Il comparto olivicolo pugliese, si sa, è forte e resistente. Ma a minacciare il suo potenziale ci pensano ogni anno mosca, patogeni tellurici e Xylella fastidiosa. Chi più ne ha più ne metta, insomma.

Per questo motivo l'olivo è stato il protagonista del secondo incontro di Vigna & Olivo 2021, tenutosi online il 19 marzo con picchi di oltre 800 partecipanti a confermarne il successo.

In particolare, sono stati affrontati i seguenti temi:
  • nuovi approcci per il controllo sostenibile della Bactrocera oleae;
  • recenti acquisizioni e nuovi scenari nella gestione sostenibile dei patogeni tellurici;
  • novità per una corretta fertilizzazione dell'oliveto;
  • innovazione e sostenibilità nel controllo di parassiti e malattie.
Inoltre, Pierfederico La Notte, del Cnr Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp-Cnr), ha presentato in anteprima un nuovo progetto di Citizen science per implementare il monitoraggio dei vettori di Xylella fastidiosa.

La nona edizione di Vigna & Olivo è stata moderata da Gianluca Chieppa del Consiglio dell'ordine dei dottori agronomi e dottori forestali provincia di Bari e da Cristiano Spadoni di Image Line.
 
L'evento è stato organizzato dall'associazione Vento di Maestrale con la coorganizzazione e il patrocinio dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Bari, dal Collegio dei periti agrari e dei periti agrari laureati di Barletta-Andria-Trani, dall'Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra), dall'Associazione italiana per la protezione delle piante (Aipp), dalla Rete Gas Puglia - Gruppi di acquisto solidale. AgroNotizie è media partner dell'evento.
   

Bactrocera oleae: biologia e novità per il controllo

Anno di cambiamenti radicali nella lotta alla Bactrocera oleae. Dal 28 ottobre 2020 il dimetoato, molecola chiave nella difesa dell'olivo, non può più essere utilizzato. Nonostante l'elevata efficacia contro adulti e forme giovanili della mosca e il vantaggio di essere particolarmente idrosolubile e quindi completamente eliminabile attraverso le acque di vegetazione, non si può sottovalutare la genotossicità del prodotto per persone ed essere viventi che possono entrarci in contatto.

Non disperiamo. Le soluzioni alternative ci sono e anche in abbondanza, basta seguire in ordine monitoraggio, prevenzione e controllo.
 

In primis però, ciò che più conta per una corretta applicazione dei vari mezzi di difesa disponibili è la conoscenza della biologia della specie, spiega il professore Salvatore Germinara, del dipartimento Dafne dell'Università di Foggia.

La mosca dell'olivo è originaria del bacino mediterraneo. È diffusa in tutta Europa, in Africa e in Medio Oriente. Recentemente, alla fine degli anni '90 ha raggiunto gli Usa e il Messico.

La femmina di B. oleae è riconoscibile dalla presenza di un ovopositore di sostituzione, che permette la deposizione delle uova nella polpa dell'oliva, da una macchia nera presente sull'estremità apicale delle ali e da una porzione dell'addome (mesoscutello) di colore giallo. Queste caratteristiche permettono di distinguere la mosca dell'olivo da altre importanti mosche fitofaghe abbondantemente presenti nel Sud Italia. La Rhagoletis cerasi (mosca delle ciliegie) per esempio, ha il mesoscutello giallo ma a differenza di quella dell'olivo possiede quattro macchie nere sulle ali, di cui una a forma di "v"; la Ceratitis capitata (mosca mediterranea della frutta) non ha il mesoscutello giallo e possiede diverse macchie sulle ali.

Il ciclo di vita della B. oleae è diviso in quattro stadi: uovo, larva, pupa e adulto. Gli adulti compaiono in campo in primavera e si nutrono di nettare, polline e batteri. In estate e in autunno le femmine producono un feromone sessuale per attirare i maschi. Si dà inizio ad un rituale di corteggiamento che termina con l'accoppiamento. Questo può ripetersi diverse volte nella vita di una femmina e durare anche diverse ore.

