi degli insetti terricoli.
Renzo Angelini, direttore marketing di Bayer CropScience, ha dato l’avvio ai lavori con una panoramica sulle attività dell’ azienda che contribuiscono al sostegno e alla valorizzazione della produzione agricola italiana con la messa a punto e il lancio di prodotti sempre più innovativi ed efficaci.
A seguire sono iniziati gli interventi degli esperti del settore. Il primo a prendere la parola è stato Gabriele Rapparini, Università di Bologna. La prima parte della sua relazione è stata incentrata sulle motivazioni che hanno condotto alla diffusione su larga scala del diserbo di pre-emergenza del mais, evidenziando l’importanza del ruolo svolto da Merlin, erbicida di Bayer CropScience.
E’ stata analizzata la costruzione delle miscele di pre-emergenza in conseguenza delle diverse infestazioni da controllare, confermando l’importanza rivestita dai graminicidi residuali, da terbutilazina e da isossaflutolo ed è stata sottolineata la centralità delle applicazioni preventive, eventualmente completate da rifiniture in post-emergenza. Nella seconda parte il relatore si è concentrato sui risultati della sperimentazione svolta che hanno permesso di evidenziare l’elevata efficacia dicotiledonicida e graminicida di Merlin Expert, la buona selettività del prodotto nei confronti del mais e l’elevata compatibilità con tutti i prodotti impiegabili per il diserbo di pre-emergenza.
Il professor Aldo Ferrero, Università di Torino, ha esposto nel suo intervento programmi di agricoltura ragionata nei quali la pratica del diserbo chimico deve potersi attuare con criteri operativi che consentano di conciliare le esigenze di un efficace controllo della flora infestante con quelle del rispetto della qualità dell’ambiente e del contenimento dei costi.
Pasquale Viggiani, del Dipartimento di Scienze e tecnologie Agroambientali, Università di Bologna, ha illustrato i risultati di un’indagine sulla composizione floristica delle coltivazioni di mais in Veneto e Friuli Venezia-Giulia. Sulla base delle rilevazioni in campo, effettuate nel 2006 in diverse località delle provincie a maggior vocazione maidicola, è stata definita la diffusione di tutte le infestanti. Accanto alle infestanti “classiche” dicotiledoni quali Abutilon teophrasti, Amaranthus retroflexus, Chenopodium album e graminacee Digitaria sanguinalis, Echinocloa crus-galli e Seteria glauca è stata osservata la presenza di “nuove” malerbe quali Acalipha virginia, Cynodon dactylis, Galinsoga ciliata, Nicandra physalodes e Siegesbekie orientalis. Per ogni specie sono state, inoltre, presentate alcune caratteristiche relative al momento di nascita, alla quantità di semi prodotti e alle modalità di disseminazione.
Al termine è intervenuto Davide Cauzzi, product manager di Bayer CropScience, che ha presentato agli ospiti Merlin Expert, erbicida liquido di pre-emergenza per il mais. Il prodotto, formulato in sospensione concentrata la cui qualità è garanzia di omogeneità e stabilità chimico-fisica, viene riattivato dopo tutte le piogge successive alla sua applicazione ed ha una notevole efficacia erbicida, potenziata dall’ineguagliabile durata d’azione che risulta determinante per le semine precoci e per la protezione del mais dalla competizione delle infestanti per tutto il ciclo colturale. Merlin Expert è risolutivo su dicotiledoni quali abutilon, farinello, erba morella e su graminacee quali la sorghetta da seme. In presenza di infestazioni particolarmente complesse e per garantire una sinergia d’azione, Merlin Expert è la base alla quale associare i diversi erbicidi specifici di pre-emergenza. In questo caso la scelta dei partners viene fatta in funzione della specie da controllare.
Merlin Expert garantisce pertanto all’azienda agricola una corretta e razionale lotta alle infestanti del mais. Il prodotto distribuito nelle confezioni da 1 e 5 litri si impiega alla dose di 1,2-1,7 L/ha in pre-emergenza e alla dose di 1,2 L/ha in post-emergenza precoce del mais.
La seconda sessione è iniziata con il particolare interesse suscitato dalla relazione del professor Richard Edward, Department of Entomology della Purdue University (Indiana), uno dei principali esperti mondiali sulla Diabrotica virgifera virgifera. La relazione è stata presentata da Mauro Agosti, Consorzio di Difesa delle colture intensive della provincia di Brescia, che ne ha fatto le veci. Agosti ha descritto quest’insetto tipicamente oligofago, che si nutre di poche, ma diverse, specie vegetali e che si è strettamente legato alla coltura del mais in seguito alla diffusione della monocoltura e della monosuccessione. Questo sistema di coltivazione, introdotto già dai “conquistadores” spagnoli in Mesoamerica, areale d’origine della Diabrotica, è la causa della forte pressione esercitata sull’insetto, rendendolo di fatto dipendente dalla coltura del mais. Alla prima segnalazione di danni in Nord America nel 1912, ne sono seguite molte altre, e ad oggi la Diabrotica rappresenta una delle maggiori avversità del mais negli Stati Uniti.
