Il problema sono le piogge troppo intese cadute nelle ultime ore dal fine settimana a ieri, che hanno colpito terreni già completamente saturi d’acqua. Con la conseguenza di allagamenti diffusi, che stanno mandando in anossia le radici di erbacee e arboree, provocando anche danni su frutta e ortaggi. E dalle organizzazioni agricole si leva un grido d’allarme anche per l’impossibilità di procedere alla fienagione ed alla semina del mais.
Campania
In Campania il maltempo dopo aver colpito con intense grandinate le zone interne nei giorni scorsi, si è poi concentrato sulle fertili pianure della fascia tirrenica, da nord a sud. Ingenti danni si segnalano tra le province di Caserta e Napoli, rispettivamente negli agri di Maddaloni e Acerra, dove oltre 100 ettari di orti e frutteti sono stati letteralmente sommersi dalle acque nere una fogna che è esplosa a causa della troppa pioggia, distruggendo i raccolti, mettendo a rischio la falda acquifera, e comportando anche una situazione di forte disagio alla famiglie di agricoltori residenti in zona.“La pioggia incessante degli ultimi giorni ha compromesso all'80% il raccolto di pesche, pere, nettarine ed albicocche in pieno campo nella zona Sud della Piana del Sele verso Eboli, a causa dei frutti resi marci dalla troppa acqua o danneggiati dalle grandinate". Lo rende noto in un comunicato stampa Confagricoltura Salerno, che per bocca del presidente Antonio Costantino ha chiesto a Regione Campania l’accertamento dei danni per richiedere al Governo la declaratoria di stato di calamità naturale.
“Le bizze del clima portano paradossalmente – lì dove i frutti delle drupacee non sono danneggiati - ad andare oltre il punto di maturazione adatto ad un raccolto proficuo – sottolinea ancora Confagricoltura - e ciò a causa del maltempo che non permette a uomini e mezzi di avvicinarsi agli impianti allagati".
In difficoltà che vanno facendosi severe anche la zootecnia bovina e bufalina della Piana del Sele: “Si stimano perdite per le colture foraggere che potrebbero aggirarsi intorno al 60%. Ad oggi gli allevatori segnalano l’impossibilità di predisporre la fienagione. Questo perché gli erbai stanno deperendo in campo con scarse possibilità di raccolto. Nel frattempo, non si semina il mais per l'impossibilità di entrare nei terreni”.
Puglia
Vacche e pecore della Murgia barese e tarantina pagano gli effetti della straordinaria ondata di maltempo che con bombe d’acqua, grandine e piogge quotidiane sta compromettendo il raccolto di foraggere utili all’alimentazione degli animali, denuncia Coldiretti Puglia, a causa dei campi allagati da due mesi dove è impossibile procedere con lo sfalcio.La straordinaria ondata di maltempo che imperversa da due mesi non ha risparmiato i campi pugliesi, soprattutto le province di Taranto, Bari e Lecce dove sono stati colpiti, tra l’altro, vigneti, frutteti e campi di grano, compromettendo soprattutto la raccolta delle ciliegie, con la perdita fino al 60-70% della primizie Bigarreau e ora tocca alla varietà Giorgia che sta risentendo delle continue piogge. Danni pesanti anche ad albicocche, uva e agli agrumi in fiore.
“E’ un vero e proprio crack per le angurie – riporta Coldiretti Puglia - con i campi allagati e le piantine andate distrutte e oltre alle angurie, sono andate in fumo le piantine dei meloni, gli ortaggi risultano in asfissia e marciti e sono gravi i danni ai vigneti di uva da vino”.
(Fonte: © Coldiretti Puglia)
Calabria
Altro vero bollettino di guerra viene da Coldiretti Calabria: “Una prima situazione preoccupante si registra su pesche e albicocche dove una parte delle produzioni è stata danneggiata in alcune aree dalla grandine e comunque è in ritardo la maturazione dei frutti ovunque" si legge in una nota.“Assieme alla frutta si contano danni anche agli ortaggi sia in pieno campo che in serra– rileva Coldiretti – senza dimenticare il fatto che il maltempo ha bloccato anche le attività di semina di altre produzioni come patate, il trapianto di pomodori, orticole in generale e il mais. Nei campi allagati – ricorda la Coldiretti – è, infatti, quasi impossibile entrare per effettuare le necessarie operazioni colturali mentre dove si è già seminato i germogli e le piantine soffocano per la troppa acqua”.
Coldiretti Calabria segnala ancora "il ritardo della fioritura dell’olivo e come il clima incerto ha compromesso la prima raccolta di foraggere necessarie per l’alimentazione di mucche e pecore nei campi finiti sott’acqua. Infatti, dove si sono verificati temporali violenti accompagnati in alcuni casi anche da grandine il fieno è stato steso a terra e reso inutilizzabile ma – sottolinea la Coldiretti - anche dove sono cadute precipitazioni abbondanti è stato impossibile entrare nei campi per effettuare la raccolta". Il risultato, precisa la Coldiretti, "è stata la perdita del primo raccolto di fieno nel momento della fioritura che è il più ricco di nutrienti per gli animali negli allevamenti che ora sono costretti a ricorrere all’acquisto di mangimi".
Sardegna
Fine settimana amaro per le ciliegie in Sardegna. Le piogge di sabato e domenica scorsa le hanno colpite in piena maturazione compromettendone il raccolto. Danni anche se di minori entità si riscontrano anche per le fragole e in alcuni casi anche per le albicocche e le pesche. Della schiera dei settori agricoli danneggiati direttamente dalle precipitazioni fanno parte anche quello della fienagione, dove sono stati causati ritardi che ne danneggiano la qualità. Ma chi ne esce sicuramente con le ossa rotte è la cerasicoltura. Le ultime piogge hanno favorito il cosiddetto cracking, cioè la spaccatura del frutto, causata dagli improvvisi aumenti dell'apporto idrico.A salvarsi sono state solo le ciliegie tardive e qualche tipo di cultivar più resistente, per il resto nelle piante sono rimaste ciliegie non più commerciabili.