Nella ricerca di colture erbacee perenni, che non necessitano di essere riseminate ogni anno, una parte è dedicata ai girasoli.
L'obiettivo, come per i cereali perenni, è quello di ottenere piante che non debbano essere riseminate per poter risparmiare sulle lavorazioni, permettendo così una notevole riduzione dei costi economici e ambientali e garantendo una migliore conservazione del suolo e della sua fertilità.
Una strategia seguita è quella di realizzare ibridi tra il girasole normalmente usato in agricoltura (Helianthus annuus L.) e piante perenni della stessa famiglia, come ad esempio il girasole di Maximilian o girasole atzeco (Helianthus maximiliani Schrad.) o il topinambur (Helianthus tuberosum L.).
Un'altra strada invece è quella di domesticare specie selvatiche perenni per poterle coltivare, una strada che fino ad ora ha dato i risultati più interessanti, in particolare con la coltivazione di Silphium integrifolium Michx, noto anche come silflower, una pianta originaria del Nord America e che sta mostrando potenzialità interessanti dal punto di vista agricolo.
Il silflower si semina a primavera e nel primo anno non fiorisce, ma crea una rosetta di foglie che accestiscono, formando nella tarda estate i germogli che daranno gli steli fiorali.
Dal secondo anno in poi si sviluppano gli steli che andranno a fiore, portando più calatidi su ogni stelo, come avviene anche nei topinambur.
Da questa pianta può essere raccolta sia la granella, sia le foglie da usare come foraggio, con una produzione di semi (o più correttamente di acheni) che può arrivare a oltre 27 quintali ad ettaro e di foraggio secco di 50 quintali ad ettaro, con densità di impianto di 10mila piante ad ettaro.
I semi sfusi hanno una densità di circa 189 grammi per litro, con un peso di circa 23 grammi per 1000 semi, con un contenuto in olio di circa il 30%, un olio che presenta come principali acidi grassi l'acido linoleico (circa 63,2%) e l'acido oleico (circa 19,6%), come riportato in uno studio del 2021 pubblicato sul portale Authorea.
Il foraggio, che può esser anche insilato, presenta anche delle ottime caratteristiche nutrizionali, con un contenuto di proteine totali e di energia assimilabile comparabile con l'erba medica.
Un recente studio condotto da ricercatori statunitensi e argentini di The Land Instute - l'organizzazione no profit che si occupa di sostenibilità agricola e di sviluppo di colture erbacee perenni - e pubblicato sulla rivista scientifica Agronomy ha valutato anche la possibilità di un uso a "duplice attitudine" nello stesso anno, inserendo uno sfalcio primaverile prima della raccolta della granella, ottenendo però risultati non interessanti dal punto di vista economico, dal momento che la produzione dei semi tende a ridursi anche di oltre il 40%.
Resta però interessante la produzione ad anni alterni di foraggio e di granella, da valutare a seconda delle esigenze aziendali o dello stato della coltura.
La strada è ancora lunga da fare, ma anche per il il girasole, la via delle colture perenni è aperta.