Da una parte agricoltori e allevatori, dall'altra gli acquirenti delle derrate agricole, poi le industrie di trasformazione e ancora i fornitori di mezzi e servizi, fertilizzanti, agrofarmaci, mangimi e via elencando.
Ognuno teso a difendere il proprio orticello, dimenticando di guardare oltre il confine, oltre un futuro che accomuna nella stessa sorte ogni protagonista di queste filiere.
L'idea
Difficile cambiare, tanto più che altri hanno interesse a conservare questo scenario.Qualcosa, però, va finalmente muovendosi. Lo si vede quando si apprende che Assalzoo, l'associazione che riunisce i produttori nazionali di alimenti zootecnici, e Oicb, una delle poche organizzazioni interprofessionali del settore delle carni bovine, hanno stretto un patto per organizzare la produzione.
Accordo che fa seguito all'iniziativa, anch'essa a traino Assalzoo, per il rilancio della coltivazione del mais, che da autosufficienti ci vede oggi importatori e la colpa non è solo del mercato, ma anche di scelte di politica agricola poco lungimiranti.
Le debolezze del settore
Le importazioni, nota dolente. Quella del mais è poca cosa di fronte alla necessità di acquistare sui mercati esteri il 50% di carni bovine e il 40% di quelle suine.Alla carne si aggiunge il latte; anche in questo caso la produzione interna soddisfa solo l'80% del fabbisogno.
Giungere all'autosufficienza in questi settori è cosa complessa, non facilmente realizzabile.
Ma si può fare meglio di ora, assecondando una richiesta di made in Italy, capace di offrire quella sicurezza e qualità sempre più ricercata.
Magari avendo come obiettivo una maggiore sostenibilità, più attenzione al benessere animale e al rispetto dell'ambiente. Già, ma come farlo?
Il "Piano"
In "casa" Assalzoo si è allora pensato a un "Piano nazionale zootecnico" capace di riunire in sé tutti questi aspetti.Quella del "Piano zootecnico" non è una novità. Ci hanno provato in molti, associazioni degli allevatori, organizzazioni agricole, qualche ministro agricolo del passato più illuminato di altri.
Tutti con risultati modesti. Ora qualche opportunità in più è possibile intravederla.
La sostenibilità
Si parte dalla sostenibilità e qui l'industria mangimistica ha gioco facile.Attraverso gli impianti di produzione dei mangimi passano sottoprodotti dell'industria alimentare che difficilmente potrebbero essere valorizzati altrimenti se non nell'alimentazione degli animali.
Ma bisogna darsi da fare per superare alcune strozzature, come lo stoccaggio e il trattamento di questi sottoprodotti per renderli idonei e sicuri per gli animali.
Zootecnia di precisione
Dall'alimentazione degli animali passa poi un altro importante capitolo della sostenibilità.Si chiama "alimentazione di precisione" e assicura azzeramento degli sprechi, ottimizzazione delle rese e riduzione delle emissioni.
Si punta il dito (a volte in modo strumentale) sulle emissioni di metano da parte dei ruminanti.
La ricerca ha dimostrato che si tratta di quantità modeste, ulteriormente riducibili con un'alimentazione adeguata, capace di contrastare la metanogenesi.
L'unico limite è quello della divulgazione e della conoscenza di questi progressi e la loro applicazione nella pratica quotidiana.
Alla ricerca e innovazione il "Piano" pensato da Assalzoo dedica un capitolo a sé, invocando sostegni alle sperimentazioni che promettono di mettere a punto strumenti all'avanguardia per offrire un vantaggio competitivo.
Senza dimenticare il conseguimento di elevati standard di sostenibilità, nel solco della strategia Farm to Fork.
La parola alla politica agricola
Quello che deriva dall'insieme di queste e di altre considerazioni, fanno parte di un quadro completo che Assalzoo ha presentato in questi giorni al ministro per le Politiche agricole Stefano Patuanelli.Questo progetto avrà miglior sorte dei "piani" che lo hanno preceduto? A suo favore gioca la presenza dell'associazione dei mangimisti italiani.
Il perché lo si trova nelle parole con le quali il presidente di Assalzoo, Marcello Veronesi, ha accompagnato la proposta: "il nostro comparto - ha ricordato Veronesi - è una componente essenziale dell'industria alimentare nel suo ruolo di cerniera tra produzione primaria e allevatori. La sua attività è sempre stata di importanza strategica per lo sviluppo della zootecnia del nostro Paese".
Saprà il ministro cogliere queste opportunità? Un primo risultato è però già raggiunto, quello di schierare l'industria mangimistica a fianco dei produttori zootecnici.
Una sinergia che promette buoni risultati.