In Europa la prima segnalazione è avvenuta in Serbia nel 1992, e da lì l’insetto si è rapidamente diffuso in tutto il centro-est Europa e in molti altri Paesi del vecchio continente. Il suo ritrovamento in Pianura Padana, ambiente ad elevata intensità maidicola e particolarmente favorevole allo sviluppo della Diabrotica, desta particolari preoccupazioni sulla reale minaccia che questo insetto può rappresentare per l’economia agricola di quest’area.
Dopo avere esaminato la biologia e le condizioni che favoriscono lo sviluppo e la diffusione delle infestazioni di Diabrotica è intervenuto Marco Boriani, Servizio fitosanitario della Regione Lombardia, che ha mostrato ai maiscoltori lombardi delle linee guida su come affrontare il problema. In particolare, egli ha sottolineato che i danni causati da questo parassita sono visibili solo quando è presente in forma epidemica. Tuttavia il problema non va affrontato solo quando si vedono gli insetti adulti di Diabrotica, ma è necessario preoccuparsene prima, adottando opportune strategie di gestione preventiva, attraverso un approccio combinato tra misure agronomiche e controllo chimico. La regione Lombardia segue da anni l’andamento del problema nelle sue province, attraverso monitoraggi pluriennali della Diabrotica, dai quali si evidenzia che il 95% delle aziende che superano per un anno la soglia di cinque adulti per trappola al giorno (soglia fissata in Usa) subiscono danni per l’anno successivo.
In conclusione, è indispensabile una maggiore responsabilizzazione dei produttori affinché considerino anticipatamente la presenza della Diabrotica nella propria azienda e adottino le scelte più opportune per evitare i gravi danni quali-quantitativi, che questo insetto può provocare alla produzione.
Il problema rappresentato dalla Diabrotica in Friuli–Venezia Giulia è stato affrontato da Gianluca Governatori, Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, che partendo da una descrizione dell’insetto (biologia e danni) ha continuato la relazione descrivendo le azioni intraprese dalla Regione Autonoma Friuli, sulla base delle normative comunitarie, nel tentativo di contenere e/o eradicare il parassita dal territorio regionale.
Per i primi tre anni di infestazione, è stato adottato uno specifico programma di contenimento della specie: definizione di zone di focolaio e di sicurezza (secondo le normative vigenti), determinazione di una compensazione economica a favore delle aziende che rinunciavano alla monosuccessione di mais effettuando anche trattamenti insetticidi contro gli insetti adulti. Egli ha esposto, inoltre, una rassegna dei più importanti parassiti della coltura in questa regione. In particolare, ha descritto gli Organismi di “Qualità” quali gli elateridi, le nottue terricole e la piralide del mais e per ciascuno di essi ha fatto una panoramica sul problema fitosanitario, sul ciclo dei danni e sulle possibilità di difesa.
Da ultimi gli interventi di Luigi Caroli e Pierluigi Meriggi, Agronomica R&S Terremerse, che hanno descritto la conduzione di prove sperimentali di semicampo (le parcelle sono state infestate artificialmente con larve di laboratorio in modo da ottenere un regolare e uniforme livello di attacco) effettuate nel biennio 2005-2006 con Poncho, il nuovo conciante di Bayer CropScience, per valutarne l’efficacia nel ridurre i danni da nottue terricole (Agrotis ipsilon e segetum). In queste prove Poncho non solo si è dimostrato in grado di ridurre significativamente i danni da nottue terricole rispetto ai concianti commerciali messi a confronto ma ha anche evidenziato un’interessante attività nei confronti di afidi e cicaline.
Gli incontri si sono conclusi con un ultimo intervento di Davide Cauzzi, product manager di Bayer CropScience, che ha esposto alla platea le caratteristiche tecniche di Poncho. La protezione del mais con Poncho è garanzia di indiscutibili vantaggi alla produzione sia in termini quantitativi che qualitativi. Si tratta di un prodotto nuovo, sistemico, attivo per contatto ed ingestione la cui attività non è influenzata dalle condizioni pedologiche né dalla piovosità. Poncho ha una modalità d’azione che permette il controllo sia degli insetti che attaccano la zona radicale ed il colletto, sia di quelli che si nutrono a spese della parte aerea. Il completo spettro d’azione di Poncho (elateridi, afidi, cicaline, larve di nottua e larve di diabrotica), la sua elevata efficacia e la sua costanza di risultati, testimoniate dalle numerose prove e dall’applicazione su vasti areali maidicoli di Paesi dove il prodotto è già commercializzato significano “tranquillità” per l’agricoltore.
Per informazioni: www.bayercropscience.it
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Fonte: Agronotizie