La deposizione delle uova avviene quattro o cinque giorni dopo sulle olive grandi quanto un "cece". Un solo uovo viene deposto per oliva: un liquido fuoriesce dalla ferita di deposizione, viene ingerito dalla mosca (bacio della ferita), rigurgitato e ridistribuito sulla ferita stessa per marcare la drupa e segnare l'avvenuta deposizione; in questo modo nessun'altra femmina deporrà su quell'oliva e si garantisce cibo a sufficienza per ogni larva. E qui arriva il bello. Una sola femmina può deporre fino a mille uova, con un ritmo di 2-4 uova al giorno in estate e 10-20 uova al giorno in autunno.

Un'altra importante caratteristica dell'ovideposizione è la trasmissione da parte della femmina, alle uova, di un batterio simbionte (Candidatus Erwinia dacicola). Questo si stabilisce all'interno dell'apparato digerente dell'ospite ed è fondamentale per la sopravvivenza della larva.

La larva che si sviluppa nel frutto scava gallerie dapprima superficiali e via via più vicine al nocciolo. La pupa la si ritrova, invece, nel terreno protetta dal pupario; qui passerà l'inverno per poi risvegliarsi in primavera e mutare in adulto. 

Il ciclo di vita della B. oleae si ripete per 6-7 generazioni all'anno nelle aree pianeggianti e per 3-4 generazioni in collina.

I danni sono causati dalla larva e possono essere sia diretti che indiretti. I danni diretti consistono nella cascola precoce delle drupe e nella sottrazione di polpa (da 50 a 150 mg/drupa/larva e può interessare anche il 100% dei frutti). I danni indiretti invece riguardano la riduzione della qualità dell'olio (aumento dell'acidità e numero di perossidi), l'alterazione delle costanti spettrofotometriche, l'alterazione delle caratteristiche organolettiche e il danno estetico (soprattutto su olive da mensa).

Per una corretta gestione dell'infestazione è bene seguire i disciplinari di lotta integrata della propria regione. Questi comprenderanno indicazioni sulle tecniche di monitoraggio, di prevenzione e di controllo. 

Il monitoraggio, fondamentale per rilevare tempestivamente l'inizio dell’infestazione, viene effettuato attraverso trappole e attrattivi. Trappole gialle e bianche e attrattivi a base di feromone sessuale o di tipo alimentare (sostanze azotate e sali di ammonio).

Generalmente, però, questi mezzi danno solo un'idea della popolazione adulta presente in campo e non prevedono adeguatamente il livello di danno. A questo proposito è bene abbinare al monitoraggio un campionamento di tipo visivo dei frutti prelevando dalle cento alle duecento olive ad ettaro per calcolare l'infestazione attiva sulla percentuale di olive con uova e larve giovani vive.

Quali sono invece le misure preventive? Evitare consociazioni di cultivar da olio con cultivar da mensa, raccogliere anticipatamente o totalmente le olive, limitare il tempo di stoccaggio, applicare il caolino prima dell'inizio dell'ovideposizione o utilizzare formulati a base di rame che induriscono l'epidermide del frutto ostacolando l'ovideposizione e inibiscono i microrganismi simbionti.

Passiamo al controllo. Il disciplinare di difesa integrata della Regione Puglia prevede per la lotta biologica due antagonisti naturali: Opius concolor, parassitoide endofago che depone le uova nella larva nell'ospite e sfarfalla poi dalla pupa, e la Beauveria bassiana, fungo entomopatogeno che uccide l'insetto penetrandone l'esoscheletro.

La vera risorsa è rappresentata dai vari dispositivi di cattura massale (mass trapping) e lotta attratticida (attract & kill). I primi prevedono l'utilizzo di trappole a bottiglia attivate con soluzioni attrattive alimentari (proteine idrolizzate, lievito di birra, ecc.) allo scopo di richiamare gli adulti all'interno e annegarli. Vanno applicate in numero molto elevato, una bottiglia per pianta, prima dell'ovideposizione.

