La stagione autunnale volge al termine, così dopo una prima parte sostanzialmente asciutta e prettamente mite, si è conclusa con una seconda parte assai movimentata con una lunga fase instabile ed a tratti molto incisiva.
Sul Mediterraneo è difatti mancata una vera e propria figura altopressoria, ove invece ne hanno approfittato diverse depressioni che nella loro evoluzione hanno attivato sostenuti venti in un quadro molto perturbato sul finire. Un contesto che ha pienamente caratterizzato il mese di novembre, specie nella prima decade, con un’elevata dinamicità che ha portato le prime nevicate sulle Alpi, abbondanti negli ultimi giorni del mese.
Sul lungo termine inquadrare una tendenza in un contesto di tale dinamicità è sempre molto complesso. Nell’andamento novembrino hanno giocato a sfavore i segnali attenuati di un imminente cambio stagionale, di fatto a posteriori entrato nel vivo con estremo ritardo, con una prima parte del mese più tranquilla anche se sempre dinamica. Il mese di dicembre, invece, sta ricalcando molto fedelmente sia i forecast modellistici, sia le tendenze previsionali, evidenziando una maggiore dinamicità rispetto agli ultimi anni quando le prime fasi invernali hanno mostrato sull'Europa sud-occidentale e centrale un carattere più transitorio ed a rapida risoluzione, coinvolgendo più che altro le alte latitudini.
Anche la nuova nuova stagione invernale non ha avuto molte possibilità, tant’è che le poche sortite sui settori meridionali del continente sono arrivate grazie agli affondi del flusso atlantico ancora troppo incisivo.
Un quadro evolutivo che di norma mette in prima linea le aree centro-settentrionali mediterranee.
Evoluzione per gennaio
Il mese di gennaio potrebbe invece assicurare maggiori contributi artico-marittimi sul continente europeo, ma sempre in alternanza tra brevi fasi di alta pressione generalmente concentrate nella prima e terza decade del mese. Una fase decisamente fredda e nevosa potrebbe difatti manifestarsi in chiusura del mese.
Comparazione con il precedente outlook
Questa fase stagionale si differenzierà dalla precedente con maggiori fasi fredde, a tratti anche rapide, in un contesto sempre molto dinamico - manovre più probabili al giro di boa mensile - ma subito annientate da un flusso atlantico in gran forma. Questo a discapito del vero freddo, ma a favore della dinamicità atmosferica.
Il primo mese del 2020 rientrerà nei ranghi invernali pur senza escludere spallate stabilizzanti anticicloniche, ma sempre messe a tacere da affondi artico-marittimi più pressanti nella prima parte e di tanto in tanto mitigati dal flusso occidentale. Un cambio di registro più sostanziale sarà avvertibile nella seconda parte, quando le invadenze subtropicali coinvolgeranno altri settori emisferici.
Italia settentrionale
Gennaio aprirà le danze con stabilità e cieli prevalentemente sereni; l’elevata inversione termica garantirà estese brinate notturne. Al termine della prima settimana sono previsti due impulsi artico-marittimi in successione, con venti intensi a rotazione ciclonica e fenomeni rapidi in evoluzione dai settori occidentali a quelli orientali; attese nevicate sino in collina sui settori appenninici settentrionali.
Migliora a metà mese, mentre l'ultima decade potrebbe caratterizzarsi un deciso calo dei valori termici con arrivo di abbondanti nevicate anche in pianura.
Il mese di gennaio al Nord risulterebbe quindi dinamico e nevoso in particolare nella seconda parte, con progressivo calo delle temperature.
Italia centrale
Anche per le regioni del centro gennaio inizierà sotto al segno della stabilità, ma con estese brinate notturne specie sulle aree collinari; clima sostanzialmente nella norma durante il giorno.
Gli impulsi articolo-marittimi coinvolgeranno in successione anche i settori centrali, con venti intensi a rotazione ciclonica e fenomeni in rapida evoluzione dal Tirreno verso l’Adriatico; avremo nevicate in coda alla perturbazione a quote medie sull’Appennino.
Un temporaneo miglioramento caratterizzerà la parte centrale del mese, prima di un cambio di registro più sostanziale che sopraggiungerà nell'ultima decade che un brusco calo delle temperature. Nevicate anche a quote basse su molti settori, con addolcimento dei valori termici a fine fase.
Un mese di gennaio molto dinamico anche per il Centro, con brusco calo termico nella seconda parte.
Italia meridionale
L’anno 2020 aprirà con cieli sereni e assenza di fenomeni di rilievo. Un primo cambiamento verrà percepito al termine della prima settimana, quando si affacceranno sul Mediterraneo i già citati impulsi artico-marittimi in successione.
La prima decade terminerà quindi con una sostenuta ventilazione dapprima dai quadranti meridionali poi dai settori nord-occidentali; fenomeni in veloce estensione su tutte le regioni, con nevicate a fine fase in alta collina sull’Appennino.
Un rapido ma breve miglioramento ci porterà nell’ultima fase del mese, quando avremo un calo delle temperature sostanziale e tanta neve in arrivo in alta collina per alcuni giorni.
Gennaio molto dinamico tra parentesi anticicloniche e sortite più fredde anche al Meridione, con calo termico strutturato nella seconda parte.
Tendenza successiva
Dalle ultime analisi il semestre invernale verrà caratterizzato da una vivace dinamicità, tra spallate anticicloniche e sortite invernali, anche se circoscritte a brevi periodi.
Tale tendenza garantirà comunque moderati apporti nevosi sui rilievi, in forma più limitata invece alle quote collinari o di pianura.
Durante la stagione fredda non mancheranno quindi incursioni fredde specie sul settori europei orientali, in parziale estensione anche sul Mediterraneo ove avremo spesso influenze anticicloniche e quindi un contesto mite e dinamico.