“Vogliamo capire l’evoluzione del mercato e le nuove tendenze commerciali sempre più imperniate su sostenibilità e qualità – ha esordito durante l’assemblea il presidente di Anacer Carlo Licciardi – Con particolare riferimento a Ogm e glifosato, esistono parametri entro i quali sono consentiti, ed è positivo che la ricerca stia facendo passi in avanti nella sperimentazione di prodotti alternativi sostenibili nella lotta alle erbe infestanti. Dobbiamo essere in grado di mettere a disposizione più informazioni scientifiche possibili ed essere il più trasparenti possibili su ciò che viene importato, verificando la salubrità dei prodotti. In Italia i controlli sanitari vengono fatti seriamente e noi abbiamo sempre collaborato. In questo modo il consumatore sarà aiutato a superare le diffidenze sui cereali importati”.
Roberto Milletti di Ismea ha illustrato i dati relativi all’import di cereali nel quinquennio 2012-2017. “In questo arco temporale il peso del prodotto nazionale è sceso del 30% nel mais, del 21% nel frumento tenero, dell’11% nell’orzo e del 4% nel frumento duro. Nel 2018 l’import di frumento tenero e duro e di mais si è aggirato intorno ai 2,5 miliardi di euro”.
“Se vogliamo continuare a esportare il made in Italy agroalimentare dobbiamo importare sempre più materia prima – precisa Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare – Con i consumi interni in calo, l’export, e soprattutto quello agroalimentare, è decisivo per l’industria. All’estero godiamo di una grande considerazione e il made in Italy trionfa. Il prodotto leader all’estero è la nostra pasta e in Italia prevalgono solo polemiche e disinformazione”.
Un ruolo decisivo è occupato anche dalle tecnologie produttive. “Il miglioramento genetico ha consentito finora di tenere il passo dell’aumento della popolazione e dell’evoluzione della società – ha ricordato Silvio Salvi, professore dell’Università di Bologna – il cambiamento climatico, di stile di vita e il degrado ambientale pongono nuove sfide. La genomica e gli altri strumenti del Dna ricombinati offrono grandi opportunità. L’editing genomico è una tecnologia per la modifica del Dna in maniera precisa ed efficiente, identica a quello che succede in natura”.
Infine, durante l’assemblea Anacer, sono stati illustrati i progetti di sviluppo del porto di Ravenna a sostegno della movimentazione dei cereali. Lo scalo ravennate è tra i primi nel Mediterraneo per il traffico dei cereali.
“Stiamo appaltando lavori per 250 milioni di euro grazie al progetto Hub Portuale – ha spiegato Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di sistema portuale – un investimento che consentirà di avere 200 ettari di aree per la logistica direttamente su banchine portuali e due scali merci a nord e a sud dello scalo marittimo. Ciò significa che saremo in grado di movimentare i cereali con la celerità richiesta dal mercato”.
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Fonte: Anacer - Associazione nazionale cerealisti
Autore: L P