I dispositivi di lotta attratticida, invece, avvelenano le mosche attirandole su una superficie trattata con insetticidi. In questo caso rientrano le esche attrattive con spinosad, i pannelli con feromone, bicarbonato di ammonio e lambdacialotrina, e le buste attivate con feromone, bicarbonato di ammonio e deltrametrine. Il danno può essere ridotto del 50-60%.

La lotta chimica, ormai priva del dimetoato, si può avvalere di sostanze attive come l'acetamiprid (neonicotinoide) e il fosmet (esteri fosforici). 

L'Università di Foggia però non si accontenta. Numerosi gli studi che sta portando avanti nella ricerca di mezzi di controllo alternativi allo scopo di rendere quanto più integrata possibile la lotta alla mosca dell'olivo e sempre meno impattante. Le tematiche studiate riguardano: 
  • la ricerca dei meccanismi d'azione delle polveri inerti. Riducono l'ovideposizione creando una barriera fisica sulla superficie della drupa o mascherando la vista e/o l'odore? Saggi di laboratorio hanno dimostrato che sia le zeoliti che il caolino possono avere un effetto antiovideponente;
  • la ricerca dei modificatori del comportamento (insect behaviour modifying compounds). Sono stati già identificati nuovi componenti del feromone sessuale con cui la femmina attira il maschio. Ci sono nove molecole che potrebbero potenziare le trappole sia per il monitoraggio che per il controllo;
  • l'effetto delle sostanze volatili della pianta. Sono state identificate sostanze volatili vegetali repellenti verso gli adulti che hanno permesso, in laboratorio, di potenziare l'effetto di trappole a feromoni.

Patogeni tellurici dell'olivo: nuove acquisizioni e non solo

Nonostante l'attenzione sia ormai del tutto concentrata sulla Xylella fastidiosa, non dobbiamo dimenticarci delle problematiche che numerosi e pericolosi patogeni del terreno possono causare al comparto olivicolo. 

Il professore Franco Nigro del dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro ha presentato "Recenti acquisizioni e nuovi scenari nella gestione sostenibile dei patogeni tellurici dell'olivo".

Il Verticillium dahliae è i fungo agente causale della verticillosi dell'olivo, una malattia vascolare dello xylema capace di attaccare anche molte specie orticole. In Puglia sono presenti patotipi defoglianti che determinano appassimenti e disseccamenti dell'apparato fogliare e possono portare la pianta anche alla morte. La maggiore difficoltà nel controllo è data dalla produzione da parte del fungo di strutture di resistenza che gli permettono di sopravvivere nel terreno per tantissimi anni anche in assenza di piante ospiti. Inoltre, il fatto che sia localizzato nello xylema della pianta riduce di molto i mezzi di controllo utilizzabili.

La Dematophora necatrix (Rosellinia necatrix) è il fungo agente causale del marciume radicale lanoso che comporta il deperimento e la morte della pianta colpita. È una malattia caratterizzata dalla presenza di ammassi miceliali biancastri dall'aspetto soffice sulle radici che in seguito vanno incontro a imbrunimenti, mentre la corteccia risulta distaccata e disgregata. Malattia particolarmente dannosa per piante deboli o molto giovani. 

L'Armillariella mellea è un fungo parassita, agente causale del marciume radicale fibroso. Questa malattia deprime l'apparato radicale e separa la corteccia dal legno sottostante. Il parassita si propaga nel terreno nella tipica modalità a macchia d'olio passando da una pianta infetta a una sana.

Di recente acquisizione:
  • il fungo Dactylonectria spp. appartenente al gruppo dei marciumi radicali che causa deperimento generalizzato della pianta con disseccamento dei rami terminali e lesioni al colletto;
  • il fungo Phytophthora spp. che causa macerazioni del tessuto corticale e impoverisce tutto l'apparato radicale comportando uno scarso sviluppo della pianta e in alcuni casi anche la morte. La sua presenza è stata osservata in oliveti particolarmente sviluppati in cui la presenza di impianti di irrigazione e l'uso di turni e volumi irrigui inidonei stimolano la sua proliferazione.
 
