È meglio comprare la legna a quintale, a bancale, o alla rinfusa? Come si fa a vendere una partita di legna al miglior prezzo, in concorrenza con la Grande distribuzione organizzata (Gdo)? I legni duri sono sempre la migliore opzione?

Ogni anno, alla fine dell'estate, compratori e venditori si fanno le stesse domande. E, come non poteva essere diversamente nell'era delle reti sociali, gli "esperti" sparano consigli a sproposito. Risultato: informazioni infondate, contraddittorie e perfino truffaldine nuocciono sia ai produttori che ai consumatori. I primi, perché spesso sono costretti ad abbassare il prezzo di un prodotto di qualità per far fronte alla concorrenza degli annunci online. I secondi, perché seguendo i consigli degli "influencer" di Facebook rischiano di comprare prodotti scadenti, pagandoli più di quanto veramente valgono.

In questo articolo proponiamo un semplice strumento di calcolo, basato su criteri scientifici.



Sembra incredibile ma in Italia, principale importatore mondiale (Foto 1), la legna da ardere non ha ancora raggiunto la stessa dignità degli altri combustibili. Essa viene ancora venduta a peso o a volume, e i prezzi sono definiti in base a caratteristiche soggettive o vaghe come "quercia di bosco", "faggio da segheria" o "legno dolce da camino".
In mercati evoluti, come Austria, Germania e Paesi scandinavi, il prezzo della legna da ardere viene definito con lo stesso criterio con cui le autorità nazionali fissano i prezzi dei combustibili fossili: in base al potere calorifico effettivo.

Grafico: I dieci principali importatori mondiali di legna da ardere, statistiche Fao (periodo di riferimento 2015-2020)
Foto 1: I dieci principali importatori mondiali di legna da ardere, statistiche Fao (periodo di riferimento 2015-2020)
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I miti sulla legna da ardere

Si avvicina l'inverno e si scatenano gli "esperti" delle reti sociali. Troviamo nei blog e nei post commenti del tipo: "meglio comprare legni duri" o "l'abete arde troppo velocemente" o "mai comprare il legno in bancali, conviene di più pagarlo a quintale". Tutte affermazioni prive di fondamento, che in alcuni casi specifici possono dimostrarsi vere, ma il più delle volte sono false o incomplete.

Ad esempio, il fatto che un legno sia "duro" - cioè che arda lentamente - o "dolce" - cioè che arda velocemente - non ha niente a che vedere con il suo Potere calorifico inferiore (Pci). Nella pratica, 10 chilogrammi di pioppo produrranno la stessa quantità di calore di 10 chilogrammi di ulivo, a condizione che entrambi siano privi di umidità, semplicemente perché la composizione chimica di entrambi è identica: cellulosa, emicellulosa e lignina. I legni di conifera secchi contengono inoltre una certa proporzione di resina. Nella pratica, il Pci delle latifoglie è pari a 18,5 MJ/chilogrammo SS (5,14 kWh termici/chilogrammo SS) e quello delle conifere è 19 MJ/chilogrammo SS (5,28 kWh termici/chilogrammo SS). Allora perché il prezzo del legno di quercia è maggiore di quello di abete o di pioppo? A differenza dei combustibili fossili, le cui proprietà fisiche sono pressoché invariabili, i legni sono anisotropi: le loro proprietà variano da una specie all'altra e perfino fra le radici, tronco e rami di uno stesso albero. In linea di massima, gli alberi a crescita rapida hanno legna più porosa e dunque di minore densità (legni dolci) rispetto agli alberi a crescita lenta (legni duri). Di conseguenza, i legni dolci sono molto più igroscopici dei legni duri, quindi il loro maggiore tenore di umidità residua si traduce in un minore Pci netto. Un quintale di un legno qualsiasi produrrà più o meno calore a seconda che sia "fresco" (circa 50% di umidità), essiccato all'aperto meno di un anno (30% di umidità), stagionato al coperto più di un anno (legno "da segheria", 20% di umidità) o essiccato in forno (12-15% di umidità).

