In Campania e Puglia le organizzazioni agricole sono sul piede di guerra, visti i pessimi risultati dei Programmi di sviluppo rurale.

La Cia Campania ha programmato una manifestazione di protesta a Napoli per il 6 aprile che culminerà con un presidio sotto Palazzo Santa Lucia, sede della presidenza della Regione Campania, da dove Vincenzo De Luca - quale assessore ad interim - in queste ore ha autorizzato la proroga dei termini di tre bandi del Psr Campania.

Intanto Coldiretti in Puglia rende noto che ci sono le prime sentenze dei Tar avverse al criterio di selezione dei progetti aziendali per le misure strutturali - basato sulla media tra i valori del previsto incremento di produttività dell'investimento programmato tra le imprese che presentano i progetti e non tra le imprese ammesse a finanziamento - e che si sono dimessi tutti i presidenti e i dirigenti dei Gruppi di azione locale della propria organizzazione. E dice chiaramente che proprio su quel fronte si rischia di andare in disimpegno automatico del Fondo europeo per l'agricoltura e lo sviluppo rurale.

Entrambe le organizzazioni, nelle rispettive regioni, chiedono un cambio di passo, una svolta decisa verso politiche agricole territoriali più incisive, ed in grado di accompagnare realmente la crescita e lo sviluppo delle imprese agricole di queste due importanti aree del Mezzogiorno continentale.
 

La piattaforma rivendicativa della Cia Campania

In Campania il Psr è fermo con un avanzamento della spesa pubblica al 7,95%, ultima regione tra le meridionali.
“E’ arrivato il momento di dire basta – dice senza mezzi termini Alessandro Mastrocinque, presidente di Cia Campania, annunciando la manifestazione di venerdì 6 aprile, che porterà gli agricoltori dalla Stazione Marittima di Napoli al palazzo Santa Lucia – Vogliamo che l’agricoltura torni al centro dell’agenda politica della giunta regionale”.

In un documento di quattro pagine, la Cia Campania, sottolinea a più riprese che è ora che venga nominato un assessore all’Agricoltura a tempo pieno: “Lo avevamo già detto nel 2015 – è scritto nel documento, che ribadisce  - è il momento di un assessore all’Agricoltura che parli di politiche agricole”.
Cia Campania chiede inoltre che “venga divisa l’Autorità di gestione del Psr Campania dalla figura del direttore generale dell’assessorato, bastano 4-5 bravi programmatori per scrivere e modificare il nostro Psr". Nel chiedere “pari dignità con gli altri comparti produttivi” l’organizzazione agricola rivendica la necessità che “strumenti e politiche di ricerca, promozione e aggregazione per l’agroalimentare diventino centrali nella programmazione della Regione Campania”.

Tra le richieste figurano poi l’immediata perimetrazione dei castagneti da frutto, per poter applicare la normativa agronomica e Psr sui frutteti, la realizzazione del Polo floroviviaistico campano, un comparto che da solo vale circa il 10% della Plv agricola della Campania, e il finanziamento del pacchetto di misure per l’innovazione nelle filiere produttive contenuto nel Psr.
 
Un passaggio importante è anche la necessità di una “visione strategica volta a ripopolare e rivitalizzare le nostre aree interne”. Sul Psr e i fondi strutturali, infine, due vecchi cavalli di battaglia di Cia Campania vengono rilanciati: la digitalizzazione della documentazione e l’apertura di uno sportello Agea in Campania.
 

Coldiretti Puglia all'attacco su disimpegno e Gal

In Puglia la spesa pubblica del Psr nel primo bimestre 2018 si è sostanzialmente fermata, appena 3,5 milioni di euro: "E' necessario che la Regione Puglia si svegli – denuncia il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantelee che l'assessorato all'Agricoltura regionale esca fuori dal pantano Psr, mettendo mano alle istruttorie delle domande sulla misura degli investimenti 4.1.a.
Il ricorso e la conseguente sentenza del Tar non possono diventare l'alibi per tenere congelata l'istruttoria delle domande che consentirebbe di capire quali progetti sono realmente finanziabili, evitando che gli agricoltori si sobbarchino di costi esosi relativi alla documentazione di bancabilità, cantierabilità, rilascio di permessi a costruire, per poi decadere dalla graduatoria iniziale, pubblicata nell'ormai lontano novembre 2017.
Stiamo perdendo competitività, perché sono bloccati da due anni i primi 120 milioni di euro per bandi pubblicati nel lontano 2016, non ci sono risorse sufficienti a garantire copertura alle 5mila domande presentate dai giovani, alle 3200 degli imprenditori che intendono investire e a tutte le aziende colpite da Xylella che hanno bisogno di ripartire".


In merito alla task force che si sta occupando dell'istruttoria delle domande per le misure a superficie, produzione integrata e agricoltura biologica, Coldiretti Puglia stigmatizza che si parla sempre e comunque dell'annualità 2016.

"La coerenza di Coldiretti è dimostrata dai fatti e non dalle chiacchiere – aggiunge il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti perché, a prescindere dai tecnicismi, è evidente che in questo scenario fatto di migliaia di domande e pochi soldi, tutti debbano fare la propria parte. Coldiretti in blocco ha rassegnato le dimissioni da tutti i Gal in cui era presente a vario titolo. Pensare ad una rimodulazione che passi nuovamente sulla testa dell'imprenditoria agricola è inaccettabile, perché il Psr è e deve rimanere uno strumento economico a disposizione delle aziende agricole. Tra l'altro, è scarso l'avanzamento di spesa, e quella dei Gal è tra le misure Psr più arretrate nella spesa con rischio restituzione risorse a Bruxelles. Istruttoria e pubblicazione delle graduatorie.
Tutto ciò dimostra che siamo di fronte ad un gap burocratico che poteva e può essere superato dalla piena applicazione della semplificazione amministrativa, attraverso la delibera di applicazione dei 'Super Caa'".