Dactrulonectria spp.
Il fungo Dactylonectria spp., di recente acquisizione, causa marciumi radicali dell'olivo
(Fonte foto: dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli studi di Bari Aldo Moro)

Il controllo dell'oliveto dai patogeni tellurici è molto complesso. Al posto degli agenti fumiganti, particolarmente impattanti per l'ambiente, devono essere messe in atto una serie di buone pratiche colturali o interventi preventivi allo scopo principale di ridurre le fonti di inoculo:
  • utilizzare materiale di propagazione certificato;
  • aspettare diversi anni prima di reimpiantare;
  • ripulire attentamente il campo dai residui della coltura precedente;
  • attenta gestione delle modalità di impianto evitando una profondità di impianto troppo elevata;
  • sovescio con brassicaceae ricche di glucosinolati ad attività microbicida.
Ma quando non si ha la possibilità di aspettare per il rimpianto che si fa? All'Università degli studi di Bari Aldo Moro sono state avviate una serie di ricerche sull'utilizzo di ammendanti organici, con particolare attenzione nei confronti del compost. Lo scopo è quello di aumentare l'attività dei microrganismi benefici che hanno azione antagonista nei confronti dei patogeni terricoli.

Le parole chiave sono: riduci, riutilizza, ricicla. Il progetto "Tersan Puglia 3: efficientamento ambientale dell'attività di compostaggio, innovazione di processo, creazione di fertilizzanti smart e miglioramento qualità del prodotto finito" è stato proposto nell'ambito del Programma operativo 2014-2020, aiuti ai programmi integrati promossi da medie imprese-Pia.

La sperimentazione condotta da Tersan Puglia ha permesso di testare l'ammendante compostato Bio Vegetal su olivo, cultivar Leccino. Il compost è stato applicato al trapianto a diverse dosi: 5 t/ha (dose commerciale) e 10 t/ha mescolato con terreno da riporto oppure distribuito su un unico strato all'interno della buca, prima della messa a dimora, in una quantità pari alla dose commerciale rapportata alla quantità di terreno smosso.

È stato valutato l'effetto del compost sulla popolazione microbica del terreno. Questa subisce variazioni a partire da due giorni dopo l'applicazione e fino ad un anno dal trattamento. Maggiore è la quantità di compost applicata, più elevato è l'impatto sulla popolazione microbica terricola.
 

AAA cercasi volontari per monitoraggio sputacchina

Pierfederico La Notte, del Cnr Istituto per la protezione sostenibile delle piante (Ipsp-Cnr) ha presentato, in esclusiva a Vigna & Olivo 2021, il nuovo progetto di monitoraggio della sputacchina (Philaenus spumarius), principale vettore della Xylella fastidiosa in Puglia. L'iniziativa è stata pensata in collaborazione con Infoxylella, il centro di ricerca, sperimentazione e formazione in agricoltura "Basile Caramia" (Crsfa) e l'Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura (Arptra).

Il sistema di monitoraggio baserà i suoi dati su un'iniziativa di Citizen science, rappresentata da una rete di rilevatori volontari, agrnonomi e agrotecnici, agricoltori, studenti, appassionati e normali cittadini. Questi, seguendo semplici istruzioni e video tutorial, dovranno individuare un idoneo campo/stazione di rilevamento, effettuare i rilievi sulla popolazione di sputacchina con cadenza periodica, trasmettere le fotografie ed i dati mediante whatsapp o email. Le informazioni raccolte saranno poi elaborate e trasformate in dati comunicati agli uffici regionali e restituiti al pubblico.

I principali obiettivi del progetto sono:
  • individuare il momento più corretto per la lotta alla sputacchina (lavorazioni del terreno);
  • migliorare le conoscenze sul vettore in territorio pugliese;
  • costituire una serie storica e raccogliere una notevole mole di dati che, incrociati con quelli climatici, consentiranno lo sviluppo di modelli predittivi sugli stadi di sviluppo della sputacchina;
  • aumentare il coinvolgimento e la consapevolezza pubblica sulla necessità di intervenire urgentemente, e soprattutto tutti insieme, attraverso un patto di comunità per contrastare l'epidemia e difendere economia e paesaggio del territorio pugliese.
Si punta all'ottenimento di più stazioni di rilevamento per ciascun comune della Regione Puglia. A questo scopo è stato di fondamentale importanza l'intervento nell'ambito dell'incontro di Vigna & Olivo per cercare adesioni e reclutare quanti più volontari possibili.

