L'agricoltura rappresenta una parte cruciale dell'economia africana, sostenendo oltre il 50 percento della popolazione e contribuendo al 35 percento del suo Pil, con picchi fino al 60 percento in alcuni paesi. 
Nonostante ciò, l'Africa deve affrontare un aumento delle importazioni di cibo e una persistente insicurezza alimentare, causata dalla bassa produttività, del basso valore aggiunto per lavoratore e pratiche di agricoltura di sussistenza che non raggiungono livelli di efficienza, con una dimensione media delle aziende agricole di 1,3 ettari. Nonostante il continente vanti il 65 percento della terra arabile del mondo, in Africa solo il 10 percento viene utilizzato. 

 

In questo contesto, la seconda Tavola Rotonda degli Agricoltori Africani ha messo in luce l'importanza di pratiche agricole rigenerative e l'accesso a tecnologie moderne per migliorare la produttività e la sostenibilità. 

Organizzata in collaborazione con Pontificia Accademia per la Vita, Bayer, Global Farmer Network, World Farmers' Organization, African Agricultural Technology Foundation (AATF) e Inter-American Institute for Cooperation on Agriculture (IICA), si è tenuta a Roma lo scorso 8 ottobre.

 

Gli agricoltori dell'area subsahariana - provenienti da Costa d'Avorio, Lesotho, Mali, Nigeria, Kenya, Ruanda, Sudafrica, Uganda e Zambia - si sono confrontati con i decisori politici internazionali e altri stakeholder chiave sull'importanza di politiche che permettano ai piccoli proprietari terrieri di applicare pratiche agricole rigenerative in modo più ampio e di migliorare la sicurezza alimentare in Africa, con benefici anche per l'ambiente.

Questo obiettivo può essere ottenuto attraverso un insieme diversificato di pratiche e tecnologie che combinano strumenti moderni e tradizionali, adattati alle esigenze specifiche degli agricoltori.

 

Pratiche tradizionali e innovazioni

"La stragrande maggioranza del cibo in Africa viene prodotta da piccoli agricoltori. È fondamentale ascoltarli e conoscere le grandi sfide che devono affrontare a causa del cambiamento climatico", ha dichiarato Debra Mallowah, responsabile della regione Africa per la divisione Crop Science di Bayer. "Oggi abbiamo sentito quanti agricoltori stanno contribuendo allo sviluppo socio-economico e ambientale della regione subsahariana. Il settore privato, insieme a governi e decisori politici, organizzazioni internazionali, istituti di ricerca e società civile devono sviluppare infrastrutture, creare capacità, condurre ricerche e investire in innovazione per creare un ambiente favorevole affinché quegli agricoltori possano prosperare e, in definitiva apportare benefici a tutti noi".

 

La voce degli agricoltori africani

Sull'importanza dell'agricoltura rigenerativa e la necessità di tecniche agricole adeguate per migliorare la salute del suolo e la resa delle coltivazioni è intervenuto Elisha Lewanika, agricoltore dello Zambia, che ha sottolineato come "la rotazione delle colture, in particolare l'alternanza tra colture azotofissatrici e cereali, è un metodo efficace per preservare la fertilità del suolo e garantire raccolti sostenibili. La riduzione del dissodamento e di altre forme di perturbazione del suolo ne preserva la struttura, minimizza l'erosione e salvaguarda i microbi presenti nel terreno".
 
Anche per Matente Kethisa del Lesotho, la salute e la conservazione del suolo sono aspetti fondamentali per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico. "Nella mia comunità di Nikito, il suolo rappresenta la base delle attività agricole. Ci concentriamo sulla conservazione e sul miglioramento della sua qualità ricorrendo alla rotazione delle colture, alla pacciamatura, all'agricoltura a lavorazione zero e alla gestione dei nutrienti".
 
L'agricoltrice nigeriana Stella Thomas ha concordato e aggiunto: "mentre i semi ibridi e le varietà a impollinazione aperta sono già disponibili, le colture Ogm sono la strada da seguire per noi in Nigeria, soprattutto per affrontare la siccità e le infestazioni di parassiti. Con le colture Ogm, gli agricoltori possono usare meno erbicidi e insetticidi, migliorando sia la produttività che la sostenibilità".

 
Amadou Sidibe del Mali ha invece sottolineato i vantaggi della tecnologia nelle serre nel mitigare gli effetti del cambiamento climatico: "Molte zone dell'Africa occidentale sono state interessate da forti precipitazioni e inondazioni, ma le nostre serre sono rimaste intatte. Durante i periodi di siccità, le mie serre utilizzano il 90 percento dell'acqua disponibile in modo estremamente efficiente, rendendole uno strumento molto efficace per la gestione dell'agricoltura in un clima sempre più imprevedibile".


Nonostante i comprovati benefici di approcci diversi, gli agricoltori hanno evidenziato le difficoltà che incontrano per accedere agli strumenti di cui hanno bisogno per realizzare appieno il potenziale dell'agricoltura rigenerativa. I bassi investimenti pubblici e privati in Ricerca e Sviluppo, gli elevati costi iniziali per le tecnologie moderne, l'accesso limitato alle polizze assicurative e di credito, insieme alla carenza di infrastrutture, impediscono a molti piccoli agricoltori di contribuire alla transizione dell'agricoltura verso una maggiore produttività con un ridotto impatto ambientale.

 

Per Bayer quindi l'agricoltura rigenerativa rappresenta un modello di produzione basato sui risultati, che ha come obiettivo principale il miglioramento della salute del suolo e il rafforzamento della resilienza. Tra gli altri obiettivi principali, la mitigazione del cambiamento climatico, il mantenimento o il ripristino della biodiversità, la conservazione delle risorse idriche, l'aumento delle rese e il miglioramento del benessere economico e sociale degli agricoltori e delle loro comunità.

 

Bayer, tra storia e prospettive future

Tornando in Italia, invece, da un lato Bayer festeggia 125 anni di presenza sul suolo nazionale, dimostrando un impegno costante nell'innovazione agricola e sostenendo gli agricoltori attraverso prodotti di protezione delle colture e tecnologie digitali; dall'altro guarda al futuro, presentando novità per i viticoltori italiani alla Luv, la Fiera dell'Uva da Tavola che si terrà presso la Nuova Fiera del Levante di Bari i prossimi 22-23-24 ottobre. 
Tra le innovazioni che l'azienda porterà al suo stand 142-143, c'è Vynyty Lobesia Pro Press, una soluzione in gel a base di feromoni per il controllo di Lobesia botrana. Una tecnologia che offre agli agricoltori strumenti per gestire in modo più efficace le sfide fitosanitarie, contribuendo a garantire raccolti sani e sostenibili.


Bayer dimostra come l'integrazione tra pratiche tradizionali e moderne può rappresentare la chiave per il futuro agricolo contribuendo a migliorare la salute del suolo, la resilienza e la sicurezza alimentare. Attraverso un impegno condiviso, è possibile affrontare le sfide globali e costruire un settore agricolo più prospero e sostenibile per le generazioni future.