L'Umbria lancia il progetto olio, il documento, previsto anche nel Psr, che mira ad approfondire tutte le possibili azioni da mettere in campo per il rilancio del settore olivicolo-oleario a partire dagli strumenti finanziari, in particolare da quelli comunitari.

Un documento strategico, secondo l'assessore regionale all'Agricoltura Fernanda Cecchini, perché va a toccare un elemento importante della stessa identità dell'Umbria e fa seguito a quelli già predisposti nei settori della zootecnica e del vino. 

E così nei giorni scorsi a Trevi, c'è stata la presentazione della prima stesura del 'Progetto speciale settore olivicolo-oleario' con cui la regione inizia a confrontarsi con gli operatori del settore.

Un documento redatto da un comitato scientifico composto da esperti dell'università di Perugia, Accademia nazionale dell'olivo e dell'olio di Ismea e del mondo delle professioni e coordinato da Andrea Sisti, presidente dell'Associazione mondiale degli agronomi.

Questo documento, come ha spiegato Cecchini, rappresenta una prima elaborazione di un progetto di valenza altamente strategica per questa regione dal punto di vista produttivo ma anche ambientale e culturale, in un momento in cui il settore dell'olio in Italia ha subito un ridimensionamento produttivo notevole. 

E in questo contesto anche l'Umbria ha visto una grave riduzione della produzione e un tendenziale abbandono di tante superfici marginali. La stessa produzione certificata di Dop Umbria si è ridotta, passando dalle 576 tonnellate del 2013 alle 410 tonnellate nel 2016, pari al 4,1% della produzione totale nazionale. 

Una crisi produttiva che, come ha sottolineato l'assessore, ha causato una situazione di difficoltà per molte aziende olivicole, con rischi concreti per la tutela ambientale e paesaggistica di molti comprensori, a causa del pericolo di abbandono della coltivazione dell'olivo soprattutto nei terreni più marginali. 

L'iniziativa della Regione parte dunque dal presupposto che anche in un contesto nazionale così problematico ci siano grandi opportunità produttive ma anche ambientali e sociali da coltivare e sviluppare.

L'olivicoltura umbra come dimostrano anche i recenti riconoscimenti quale paesaggio rurale storico  e quale patrimonio agricolo di importanza mondiale della Fao può però giocare anche la carta importantissima della valorizzazione territoriale e dell'attrazione turistica.

Questo documento non è dunque un punto di arrivo ma di partenza, una partenza che avviene sulle basi solide di una corposa ricognizione di tutti gli elementi di contesto necessari e di tutte le opzioni tecnicamente oggi possibili per sviluppare un olivicoltura moderna, competitiva, remunerativa e ambientalmente sostenibile.

L'obiettivo, come ha concluso l'assessore, è quello di sviluppare una discussione intensa e tecnicamente appropriata nei prossimi mesi in maniera da mettere l'Umbria in condizioni di avere un insieme di indirizzi e progetti operativi condivisi dall'intera filiera che accompagneranno gli operatori e le politiche pubbliche nel prossimo decennio.