Da quanto esposto finora, sembrerebbe dunque che l'acquisto di legna a peso non sia la migliore opzione perché si rischia di pagare acqua al prezzo del legno. L'esperienza insegna che il volume di una catasta di legna spaccata è invece abbastanza costante, almeno nell'intervallo di umidità 12-30%, che possiamo considerare "normale" per un prodotto di buona qualità. Di conseguenza, molti dei commenti nelle reti sociali difendono la tesi "meglio comprare la legna a bancali".
Però, tale ragionamento è troppo semplicistico. Per cominciare, il volume della catasta contiene legna e anche spazi vuoti, quindi lo si definisce come "volume sterico" e si misura in "metri stero" (ms). La quantità effettiva di legna contenuta in un ms dipende dalla pezzatura della legna e da come essa sia stata collocata sul bancale o nel contenitore.

Esistono tre modi di definire il volume della legna, a seconda del caso:
  • volume geometrico di un singolo tronco o tavola, prodotto della sua sezione per la sua lunghezza, si misura in m3;
  • volume sterico accatastato, cioè uno spazio di 1 m3 riempito con legna accatastata accuratamente (Foto 2). L'unità di misura è il metro sterico accatastato (msa);
  • volume sterico alla rinfusa, cioè uno spazio di 1 m3 riempito con legna disposta in modo casuale (Foto 3). L'unità di misura è il metro sterico alla rinfusa (msr).

La pezzatura ed il taglio incidono ulteriormente: 1 msa di tondelli (tronchetti di diametro minore di 15 centimetri, lunghi 1 metro), contiene meno legna di 1 msa di legna da stufa (tronchi spaccati in quarti o ottavi, di lunghezza 25-35 centimetri). Quindi, comprando "a volume" si rischia di pagare aria, oltre all'acqua, al prezzo della legna.

Legna da stufa accatastata su bancale
Foto 2: Legna da stufa accatastata su bancale

Legna da stufa alla rinfusa, rete tonda su bancale
Foto 3: Legna da stufa alla rinfusa, rete tonda su bancale


Come ottenere il prezzo giusto per la legna da ardere

Nella pratica, ciò che conta è la quantità di energia che produrrà una unità di legna (chilogrammo, quintale, metro sterico accatastato o metro sterico alla rinfusa) nel generatore di calore (chiamata tecnicamente "energia primaria") e quindi il prezzo del combustibile deve essere direttamente proporzionale ad essa.

Esistono delle tabelle e formule che consentono di calcolare quanta energia primaria contiene una certa quantità di legna, in funzione della sua pezzatura e confezionamento (bibliografia raccomandata alla fine dell'articolo). Per poter effettuare il calcolo basta conoscere, o almeno stimare con buona approssimazione: il tenore di umidità, l'essenza di cui si tratta, il volume (o peso) in vendita, se il prodotto è accatastato o alla rinfusa, e infine la sua pezzatura. Il calcolo non è difficile, ma un po' tedioso, specialmente se si vogliono comparare offerte molto diverse di molti venditori, oppure, se si è il venditore, far valere la qualità del proprio prodotto senza perdere competitività.

Di seguito alcuni esempi con le spiegazioni su come utilizzare il nostro calcolatore online e l'analisi dei risultati. Gli esempi sono tratti da offerte trovate in internet ad agosto 2021. I nomi dei venditori e loro siti web non vengono riportati perché sono stati selezionati semplicemente a scopo didattico.

Caso 1: Acquisto di legna di faggio, comparare offerte dissimili
Venditore A: offre "faggio di bosco, legna da stufa su bancale 1 x 1 x 1,8, prezzo 155 euro".
La dicitura "di bosco" indica di solito legna stagionata all’aperto solo l'estate, o comunque meno di un anno. Nel nostro calcolatore inseriamo i seguenti dati: 155 euro nella casella del prezzo, poi selezioniamo la unità di misura "euro/bancale"; nel campo umidità selezioniamo "stagionato < un anno (bosco)", nel campo pezzatura selezioniamo "da stufa", nel campo confezionamento selezioniamo il bancale corrispondente e infine selezioniamo "faggio" dalla lista di essenze.
Otteniamo i seguenti risultati: il bancale con tale pezzatura e umidità pesa 1.268 chilogrammi, il costo energetico della legna così confezionata è 0,036 euro/kWh di energia primaria, oppure, detto in altri termini, il bancale in questione equivale a 403 litri di gasolio. Selezionando in quale apparecchiatura verrà consumata la legna, ad esempio una caldaia da 35 kW, scopriamo che il bancale in questione consente il funzionamento a piena potenza per 117 ore, oppure, detto in altre parole, il funzionamento della caldaia con la legna di questo fornitore ci costa 1,326 euro/ora.

