Che cosa fa un professore, se non rivolgersi ai giovani? E' quello che fa, con una profondità di messaggio resa ancora più forte dalla semplicità dell'esposizione, Andrea Segrè, agroeconomista e fondatore del movimento e della campagna Spreco zero e di Last minute market. Insegna Politica agraria internazionale e comparata all'Università di Bologna ed Economia circolare all'Università di Trento.

Poliedrico, all'avanguardia, dal 12 settembre in libreria con l'ultimo sforzo (ma sarà poi così per lui?), Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z, (pagine 160, Mondadori, euro 17).

Intanto: chi è la generazione Z? E' quella digitale, nota anche come iGeneration, quella che viene dopo i Millenials. Segrè li chiama anche Centenials. Sono quelli nati dopo l'11 settembre, con lo smartphone, sempre connessi, che considerano Facebook un social network "da vecchi". La generazione degli "emoticon".
Ma sono anche i giovani che non hanno più alcun sogno riguardo al posto fisso sul lavoro, sono liquidi per eccellenza come diceva il sociologo Zygmunt Bauman, sfuggono ogni categorizzazione eppure, tuttavia, sono tutt'altro che superficiali ricercano passione autentica. Non hanno ideologia Nancy idee, visione, progetti e azioni. Devono e vogliono trovare se stessi e Segrè, con questo libro, si impegna a dare alcune indicazioni.

Ad esempio "nel ridurre gli squilibri o, ancora meglio, nel trovare un equilibrio". Un messaggio chiaro: "Abbassate la quantità per chi ha troppo, alzatela per chi ha poco, elevate la qualità per tutti. Dentro la qualità c'è tutto ciò che conta. E pretendete il giusto, nel senso più alto di questa parola. Deve trovare concretezza dei fatti, altrimenti suonerà vuota come tante altre. Vi prego di non cadere nella trappola di chi vi ha preceduto: non consumate più di quanto necessario, anzi, non producete più di quanto necessario, così eviterete di sprecare. Non siate egoisti".

Anche perché l'Overshoot Day, cioè il giorno in cui la Terra esaurisce le risorse naturali che è in grado di rigenerare nel corso di un anno, arretra sempre di più sul calendario. Se nel 2000 tale data era fissata a fine ottobre, oggi il giorno in cui il pianeta va in deficit è caduto il 2 agosto.
"Non mi piace tanto questo mondo - scrive Segrè - ma è l'unico che abbiamo e dobbiamo tenercelo stretto, e curarlo, come vi scrivevo sopra. Perché questa cura funzioni davvero, abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti".

Il libro è la continuazione di Basta il giusto (quando e quanto). Lettera a uno studente sulla società della sufficienza. Manifesto per un nuovo civismo ecologico, etico, economico (Milano, Altreconomia, 2011). "Allora era una lettera rivolta a un mio studente appena iscritto all'università - ha spiegato Segrè -. Cercavo di trasmettere ai giovani una visione-azione che avevo maturato in quel tempo: lo Spreco zero".

Segré ha una scrittura immediata, di facile comprensione nonostante i rimandi alla filosofia, alla sociologia, alla religiosità, e colpisce nel segno con grande efficacia. Verrebbe quasi da dire che ha una scrittura lineare, estremo paradosso per chi esalta, come fa l'autore nel libro, l'economia circolare, dal momento che il moto circolare "è il moto della natura".

Fra i vari incarichi che ricopre, il professor Andrea Segrè è presidente della Fondazione Edmund Mach, della Fondazione Fico Eataly World e del Centro agroalimentare di Bologna.
Insignito del Premio Artusi nel 2012, presiede il Comitato scientifico del Piano nazionale di prevenzione rifiuti del ministero dell'Ambiente. Emi ha pubblicato il suo Elogio dello spreco. Formule per una società sufficiente (2008). Fra i suoi ultimi saggi Cibo (il Mulino, 2015) e L'oro nel piatto. Valore e valori del cibo (Einaudi, 2015).

Titolo: Il gusto per le cose giuste. Lettera alla generazione Z
Editore: Mondadori
Pagine: 160
Prezzo: Euro, 17,00
In libreria: Dal 12 settembre 2017