Per partecipare all'iniziativa, chiunque può inviare un messaggio privato (indicando il proprio nome, cognome, contatto telefonico, mail e comune) alla pagina Facebook o al numero 351/5990374 o all'email redazione@infoxylella.it. Sarà attivato un gruppo Whatsapp e/o un gruppo Facebook per fornire le istruzioni di dettaglio ai rilevatori volontari.
 

Saluti

Gerardo Tedesco, presidente dell'associazione Vento di Maestrale ha ringraziato per la numerosa partecipazione evidenziando che "lo strumento tecnologico ci permette di essere presenti comunque, di discutere e continuare a migliorare il settore".

Giacomo Carreras, presidente dell'Ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia di Bari, ci ricorda che l'olivo "è la coltura regina della Regione Puglia e merita il giusto rispetto e la giusta considerazione. Il ruolo dei dottori agronomi e forestali e degli altri tecnici è fondamentale per fare da trait d'union tra il mondo della ricerca e dell'università con le aziende agricole".

Antonio Guario, consigliere Arptra, Associazione regionale pugliese tecnici e ricercatori in agricoltura, è intervenuto spiegando che "Oggi stiamo vivendo grandi mutazioni nella gestione fitosanitaria della coltura dell'olivo, per cause dovute sia all'epidemia della Xylella fastidiosa, che ai cambiamenti in atto con la revoca di una sostanza attiva che stravolge l'attività di controllo della mosca delle olive. Bisogna considerare sempre di più la lotta adulticida nel controllo di questo fitofago chiave. Dobbiamo guardare ad una nuova gestione fitosanitaria della coltura e il ruolo dei tecnici diventa sempre più importante. Soprattutto diventa fondamentale l'attività di monitoraggio per il controllo dei parassiti della coltura".

Antonio Memeo, presidente Collegio dei periti agrari - Bat, promuove fortemente l'evento perché crede nell'assoluta importanza di incontrarsi e coordinarsi affinché i tecnici siano sempre pronti e disponibili.
 

Interventi

Nuovi approcci per il controllo sostenibile della mosca delle olive (Bactrocera oleae)
Salvatore Germinara - dipartimento Dafne dell'Università di Foggia

Recenti acquisizioni e nuovi scenari nella gestione sostenibile dei patogeni tellurici dell'olivo
Franco Nigro - dipartimento di Scienze del suolo, della pianta e degli alimenti dell'Università degli studi di Bari Aldo Moro

Le novità per una corretta fertilizzazione dell'oliveto 

Come ridurre la cascola e aumentare la resa dell'olivo
Luigi Quarta - Biolchim

L'innovazione tecnologica del Cmi Roullier al servizio dell'agricoltura: le soluzioni di Timac Agro Italia per l'olivicoltura
Pasquale Dotoli - Timac Agro Italia   

Innovazione e sostenibilità nel controllo di parassiti e malattie dell'olivo 

Nuovi criteri per il controllo della mosca dell'olivo
Mario Bertoli - FMC 

Fosmet: una conferma importante!
Luigi Evangelista - Gowan 

La linea difesa dell'olivo Corteva, tra il biologico e il sostenibile
Giuseppe Marino - Corteva Agriscience 

Soluzioni Upl per la difesa dell'olivo  
Giuseppe Depinto - Upl

La difesa dalla mosca dell'olivo secondo BIOGARD
Mauro Piergiacomi - BIOGARD®, divisione CBC (Europe) Srl

La linea insetticidi Sumitomo Chemical per l'oliveto
Ignazio Romeo - Sumitomo 

La difesa naturale con Serenade Aso: Nuove estensioni definitive - Olivo 
Giuseppe Cortese - Bayer 

Il controllo delle infestanti e delle altre patologie secondo Ascenza
Ivan Di Giorgio - Ascenza