Venditore B: faggio da segheria, pezzatura da stufa, accatastato su bancale 1 x 1 x 1,8 = 155 euro.
A prima vista sembra che sia un'offerta identica alla precedente, ma la dicitura "da segheria" indica un prodotto stagionato più anni al coperto, quindi più secco. Nel nostro calcolatore lasciamo tutti gli altri dati invariati e selezioniamo la umidità "stagionato > un anno (segheria)".
Vediamo che il bancale pesa 1.170 chilogrammi, ma poiché il legno contiene meno umidità, il suo Pci è più alto, quindi il costo energetico è 0,033 euro/kWh, ovvero un bancale equivale a 435 litri di gasolio. Il bancale consente dunque 126 ore di funzionamento della caldaia, ovvero il funzionamento della caldaia con questa legna ci costa 1,226 euro/ora.

Venditore C: faggio da segheria, pezzatura da stufa, in big bag da 1 m3 = 100 euro.
La legna in big bag è sempre alla rinfusa quindi, anche se si tratta di un legno di ottima qualità, il confezionamento contiene più "vuoto per pieno". Nel nostro calcolatore modifichiamo il prezzo, selezioniamo "alla rinfusa", poi "big bag da 1 m3".
Risultato: un big bag contiene 383 chilogrammi di legna, il suo costo energetico è pari a 0,066 euro/kWh termico, equivale a 142 litri di gasolio e garantisce 41 ore di funzionamento della caldaia. Il costo di funzionamento della caldaia con questa legna sale a 2,421 euro/ora.

Venditore D: faggio stagionato, 8 euro/quintale alla rinfusa.
Il venditore non specifica quanto tempo di stagionatura abbia il prodotto, né le condizioni di stagionatura. In tale caso, sarebbe opportuno chiamare per accertarsi della qualità. Nel nostro esempio, assumiamo che sia legno stagionato meno di un anno, quindi assimilabile al legname "da bosco". Nel nostro calcolatore modifichiamo il prezzo e selezioniamo l'unità merceologica "a quintale", selezioniamo la umidità "stagionato < un anno (da bosco)". Nell'acquisto a peso, la selezione della pezzatura e del confezionamento sono irrilevanti, quindi possiamo lasciare invariati i campi corrispondenti perché il calcolatore non li considera.
Otteniamo dunque i seguenti risultati: costo energetico pari a 0,024 euro/kWh, 1 quintale equivale a 32 litri di gasolio, garantisce nove ore di funzionamento della caldaia. Il costo di funzionamento della caldaia è dunque 0,868 euro/ora.

Il fornitore più conveniente è dunque il D, pur avendo un prodotto di qualità obiettivamente minore rispetto al fornitore B perché il costo della legna alla rinfusa è il minimo. Infatti, chi fornisce legno alla rinfusa non ha il costo del bancale né della manodopera per il confezionamento della legna, quindi il costo energetico ed il relativo costo orario di funzionamento della caldaia risultano i più bassi possibili fra le alternative considerate. Ovviamente, se si desidera accatastare la legna al coperto il compratore dovrà lavorare o pagare qualcuno per eseguire il lavoro.

Ora che abbiamo individuato il fornitore più conveniente, il calcolatore ci consente anche di stimare il costo del riscaldamento per il prossimo inverno in funzione della zona climatica (definita nel dpr n. 412 del 26/08/1993 e s. m.). Se non si conosce la zona climatica del proprio comune, nel calcolatore è incluso un link a una mappa dalla quale l'utente potrà ricavarla. Ai fini del nostro esempio, supponiamo che la legna verrà utilizzata in un comune della zona climatica E. Per alimentare la caldaia da 35 kW selezionata in precedenza, saranno necessari 69 quintali di legna (edificio con isolamento medio, classe D). Il costo complessivo di riscaldamento sarà 550 euro/anno. Ovviamente, il consumo reale dipenderà dalle caratteristiche edilizie e impiantistiche, oltre che dallo stile di vita dei suoi abitanti. Il calcolatore fornisce solo una stima indicativa.

