Trend dell’agroalimentare e nuove tecniche produttive per la sostenibilità e la qualità della filiera cerealicola sono stati i punti chiave dell’Assemblea nazionale dell’Anacer (Associazione nazionale cerealisti) svoltasi a Ravenna il 24 maggio. Gli associati ad Anacer importano mediamente all’anno 20 milioni di tonnellate fra grano, mais, soia e altre materie prime di derivazione cerealicola, per un controvalore di 9 miliardi di euro.

“Vogliamo capire l’evoluzione del mercato e le nuove tendenze commerciali sempre più imperniate su sostenibilità e qualità – ha esordito durante l’assemblea il presidente di Anacer Carlo LicciardiCon particolare riferimento a Ogm e glifosato, esistono parametri entro i quali sono consentiti, ed è positivo che la ricerca stia facendo passi in avanti nella sperimentazione di prodotti alternativi sostenibili nella lotta alle erbe infestanti. Dobbiamo essere in grado di mettere a disposizione più informazioni scientifiche possibili ed essere il più trasparenti possibili su ciò che viene importato, verificando la salubrità dei prodotti. In Italia i controlli sanitari vengono fatti seriamente e noi abbiamo sempre collaborato. In questo modo il consumatore sarà aiutato a superare le diffidenze sui cereali importati”. 

Roberto Milletti di Ismea ha illustrato i dati relativi all’import di cereali nel quinquennio 2012-2017. “In questo arco temporale il peso del prodotto nazionale è sceso del 30% nel mais, del 21% nel frumento tenero, dell’11% nell’orzo e del 4% nel frumento duro. Nel 2018 l’import di frumento tenero e duro e di mais si è aggirato intorno ai 2,5 miliardi di euro”.

“Se vogliamo continuare a esportare il made in Italy agroalimentare dobbiamo importare sempre più materia prima – precisa Ivano Vacondio, presidente di Federalimentare Con i consumi interni in calo, l’export, e soprattutto quello agroalimentare, è decisivo per l’industria. All’estero godiamo di una grande considerazione e il made in Italy trionfa. Il prodotto leader all’estero è la nostra pasta e in Italia prevalgono solo polemiche e disinformazione”.

Un ruolo decisivo è occupato anche dalle tecnologie produttive. “Il miglioramento genetico ha consentito finora di tenere il passo dell’aumento della popolazione e dell’evoluzione della società – ha ricordato Silvio Salvi, professore dell’Università di Bolognail cambiamento climatico, di stile di vita e il degrado ambientale pongono nuove sfide. La genomica e gli altri strumenti del Dna ricombinati offrono grandi opportunità. L’editing genomico è una tecnologia per la modifica del Dna in maniera precisa ed efficiente, identica a quello che succede in natura”.

Infine, durante l’assemblea Anacer, sono stati illustrati i progetti di sviluppo del porto di Ravenna a sostegno della movimentazione dei cereali. Lo scalo ravennate è tra i primi nel Mediterraneo per il traffico dei cereali.
“Stiamo appaltando lavori per 250 milioni di euro grazie al progetto Hub Portuale – ha spiegato Daniele Rossi, presidente dell’Autorità di sistema portuale – un investimento che consentirà di avere 200 ettari di aree per la logistica direttamente su banchine portuali e due scali merci a nord e a sud dello scalo marittimo. Ciò significa che saremo in grado di movimentare i cereali con la celerità richiesta dal mercato”.