Anno record per gli spumanti italiani all'estero, con un aumento del 23% di export. E' quanto emerge da un'analisi di Coldiretti sui dati Istat del primo semestre 2016.
"All'estero - sottolinea la Coldiretti - non sono mai state bevute tante bollicine italiane, con sbocco principale in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Il 2016 ha visto anche il boom in casa del principale competitor mondiale, con i francesi che hanno quasi triplicato il consumo di spumante italiano. E la Campania, da alcuni anni entrata in questo mercato, sta facendo sicuramente la sua parte".
 
Perchè anche in Campania continua ad aumentare la produzione di vini spumanti a partire dai vitigni autoctoni, con un'attenzione crescente tra esperti e consumatori.
Attualmente in Regione si produce circa un milione di bottiglie di spumante, ottenute principalmente da varietà come l'Asprinio, la Falanghina, il Greco, il Fiano, il Coda di volpe e l'Aglianico.
 
L'assessorato all'Agricoltura della Regione Campania stima una produzione di vino spumante in Regione, ad oggi, superiore ai 7mila ettolitri per un valore di 5-6 milioni di euro di fatturato.
 
"Il settore vitivinicolo campano - commenta Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania e vicepresidente nazionale - dimostra grande vivacità. La produzione di spumanti può rappresentare una sfida interessante e i nostri produttori sapranno guardare con intelligenza alla nuova domanda di consumo di vino.
Tendenze che devono spingerci a spendere bene le risorse comunitarie, sfruttando al massimo gli strumenti della consulenza e del marketing. Innovare i processi produttivi verso la qualità e investire sulla capacità di stare sul mercato sono le uniche strade per spingere la crescita del comparto".

 
I principali spumanti Dop della Campania sono: Falanghina del Taburno, Greco di Tufo, Irpinia, Fiano, Lacryma Christi del Vesuvio, Falanghina dei Campi Flegrei, Ischia, Asprinio di Aversa, Aglianico del Sannio, Aglianico rosé, Barbera, Coda di Volpe, Moscato, Piedirosso, Sciascinoso, Falanghina del Sannio, Costa di Amalfi, Moscato di Castel San Lorenzo.
 
"La Campania non ha una storia spumantistica pari a quella di altre regioni italiane, ma dalla fine degli anni Ottanta continua a macinare successi e numeri crescenti - è scritto nella nota di Coldiretti, che sottolinea come - la ragione sta nell'attenzione delle aziende vitivinicole del territorio verso un cambiamento negli stili di consumo.
Il successo che stanno registrando gli spumanti campani lascia ben sperare per ulteriori futuri sviluppi a partire dai vitigni autoctoni".