Caso 2: Determinazione del prezzo di vendita di essenze diverse
Supponiamo il caso di un'azienda agricola che desidera vendere legna di olmo stagionata meno di un anno, ma nella zona deve competere con un magazzino della Grande distribuzione organizzata, il quale offre legna di faggio, taglio da camino, accatastata su pallet da 1 x 1 x 1,8, al prezzo di 163 euro/bancale. Non è chiaro quale sia il tenore di umidità del prodotto commerciale, si suppone sia legna stagionata due anni.

Stando ai "guru" delle reti sociali, la legna di olmo dovrebbe valere la metà di quella di faggio, cioè a 81,5 euro/bancale, semplicemente perché, nel ragionamento semplicistico della saggezza popolare, "l'olmo è un'essenza dolce e rende di meno del faggio". Stanno davvero così le cose? Come può il produttore vendere la sua legna di olmo ad un prezzo attraente per i potenziali compratori, senza rinunciare al suo giusto profitto? Per prima cosa, è necessario determinare il costo energetico del prodotto offerto dalla Gdo. Introducendo nel calcolatore i dati corrispondenti ricaviamo 0,035 euro/kWh e, a modo di riferimento, il costo di funzionamento di una caldaia da 35 kW è pari a 1,290 euro/ora. Adesso, selezioniamo "olmo" dalla lista di essenze e "stagionato < un anno" dalla lista delle umidità, lasciando invariato il resto. Proviamo diversi prezzi, fino a trovare che con 93 euro/bancale il costo energetico è equivalente a quello del faggio, ma il costo di funzionamento di una ipotetica caldaia da 35 kW è pari a 1,297 euro/ora.

È facile capire perché: un bancale di faggio al 20% di umidità equivale a 435 litri di gasolio, mentre un bancale di olmo al 30% di umidità equivale a 247 litri di gasolio, quindi, a parità di costo energetico, servono più bancali di olmo. Riprovando con 90 euro/bancale, l'analisi con il nostro calcolatore dimostra che tale prezzo è conveniente sia per il compratore che per il produttore. Il compratore risparmia il 3% sul costo totale di riscaldamento invernale rispetto a quello che avrebbe speso comprando bancali di faggio, perché il costo operativo della caldaia scende a 1,255 euro/ora. Dal canto suo, il produttore riesce comunque a guadagnare 8,50 euro/bancale in più rispetto al prezzo suggerito dagli "esperti" dei forum e delle reti sociali.


Conclusione

Il prezzo della legna da ardere, come quello di qualsiasi altro combustibile, deve essere definito con un metodo scientifico, in base a parametri obiettivi e misurabili.

Rispetto alle sostanze "pure" come il metano o il gasolio, le caratteristiche fisiche della legna sono molto più variabili, ma tali variabilità sono ben note e tabulate ad uso degli addetti al lavoro. Ricorrendo a tali tabelle e coefficienti, è possibile dunque calcolare con molta approssimazione le equivalenze energetiche fra combinazioni diverse di essenze, pezzature e confezionamenti. Tuttavia, il calcolo manuale risulta tedioso se si devono valutare molte alternative. Invitiamo dunque i lettori a salvare la pagina nel browser del proprio dispositivo per poter agevolmente tornare ad effettuare le necessarie verifiche ogni volta che si vorrà acquistare o vendere legna alle migliori condizioni economiche.

Riferimenti bibliografici consigliati
Francescato V., Antonini E., Zuccoli-Bergomi L., et al.; Wood Fuels Handbook, volume edito da AIEL Associazione Italiana Energia dal Legno, 2008.
Valter Francescato ed Eliseo Antonini, AIEL (capitoli da 1 a 10); Giustino Mezzalira (introduzione e capitolo 11); Energia del legno: Nozioni, concetti e numeri di base; volume edito da Regione Piemonte Settore Politiche Forestali.
Prezzi della legna all'ingrosso, CCIAA Cuneo.