La Commissione Europa propone una deroga sulle rotazioni alle colture per il 2023: si stima un aumento di 1,5 milioni di ettari coltivabili, escludendo dalla semina i mangimi animali, come mais e soia. Secondo la Commissione, dal 2019 sono calate le produzioni di grano tenero, mais e orzo ma l'Ue dall'inizio della guerra spinge sempre di più per maggiore sicurezza e autosufficienza alimentare. A rischio gli obiettivi del Green Deal?

 

Secondo il commissario Ue all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, si tratta di "misure necessarie" vista la situazione di crisi alimentare, ma rassicura che la deroga verrà svolta seguendo i principi Bcaa, Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali.

 

Per l'Italia, colpita dal grande caldo e dalla siccità, sarà difficile produrre di più.

 

Deroga sulle rotazioni

In seguito alla richiesta di alcuni Stati Ue di sospendere temporaneamente alcuni tra gli obiettivi green dalla Pac, la Commissione Europea ha proposto una deroga temporanea alla rotazione delle colture per aumentare in particolare la produzione cerealicola.

Ora la proposta deve essere approvata dagli Stati membri prima di essere adottata formalmente.

 

In sostanza, l'Unione Europea, che solo dall'Ucraina importava nel 2020 il 49% dei cereali e il 48,5% di oli vegetali, potrà ora destinare fino a 1,5 milioni di ettari in più alla produzione agricola per aumentare la propria sicurezza alimentare a livello globale, in seguito alla guerra causata da Mosca.

Saranno però escluse dalla semina colture comunemente utilizzate per l'alimentazione degli animali, come mais e soia, in quanto non strettamente correlate alla sicurezza alimentare.

 

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Quanti cereali produce attualmente l'Ue?

Secondo i dati della Commissione Europea la produzione di grano, mais e orzo è calata dal 2019 ad oggi. Tra il 2022 e il 2023 si prevede una produzione di 286 milioni di tonnellate di cereali, rispetto alle 297mila del 2019.

 

Il grano tenero, che nel 2019 superava 132 milioni di tonnellate, si attesta ora a 125 milioni, mentre il mais, da 70 milioni di tonnellate nel 2019 è passato ai 66 di oggi, ma per il 2023 è previsto un aumento a 72 milioni di tonnellate. Negli ultimi tre anni l'orzo è calato da 55 a 52 milioni di tonnellate e sono previsti cali anche nelle produzioni di grano duro, sorgo, segale e triticale. Unica eccezione l'avena, la cui produzione è aumentata di qualche tonnellata.

 

Le produzioni in Ue

Le produzioni in Ue

(Fonte foto: Commissione Europea)

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A rischio il Green Deal?

"Riconosco che permettere queste deroghe non sia la scelta migliore", ha scritto sul suo profilo Twitter il commissario all'Agricoltura Ue, Janusz Wojciechowski, riconoscendo che la rotazione delle colture dovrebbe essere una pratica fondamentale in agricoltura. Ma durante il Consiglio Agrifish il commissario ha detto ai ministri che "dobbiamo essere realistici", spiegando la necessità di questa misura a fronte della crisi in Ucraina, che resta grave nonostante stiano riprendendo le esportazioni di cereali grazie agli accordi tra Mosca e la Turchia.

 

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Vista la volontà della Commissione Ue di preservare la biodiversità e gli obiettivi del Green Deal, la deroga sulle rotazioni durerà solamente nel 2023 e sarà "protetta" dalle norme Bcaa, Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali, con l'obiettivo di preservare la sostenibilità agricola nel lungo termine, che è anche uno dei punti cardine della nuova Pac.

 

L'Italia colpita dal grande caldo e dalla siccità

Ora spetta a ogni Stato membro, insieme ai propri agricoltori, scegliere come mettere in pratica la deroga sulla rotazione delle colture.

 

Per l'Italia non sarà facile rendere i terreni più produttivi, vista l'emergenza del caldo estremo e della siccità che sta causando non pochi problemi agli agricoltori. Secondo un comunicato dello scorso aprile dell'Istituto Nazionale di Statistica (Istat), nel 2022 le superfici di frumento tenero e duro non sono variate di molto nella penisola rispetto al 2021 (+0,5 e -1,4 punti percentuali rispettivamente). Per i terreni destinati all'orzo è stato previsto un aumento di 8,6 punti percentuali, mentre per il mais un calo di -4,8 punti.

 

Tuttavia, Coldiretti ha stimato che a causa della mancanza di acqua in Italia la produzione di grano potrebbe calare del 30% quest'anno, mentre quella di girasole e mais al -45%. I danni all'agricoltura potrebbero ammontare fino a 6 miliardi di euro, tagliando del 10% il valore della produzione agricola italiana e mettendo in ginocchio le aziende agricole italiane, 250mila delle quali oggi producono in perdita a causa di siccità e inflazione.