La siccità in Puglia non dà tregua e forse solo da domani, 18 aprile 2024, le prime piogge dovrebbero dare sollievo ai campi. Secondo Coldiretti risulta già compromesso il grano in provincia di Foggia "con una perdita stimata che si attesta già sul 20-25% della produzione, con il rischio di un brusco calo delle temperature e di gelate notturne che andrebbero ad aggravare la situazione". E danni si registrano anche - sempre su grano - nell'areale di Altamura.

Leggi anche Siccità, emergenza in Sicilia

"Si profila una campagna molto complessa anche per il pomodoro da industria e le colture orticole - afferma Michele Ferrandino, a capo di una cooperativa agricola del foggiano - in questo momento non si registrano danni solo nei campi dove è possibile attingere acqua dai pozzi artesiani, perché non vi è ancora una data di inizio della campagna irrigua del Consorzio per la Bonifica della Capitanata".

 

Per Ferrandino i danni sul grano sono di doppia misura: "Dove le piante hanno avuto abbastanza acqua per giungere alla fase dell'accestimento, le elevate temperature primaverili hanno comportato la spigatura precoce, con le spighe spesso colpite dalle gelate notturne".

 

E l'acqua negli invasi peraltro scarseggia: "Un'acqua che per il 40% va riservata agli usi civili e industriali - ricorda Ferrandino, che sottolinea - mentre si registra una stasi nelle trattative per il recupero di acqua dal Biferno, per dare respiro all'invaso di Occhito".

 

I quattro invasi del Consorzio per la Bonifica della Capitanata - Occhito sul Fortore, Marana Capacciotti, dove giungono le acque dell'Ofanto, Capaccio sul Celone e San Pietro sull'Osento - a fronte di una capacità di quasi 424 milioni di metri cubi, ieri, 16 aprile 2024, disponevano di una risorsa idrica utile di poco più di 194,1 milioni di metri cubi, 99,6 milioni in meno del 2023, quando si contavano oltre 293,7 milioni di metri cubi d'acqua registrati nella stessa giornata.

 

Il clima primaverile che ha caratterizzato l'autunno e l'inverno con le temperature ben al di sopra della norma porta danni anche al comparto agrumicolo nelle aree vocate del brindisino e del tarantino: "le clementine sono finite al macero, compromesse dalla mancanza di acqua che ne ha inibito l'accrescimento, con i costi di produzione anche per l'irrigazione di soccorso schizzati alle stelle, per cui sono partite le segnalazioni e le verifiche per il riconoscimento della calamità da siccità" segnala ancora Coldiretti Puglia.

 

Ma ora a forte rischio siccità sono i cereali e i legumi, mentre gli ulivi sono in perenne vegetazione e sarebbe necessaria l'irrigazione di emergenza. Inoltre, la crisi idrica sta determinando un calo drastico di foraggio verde nei pascoli degli altipiani della Daunia e delle Murge, comportando un aggravio dei costi per l'acquisto di mangimi per garantire l'alimentazione degli animali nelle stalle.

 

Sul ricorso all'acqua dei pozzi Coldiretti Puglia inoltre sottolinea: "Con la siccità e l'aumento dei livelli del mare, la risalita del cuneo salino rende inutilizzabili le risorse idriche e gli stessi terreni con uno scenario che è più che preoccupante per l'economia agricola dell'intera regione".

 

Tra l'altro, la Puglia è la regione d'Italia dove piove meno con 641,5 millimetri annui medi e mantiene anche il primato negativo - ricorda Coldiretti Puglia - della disponibilità annua media di risorsa pro capite con soli 1.000 metri cubi, meno della metà della disponibilità annua pro capite media nazionale stimata in 2.330 metri cubi.

 

"D'altro canto ogni anno va perso l'89% dell'acqua piovana, una dispersione che la Puglia non può permettersi - insiste Coldiretti - considerato che l'acqua non ce l'ha e ha bisogno di importanti opere per ridisegnare il proprio assetto idrico e idrogeologico e per garantire non solo l'approvvigionamento idrico per la popolazione, ma per assicurare corpi irrigui adeguati alle produzioni agricole, artigianali e industriali".

 

"La scarsità di riserve idriche utilizzabili dall'agricoltura e le lacune di un sistema irriguo che sconta ritardi decennali, sia per quanto riguarda la necessità di nuove infrastrutture sia per la dipendenza da altri regioni, rappresenta il rischio più grande per il presente e per l'immediato futuro del comparto" afferma Gennaro Sicolo, presidente di Cia-Agricoltori Italiani in Puglia e vicepresidente nazionale.

 

"Si tratta di un problema che, con situazioni differenti da territorio a territorio, accomuna drammaticamente tutta la Puglia - continua Sicolo - recentemente, ci sono stati dei passi in avanti compiuti grazie al lavoro e all'attenzione al problema dimostrati dall'assessore regionale all'Agricoltura Donato Pentassuglia, ma tutto il 'sistema Puglia' deve essere messo nelle condizioni di funzionare, a cominciare soprattutto dal sistema consortile regionale nel suo complesso".

 

La Puglia è ormai da tempo considerata una regione ad elevato rischio di desertificazione del territorio "Eppure - sottolinea Sicolo - su questo problema epocale non sembra ci sia ancora la piena e totale consapevolezza necessaria a prendere provvedimenti non emergenziali, ma strutturali, con un preciso programma pluriennale di interventi che riguardi il massiccio potenziamento delle infrastrutture per il riuso delle acque reflue e la possibilità di sfruttare anche sul nostro territorio i dissalatori, come si fa in tante altre parti del mondo".

 

Infine Sicolo ricorda come sia necessario "raggiungere nuovi e più avanzati accordi con le altre regioni da cui la Puglia dipende per l'approvvigionamento della risorsa idrica irrigua".