È stato attivato il tavolo regionale permanente per l'emergenza irrigua in Puglia, stretta nella morsa della siccità che, secondo Coldiretti Puglia, avrebbe provocato già danni per oltre 1 miliardo di euro negli ultimi due anni. Il tavolo permanente sull'emergenza è stato convocato dall'assessore regionale all'Agricoltura Donato Pentassuglia, presenti i commissari di Arif e Consorzio Unico del Centro Sud, Francesco Ferraro, e Vito Colucci, il direttore tecnico di Acque del Sud. Si tratta di una "risposta alla mobilitazione di migliaia di agricoltori e allevatori a Bari proprio per la crisi idrica che mette a repentaglio le produzioni e la stessa redditività delle aziende agricole e zootecniche" sottolinea una nota di Coldiretti Puglia.
L'emergenza in provincia di Taranto
Il tavolo in realtà è stato operativo ed ha affrontato l'emergenza della provincia di Taranto. Per alleviarne le sofferenze, si è operato sulla traversa per far arrivare acqua dal fiume Tara: "Abbiamo instradato la risorsa del Tara mediante la condotta Paoloni verso i comuni di Ginosa e Castellaneta, perché lì si trovano colture irrigue e ad alto reddito alle quali non arrivava più l'acqua derivata dalla diga di San Giuliano su fiume Bradano, dove si era verificato un cedimento delle condotte di adduzione" spiega ad AgroNotizie® l'assessore all'Agricoltura di Regione Puglia, Donato Pentassuglia, che precisa: "Si è trattato di un'azione integrata tra Consorzio di Bonifica Centro Sud commissariato, a cui fanno capo gli acquedotti irrigui, la Acque del Sud Spa, che gestisce le opere di presa e le condotte incluse quelle afferenti la diga di San Giuliano. Nel frattempo sono state reperite risorse sul Fondo di Rotazione per un'operazione di rewamping di tutte le reti esistenti, anche la condotta Paoloni ha delle perdite, ma al momento regge, il tutto per limitare al massimo la dispersione di risorse ed anche - in prospettiva - per riattivare il flusso dalla diga di San Giuliano".
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Il bacino sotteso alla diga di San Giuliano, forte di una capacità di ben 94 milioni di metri cubi - una delle prime opere costruite con le risorse del Piano Marshall tra il 1950 ed il 1958 - al 15 luglio 2024, ha una scorta di acqua utile da distribuire, tutta per l'irrigazione, di oltre 16,5 milioni di metri cubi d'acqua, poco più di un quarto dello scorso anno, quando il 15 luglio erano disponibili oltre 62 milioni di metri cubi, ma in questo caso a mancare sono le reti di grande adduzione.
Uno dei problemi è quindi la vetustà delle reti, anche quelle degli acquedotti irrigui: "Se mandiamo in pressione l'acqua le reti con 60% di perdite rischiano di collassare prima che la risorsa possa arrivare all'utenza - spiega Pentassuglia - pertanto al prossimo incontro a fine luglio convocherò Anci, comuni e Aqp per verificare se le reti sono pronte".
Altre misure assunte: è stata installata una pompa da 300 litri al secondo per emungere acqua dal fiume Bradano "per un uso continuo e costante dell'acqua, evitando il collassamento delle tubazioni molto vecchie" sottolinea Pentassuglia. Infine il pozzo spia dell'Arif, il numero 4, è stato armato per un emungimento d'emergenza: "Si tratta di un pozzo spia utilizzato per sondare la qualità e la consistenza dell'acqua del sottosuolo, è una risorsa buona e il pozzo sarà attivato solo là dove persistano situazioni di scarsità idrica sulle risorse stoccate in bacini o in fluenza".
Coldiretti, serve rivedere accordi con la Basilicata
Sono "Interventi emergenziali - sottolinea Coldiretti Puglia - che però non risolvono il problema della mancanza di acqua, con accordi con la Basilicata che andrebbero radicalmente rivisti, ma anche in provincia di Bari - aggiunge l'organizzazione agricola - persistono disservizi nei comuni di Noci sui pozzi Lamadacqua, Madonna della Scala, Scarciulli e San Giacomo a Putignano, dove per vari fattori tra cui la carenza del personale, l'apertura dei pozzi è limitata a giorni alterni per sola mezza giornata (ore 7:00-14:00), tempistica del tutto insufficiente".
Resta il fatto che in Puglia i quantitativi di acqua disponibili negli invasi sono più che dimezzati rispetto allo scorso anno e gli invasi artificiali del foggiano registrano da soli 170,24 milioni di metri cubi d'acqua in meno rispetto alla metà di luglio 2024.
"Ma si deve andare anche oltre l'emergenza, perché a causa delle reti colabrodo va perso 1 litro di acqua su 2, uno spreco che non ci si può permettere: dall'efficientamento delle reti di adduzione e scolo al completamento impianti incompiuti, dalla manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali al rinnovo degli accordi con le regioni Basilicata e Molise, dall'ampliamento e messa a regime di impianti idonei per una moderna distribuzione sull'area regionale alla questione annosa dei consorzi di bonifica commissariati", ha detto Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia.
Danni da siccità già elevati
Per la siccità e le temperature ben al di sopra della norma sin dall'inverno ne hanno fatto già le spese le clementine che sono finite al macero, "compromesse - ricorda Coldiretti Puglia - dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l'accrescimento", ma anche la produzione di grano duro secondo l'organizzazione agricola "risulta dimezzata per effetto della prolungata siccità che ha stretto tutta la regione in una morsa per mesi, causando il taglio delle rese".
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La crisi idrica ha determinato un calo drastico di foraggio verde nei pascoli con l'aggravio dei costi - incalza Coldiretti Puglia - per l'acquisto di mangimi per garantire l'alimentazione degli animali nelle stalle, ma anche gli apicoltori hanno dovuto dire addio ad oltre 1 vasetto di miele su 2, con le api stremate senza cibo per le fioriture azzerate, con il 60% in meno di raccolta condizionata dal caldo e dalla siccità.
"Ma a preoccupare - continua Coldiretti Puglia - sono le previsioni della prossima campagna di raccolta delle olive, dove si stima un crollo del 50% rispetto all'anno scorso, con effetti altrettanto gravi sulla produzione di olio extravergine".
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