Pezzo d'antologia della narrativa italiana, "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" è un romanzo del 1946 di Carlo Emilio Gadda. Si tratta di un complicato caso di furto e di omicidio, ove sono complessi i personaggi e ancor più complessa appare l'indagine. Un'indagine che infatti non porta ad alcuna soluzione, lasciando il caso senza un colpevole.
Ora sembra che un altro "pasticciaccio brutto" abbia scelto il Lazio come palcoscenico per la propria messa in scena.
Nel corso della passata estate, i tecnici dell'Arsial hanno effettuato dei campionamenti in campo rinvenendo in un paio di aziende (per altre fonti sarebbero tre) tracce di genetica Ogm in campi di mais dichiarati esenti. Nello specifico, avrebbero trovato tracce genetiche corrispondenti all’ibrido "DAS 1507", più noto come "Herculex", al "DAS 59122", all'anagrafe "Herculex RW", e all'"NK 603". Il primo porta in sé la resistenza alla piralide, il secondo quella verso la Diabrotica, in inglese Rootworm, mentre il terzo conferisce resistenza al glifosate. Tutti e tre gli ibridi, per inciso, hanno ottenuto nel 2007 da Bruxelles l'autorizzazione al commercio.
La presenza delle tre genetiche Ogm sarebbe però stata rinvenuta su "coltivazioni derivanti da sementi dichiarate esenti da Ogm dalla casa produttrice Pioneer Hi-Bred", la quale fa capo a DuPont de Nemours. Il primo reperimento ricadrebbe nel comune di Roma, l'altro in quello di Pomezia. E da qui inizia il racconto, con buona pace di un Maestro della narrativa come Carlo Emilio Gadda.
Intervistato sull'accaduto, Paolo Marchesini, responsabile relazioni esterne di Pioneer Hi-Bred, si mostra al contempo sereno e perplesso. Il coinvolgimento della società americana inizia a fine agosto, quando giungono due comunicazioni dalla Regione Lazio. Nella prima di esse si richiede genericamente la documentazione relativa alla tracciabilità di un lotto di semente. Il lotto però non esiste, perché in realtà quel numero di lotto corrisponde a un'altra varietà.
Chiarito il malinteso, e comunicata la giusta combinazione "lotto-varietà", Pioneer è quindi in grado di fornire le documentazioni richieste. In tale fase, tutto ciò che a Pioneer è dato sapere è che due ibridi, che chiameremo "A" e "B", sono stati trovati positivi all'analisi per gli Ogm nonostante siano stati dichiarati esenti dalla società americana. L'ibrido "A" è completamente a produzione italiana, quello "B" è invece d'importazione. I fronti di perplessità di Pioneer sono quindi su tre livelli. Innanzitutto, l'ibrido "B" sarebbe stato campionato in entrambe le aziende, ma una comunicazione di positività esiste solo per la prima delle due.
Non è al momento dato cioè sapere se anche per il secondo caso esiste una positività non ancora comunicata, oppure il test è risultato negativo. In quest'ultimo caso diverrebbe però difficile spiegare come sia possibile che semi dello stesso lotto diano risultati diametralmente opposti quando le piante da loro derivanti vengono analizzate separatamente. Il secondo livello di perplessità nasce dalle certificazioni in mano a Pioneer Hi-Bred.
L'ibrido "A" è infatti stato analizzato dai laboratori dell'INRAN-Ense, i quali hanno rilasciato il successivo certificato "esente-Ogm". Circa l'ibrido "B", sottolinea Marchesini, essendo d'importazione gli step analitici sono addirittura due: quello effettuato presso i laboratori della Dogana, più quello dell'Ense. Anche in questo caso esistono certificati che attestano la "non-positività". Certificati che peraltro Pioneer mette da sempre a disposizione di tutti sul proprio sito internet previa registrazione on-line. Il terzo e ultimo livello di perplessità è relativo alla mole di indagini svolta nel Lazio. Dalle informazioni a disposizione di Pioneer, sarebbero state circa 60 le aziende oggetto di campionamento. Che esiti ci sono stati nelle altre 58? Quali ibridi sono stati analizzati? Ci sono altre positività, oppure no? Gli ibridi incriminati sono infatti molto diffusi, quindi parrebbe logico pensare che siano stati campionati più volte.
La mancanza di un quadro d'insieme completo rende perciò oltremodo difficile dissertare puntualmente su quanto successo nelle uniche due aziende finite nell'occhio del ciclone.
Marchesini termina quindi l'intervista con doverosi puntini di sospensione: "Abbiamo fornito tutta la documentazione richiesta sulla tracciabilità dei lotti alle aziende. Idem verso le autorità. Restiamo quindi a disposizione per eventuali indagine successive, perché ciò che davvero è importante è capire cosa sia successo nei fatti...".
Già, perché alla fin fine chi ne fa le spese di questo inghippo sono le aziende agricole in cui le analisi sono state svolte. C'è infatti una sanzione da pagare, ovvero scegliere per l'inoltro di un ricorso molto oneroso in termini economici. Ci sono dei contributi del Psr che saltano. C'è una filiera a cui esse conferiscono il proprio latte che ora quel latte non lo vuole più. In poche parole, queste aziende rischiano di essere già chiuse da tempo prima che si arrivi alla definitiva attribuzione delle responsabilità del loro "decesso". Ha sbagliato la Dogana? Ha sbagliato l'Ense? Ha sbagliato Pioneer? E' un falso positivo dell'Arsial? Hanno sbagliato le aziende? Solo il tempo, forse, lo dirà. Ovviamente nella speranza che il caso "Ogm-Lazio" non sia un altro "pasticciaccio brutto" destinato a restare senza "colpevoli".